InfoAut

Nequén: Violenza permanente contro il Popolo Mapuche

Nel dipartimento di Catán Lil (nel centro-sud della provincia), negli ultimi anni sono aumentati i conflitti territoriali sui campi estivi e sulle mulattiere. Lo scorso dicembre è diventato pubblico un presunto  acquisto, da parte dell’imprenditore Pedro Alejandro Chaparro, di un lotto nei paraggi di  Purrufe Peweñ, a Jubileo Pintos (membro della comunità mapuche Cayupan). Il terreno è territorio ancestrale ed è attualmente usato dal Popolo Mapuche. La parcella di terra è situata nella zona conosciuta come Cordillera del Chachil, lotto 90 e 91.

Nel decreto 68/12, la Sottosegreteria delle Terre di Neuquén ha rifiutato il trasferimento delle terre tra Jubileo Pintos e Chaparro. Nonostante il diniego della Sottosegreteria, la moglie di Jubileo Pintos (Isabel) e i suoi figli sono stati allontanati dal territorio mapuche, la casa è stata distrutta e gli animali sono stati liberati fuori dal campo.

All’inizio di marzo, delle persone contrattate dall’imprenditore Chaparro hanno cominciato a costruire sulle terre della famiglia Pintos, e anche su parcelle della comunità mapuche vicina (Felipín).

Il conflitto si è inasprito.

Recupero

Le comunità Felipín, Cayupan e Paineo si sono organizzate e insieme hanno bloccato la costruzione, hanno obbligato i dipendenti di Chaparro a ritirarsi dal luogo e anche a portarsi via i materiali e gli attrezzi. Le comunità hanno recuperato la parte della comunità Felipín e si sono insediate nelle vicinanze del fondo di Pintos.

Ci sono state denunce incrociate durante tutto marzo, clima di scontro e l’arrivo della polizia della località Las Coloradas (con “rinforzi” di Zapala), con l’ordine di reprimere.

Le comunità hanno denunciato che i dipendenti di Chaparro sparavano colpi intimidatori. Si sono trovate munizioni calibro 30 e 22.

La settimana scorsa hanno avuto una riunione con il sottosegretario delle Terre, Eduardo Ferrareso, con il procuratore dello stato, Raul Gaitan, e con il ministro per la Sicurezza, Claudio Gabriel Gastaminza. Dal Governo gli è stato confermato la nullità della vendita trattandosi di terre demaniali e Ferrareso ha restituito il campo alla famiglia Pintos (fatto che non si è ancora concretizzato).

Aumento della violenza

Martedì scorso stavano andando a fare una “pichi gellipun” (cerimonia mapuche) nel territorio delle comunità. Non sono potute arrivare tutte le comunità perché i dipendenti di Chaparro hanno bloccato il passaggio e hanno minacciato le comunità.

Lo stesso martedì, di notte, dieci persone incappucciate sono entrate nella casa della comunità Felipín e hanno minacciato le famiglie con bastoni e coltelli.

“Settimane addietro l’avvocato Lensiski, patrocinante di Chaparro, attraverso i mezzi di comunicazione istigava a fatti di violenza. Denunciamo un complotto giudiziario per proteggere Chaparro, giacché è evidente la complicità e l’inefficienza dei pubblici ministeri di Zapala (Cofre e Azar) che paralizzano e mettono in un cassetto ogni tipo di denuncia, inclusa quella di sequestro di armi da guerra in mano a Chaparro e ai suoi braccianti”, hanno denunciato ieri le comunità con un documento congiunto.

Hanno precisato che il sottosegretario alle Terre, Ferrareso, non ha mantenuto l’impegno di restituire la terra (lotto 90) alla famiglia Pintos e alla comunità Cayupan. “Per i gravissimi fatti di violenza di cui siamo vittime rendiamo responsabili il governo di Jorge Sapag e la Giustizia neuquina, per non aver agito secondo l’ordinamento giuridico provinciale, nazionale e internazionale vigente”, hanno avvertito le comunità Cayupan, Paineo, Felipín e il Consiglio della Partecipazione Indigena (CPI) della Zona Centro di Neuquén.

