InfoAut
Immagine di copertina per il post

Red Lion: il centro sociale di Karl Marx. Appunti di turismo antagonista

Ecco come Bruno Hildebrand, professore di Marburgo, ricorda quei locali che visitò alla fine del 1845: “Al piano terra c’era un negozio di alcolici nel quale si potevano acquistare vari tipi di birra. Lì non c’era posto per far accomodare gli ospiti. Salimmo una rampa di scale fino a un salone con sedie e tavoli. Lo spazio avrebbe potuto ospitare un paio di centinaia di persone. Una ventina di queste cenavano o fumavano la pipa sorseggiando delle bevande alcoliche. Altri stavano in piedi qua e là… La maggior parte dei presenti erano lavoratori, ma erano vestiti con decoro. I loro modi erano semplici e improntati alla dignità. Si parlava principalmente in tedesco, ma si potevano sentire anche conversazioni in inglese e francese. In un lato della sala c’era un pianoforte” (Scholey, 7). Hildebrand notò anche che i presenti si davano tutti del “tu”, manifestando in questo modo uno spiccato spirito egualitario. Inoltre, proprio al Red Lion, Marx sosteneva di avere il suo “private parlour”. Wilhelm Liebknecht, che lì ebbe il suo primo incontro con il filosofo nel 1850, racconta che questo “parlour” altro non era che la stanza dell’oste: “In un batter d’occhio la birra arrivò, e ci sedemmo: io a un lato del tavolo, Marx ed Engels di fronte a me. Il massiccio tavolo di mogano, i lucenti boccali di stagno, la birra spumeggiante, la prospettiva di un’autentica bistecca inglese con contorno, le lunghe pipe di argilla che invitavano a fumare – tutto ciò era assai familiare e mi ricordava vivamente una scena delle illustrazioni inglesi ai libri di ‘Boz’ [pseudonimo di Charles Dickens]” (Enzensberger, 126).

Luoghi d’incontro di questo genere sono parte fondante della storia del movimento operaio. Nell’Italia postrisorgimentale abbiamo avuto le cameracce emiliano-romagnole (di cui parla Valerio Evangelisti nel Sole dell’Avvenire), poi le case del popolo a cavallo tra il XIX° e il XX° secolo, e infine i circoli del proletariato giovanile negli anni settanta. L’Associazione culturale degli operai tedeschi però non offriva solo un posto dove andare a bere.  Fondata il 7 febbraio del 1840 da sette membri della Lega dei giusti – una società segreta che dopo l’ingresso di Marx assumerà il nome di Lega dei comunisti – aveva per scopo la formazione politica dei lavoratori affinché in futuro non dovessero più affidarsi a leader borghesi. In questo modo avrebbero potuto prendere in mano le proprie sorti, evitando di commettere gli errori delle rivolte operaie degli anni ’30. Cambiando nome per quasi una decina di volte, l’Associazione visse fino al 1920 e fu influenzata da tutte le correnti politiche del movimento operaio: dal comunismo neotestamentario del sarto Wilhelm Weitling all’anarchismo, passando per il marxismo e il socialismo lasalliano. Lo stesso Marx entrò e uscì dall’associazione più volte, tenendovi vari corsi di economia politica durante i quali con tanto di gesso e lavagna era solito spiegare le formule che ritroviamo nel Capitale. Nel febbraio del 1847, i membri dell’Associazione erano 500 e aumentarono, con alterne vicende, fino al numero di 1.800 nel dicembre del 1868 (Enzensberger, 118 e 132; Lattek, 55 e 122; Scholey, 12).

