Martina, Valentina e Ornella libere subito! #NoBorders
Il corteo si è infatti diretto verso il porto di Calais dove in diverse centinaia sono riusciti a scavalcare le griglie che lo proteggono ed a salire su uno dei traghetti ormeggiati. La polizia ha reagito con lacrimogeni e cariche violente. Durante la giornata decine sono stati i fermi di polizia per migranti e solidali. Tra di loro anche quelli di Martina, Ornella e Valentina, tre ragazze italiane che vivono in Francia per motivi di studio.
Di norma il fermo dura un giorno ma, allo scadere delle 24 ore, sono stati convalidati sei arresti e le tre ragazze, in quanto non cittadine francesi, sono state trasferite al CRA di Lille (Centro di Detenzione Amministrativa), dove si trovano tuttora in stato di fermo con l’accusa di disturbo dell’ordine pubblico. Per loro, nonostante siano cittadine comunitarie, si profila il rischio di un’espulsione dalla Francia. Questo è stato possibile grazie alle leggi e ai poteri speciali introdotti da Hollande dopo gli attentati di Parigi. Nella giornata di ieri, inoltre, a 6 migranti fermati durante il corteo che erano ancora trattenuti in stato di fermo è stato confermato l’arresto fino al processo.
Il decreto dello stato di emergenza, presente su tutto il territorio francese ormai da mesi, comporta la restrizione di libertà pubbliche e di circolazione che sempre più evidentemente si profilano anche come un modo per schiacciare i movimenti sociali. Pensiamo che quello che sta capitando in queste ore a Martina, Ornella e Valentina, così come agli altri arrestati dopo la manifestazione di Calais, ne sia un esempio lampante. L’utilizzo dello stato di emergenza come strumento repressivo è diventata l’arma in più del governo francese che da mesi porta avanti una politica xenofoba e razzista sui propri confini. La Francia oggi è il simbolo di quella Fortezza Europa che da sempre combattiamo; la Francia, oggi, utilizzando lo stato di emergenza attacca non solo i migranti ma anche chi gli è solidale.
Il fatto che con lo stato d’emergenza le porte dei Centri di Detenzione oggi si aprano anche per i cittadini comunitari che si ribellano insieme ai migranti è un precedente grave che profila pericolose restrizioni della libertà per tutti e tutte noi. Ma quello che deve scandalizzarci non è tanto che tre ragazze italiane si trovino adesso in un luogo di solito riservato unicamente ai migranti in attesa di espulsione, come se la loro situazione fosse più grave di quella che quotidianamente si trovano ad affrontare centinaia e centinaia di persone a Calais, a Lampedusa o negli altri angoli d’Europa in cui ogni giorno il loro viaggio viene bloccato o ostacolato con controlli, muri e reclusioni. Quello che non possiamo accettare è che luoghi come i CRA o i CIE in Italia o ogni altra forma di istituto detentivo per migranti presente in Europa siano ancora in funzione e per questo dobbiamo impegnarci affinché nessuno debba più esservi recluso.
Nel reclamare la libertà immediata per Martina, Valentina e Ornella – respingendo con forza la minaccia di una loro espulsione dal suolo francese – non possiamo che unirci alla rivendicazione urgente a cui sabato queste tre ragazze stavano dando voce assieme a migliaia di persone: l’apertura immediata delle frontiere e la libertà di circolazione per tutti e tutte.
MARTINA VALENTINA ORNELLA LIBERE SUBITO! LIBERI/E TUTTI/E!
Vedi anche:
Spirit of Freedom| Martina, Ornella, Valentina e i fermati a Calais liber* ora! di Off Topic
Il comunicato di solidarietà su Paris-Luttes
Il comunicato del Collectif Soutien Migrants 13 di Marsiglia
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