Stato, Governo e Potere Giudiziario

Nel novembre del 2006, il Congresso Nazionale ha approvato la Legge 26160, che ha dichiarato l’emergenza territoriale, ha sospeso per quattro anni l’allontanamento degli indigeni e ha ordinato in tutte le province un rilevamento catastale. La molto ritardata applicazione della norma ha comportato che, nel 2009, sia stata prorogata fino al 2013.

Recentemente, nel 2012, è stato firmato a Neuquén un accordo per l’attuazione della Legge 26160. E l’applicazione continua ad essere rimandata.

Neuquén è un vocabolo mapuche che significa, secondo la pubblicità ufficiale del governo provinciale, “coraggioso, arrogante, audace”. Il 15 per cento della popolazione provinciale si riconosce mapuche, tredici dei suoi sedici dipartimenti portano nomi indigeni, come gran parte delle sue città, fiumi e montagne.

“Discriminazione istituzionalizzata”, sono state le parole che hanno riassunto la situazione a Neuquén secondo il Rapporto 2010 dell’Osservatorio dei Diritti Umani dei Popoli Indigeni (ODHPI). Il lavoro ha descritto la repressione delle comunità, il portare in giudizio la protesta, la “totale violazione” della legislazione indigena e l’avanzata sui territori mapuche di imprese petrolifere, minerarie, turistiche, forestali e agropastorali.

Il rapporto ha denunciato la “illegalità della politica governativa rispetto i popoli indigeni, dove praticamente  tutti i conflitti che il Popolo Mapuche subiscono hanno la loro origine nella violazione, da parte dello stato, del diritto vigente”.

Una settimana fa, l’ODHPI ha pubblicato il suo rapporto 2013 sulla situazione dei popoli originari della Patagonia. A Neuquén emerge la criminalizzazione. Dal 2005 fino al 2012, almeno 347 membri del Popolo Mapuche hanno affrontato processi giudiziari.

“L’obiettivo dello stato nell’utilizzazione del sistema penale contro i mapuche tende a perseguitare le azioni che dimostrano esercizio dei diritti”, spiega l’Osservatorio e afferma: “Lo stato protegge con questa politica repressiva e criminalizzatrice la proprietà privata dei proprietari terrieri, le imprese estrattive e la speculazione immobiliare e turistica, a costo del rispetto dei diritti umani, individuali e collettivi degli indigeni. C’è un compito minuzioso e metodico nel mettere tutta la propria struttura istituzionale, politica e repressiva al servizio della trasgressione, in definitiva,  delle leggi che lo stesso stato ha sanzionato”.

Pablo Romero, della comunità Felipín, ha spiegato che oggi la situazione è “un po’ più tranquilla”. La polizia è arrivata fino al lotto 90 e ha sgomberato il blocco che stavano facendo i dipendenti di Chaparro. Ma ha denunciato che ancora “il Governo non ha rispettato l’atto firmato che obbliga a restituire il territorio. Qualsiasi fatto di violenza sarà responsabilità del governatore Sapag, del Potere Giudiziario, e in particolare dei pubblici ministeri di Zapala, (Marcelo) Cofré e (Andrés) Azar”.

18-04-2013

ODHPI

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
Darío Aranda, “Neuquén: violencia permanente contra el Pueblo Mapuchepubblicato il 18-04-2013 in ODHPI, su [http://odhpi.org/2013/04/neuquen-violencia-permanente-contra-el-pueblo-mapuche/] ultimo accesso 24-04-2013.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Tubercolosi al Neruda: no alle speculazioni sulla malattia

Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno che non arriva mai: altri otto anni di propaganda e devastazione

Telt festeggia dieci anni e annuncia, ancora una volta, che la Torino-Lione “sarà pronta fra otto anni”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.