Le attività svolte nei locali sopra il Red Lion erano delle più disparate: si tenevano lezioni di tedesco, francese e inglese; il martedì sera si riunivano gruppi di lettura che affrontavano eventi politici contemporanei o problemi di filosofia. Il sabato invece si cantava e si ballava. C’erano serate dedicate all’insegnamento delle tecniche di public speech e capitava spesso che a turno gli iscritti recitassero poesie. Si studiavano anche la geografia, la storia e ci si esercitava nel disegno. L’Associazione aveva un suo coro, che nella seconda metà degli anni ’40 raggiunse le trenta unità;  possedeva molte carte geografiche, un mappamondo e svariati strumenti musicali. I membri potevano beneficiare di un’assicurazione medica e accedere a una piccola biblioteca che disponeva di oltre 200 volumi. Il prestito di un libro per due settimane costava due scellini (Enzensberger, 133; Lattek, 25-26; Scholey, 4-5).

L’associazione del Red Lion non era il solo luogo di socializzazione politica nella Londra vittoriana. Sempre a Soho, al 22 di Greek Street, presso il pub Hillmann’s, c’era la Società democratica diretta da Karl Heinzen e Gustav Struve (Lattek, 86). A Rathbone Place si trovava una sala d’armi gestita da esuli francesi (probabilmente blanquisti), dove Marx andava a tirare di scherma pur non eccellendo in eleganza (Enzensberger, 135). Un posto del genere lo potremmo paragonare alle palestre popolari odierne. Vicino Leicester Square, al civico 27 di Long Acre, c’era poi il German Stores Hotel di Schaerttner, mentre a Maddox Street c’era la Golden Star Tavern di Karl Goehringer “dove la vanità e il buon cuore del proprietario non riusciva a resistere agli esuli che imploravano ‘Ho fame, Generale, non mi negare una bistecca!’” (Lattek 86, cfr. anche 122-124 e Aston, 100). In questi due pub si ritrovavano sia i democratici che i seguaci di August Willich, il leader comunista “fochista” che nel 1850 si era separato da Marx. Willich, che era stato generale dell’esercito rivoluzionario del Baden durante il ’49, viveva nelle “caserme”, un progetto abitativo vicino a Waterloo Bridge che ospitava 18 rifugiati poveri e forniva cibo ad altri 40 esuli (Lattek, 53).

Nelle memorie degli esuli tedeschi a Londra rimane il ricordo delle tante attività fatte assieme, anche al di fuori delle mura del Red Lion. È il caso delle commemorazioni della sollevazione parigina del giugno 1848, delle feste d’estate e delle gite campestri: “E le nostre passeggiate a Hampstead Heath! Campassi mille anni, non le dimenticherei”, scrive Liebknecht. “La ‘landa’ di Hampstead, oltre Primrose Hill… è ancor oggi in gran parte… un terreno collinoso e non costruito, cosparso di ginestre e interrotto qua e là da macchie di alberi e da monti e valli in miniatura… Una domenica a Hampstead era per noi il massimo dei piaceri. Dalla Dean Street, dove abitava Marx… ci voleva un’ora e un quarto buona, e di solito si partiva già in mattinata, verso le undici… Giunti in cima allo Heath, per prima cosa si cercava un posto adatto a piantare le tende, con particolare riguardo ai collegamenti con i rifornimenti di tè e birra… Appena l’avevano trovato, tutti tiravano fuori i giornali della domenica, comperati strada facendo, e cominciavano la lettura e le discussioni politiche, mentre i bambini, che presto trovavano compagni di gioco, giocavano a nascondarella dietro i cespugli di ginestra. Per introdurre qualche diversivo in quel dolce far niente, si gareggiava alla corsa, alla lotta, a tirare le pietre e via discorrendo” (Enzensberger, 189-191). Stando alle memorie del tempo, Marx si esibiva spesso in pericolose capriole sull’erba e in corse a perdifiato giù per i pendii in fiore (Enzensberger, 239).

Non è casuale che nella tradizione ottocentesca e novecentesca del movimento operaio ci sia un legame indissolubile tra le strutture della politica e quelle della socialità. Il costituirsi di un’identità antagonista, di una coscienza di classe, da un punto di vista astratto, filosofico, ha le sue condizioni di possibilità nel cuore della produzione capitalistica mediante il meccanismo di estrazione del plusvalore. Si passa tuttavia dalla mera possibilità alla sua manifestazione empirica, sociologica, soltanto con le canzoni cantate insieme, con il raccontarsi e il tramandarsi le piccole e grandi gesta eroiche. E anche con le gite al parco.

E oggi? Le strutture di socialità rinascono continuamente dalle loro ceneri, malgrado tutto, grazie alle nuove conformazioni del lavoro sociale. Ogni composizione di classe ha i suoi canti, i suoi riti, i suoi luoghi di vita e d’incontro; e così sviluppa livelli specifici di forza negoziale e di contropotere. Si acquisisce e si condivide coscienza nei momenti di gioia e di dolore collettivi, quando il sentire comune esonda dall’esperienza quotidiana, portando via le incrostazioni del pensare comune: un evento fortuito finisce per aprirci gli occhi definitivamente e da quel momento vediamo il mondo in modo diverso.

Se il comunismo di Marx era in qualche modo collegato alle corse a perdifiato di un gruppo di giovani emigrati giù per le valli di Hampstead Heath, a quali attività creatrici di società è connessa oggi la possibilità di costruire un mondo diverso?

 

Bibliografia

– Aston, Rosemary, 1986, Little Germany: Exile and Asylum in victorian England, Oxford University Press.

– Enzensberger, Hans Magnus (a cura di), 1977, Colloqui con Marx ed Engels, Einaudi.

– Lattek, Christine, 2006, Revolutionary Refugees: German Socialism in Britain, 1840-60, Routledge.

– Scholey, Keith, 2006, The Communist Club, Past Tense.

da CarmillaOnLine

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Culture

XXXIII Festa di Radio Onda d’Urto. 6-23 agosto 2025: tutto il programma!

La Festa di Radio Onda d’Urto si tiene da mercoledì 6 a sabato 23 agosto 2025 in via Serenissima a Brescia! Quella 2025 è un’edizione – la numero XXXIII – speciale perché coincide con i primi 40 anni (1985-2025) di Radio Onda d’Urto!

Immagine di copertina per il post
Culture

Vita e morte di Raffaele Fiore, quando la classe operaia scese in via Fani

Raffaele Fiore ha incarnato l’antropologia ribelle, l’irriducibile insubordinazione di quella nuova classe operaia

Immagine di copertina per il post
Culture

E’ uno sporco lavoro / 2: assassinare i brigatisti non è reato

Andrea Casazza, Gli imprendibili. Storia della colonna simbolo delle Brigate Rosse (nuova edizione), DeriveApprodi, Bologna 2025. di Sandro Moiso, da Carmilla Più volte su Carmillaonline chi qui scrive ha avuto occasione di annotare come siano ormai numerosissime le storie e le testimonianze riguardanti l’esperienza della lotta armata condotta in Italia da formazioni di sinistra di vario genere. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccata la Global Sumud Flottila: aggiornamenti dalle piazze di tutta Italia

Dalle 20.30 di ieri sera circa è iniziato l’abbordaggio da parte delle navi militari dell’IDF nei confronti delle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele attacca la Flotilla. In mattinata ancora diverse navi in marcia verso Gaza

Ieri sera sono iniziate le operazioni di abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano. Ad ora solo venti navi sono state intercettate, le altre sono ancora in navigazione verso le coste di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Appunti di lotta da Milano

Riflessioni di fine estate. Ci sembra necessario un momento analitico per riuscire a navigare le correnti agitate che stanno attraversando il paese e in particolare la nostra città, dalla fine di agosto a questa parte. Oggi più che mai occorre opporsi alla generale intimidazione preventiva delle lotte che tenta di far cadere i gruppi autorganizzati […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Madagascar si ribella per l’accesso all’acqua e all’elettricità: 22 morti, il governo si dimette

«Chiediamo al Presidente di dimettersi entro 72 ore». È questa la richiesta senza compromessi formulata il 30 settembre da un manifestante della «Gen Z»

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Perché la Silicon Valley sostiene Trump

Nei racconti della Silicon Valley scritti da sé medesima, tutti disponibili in rete o in libreria, si legge di un capitalismo eccezionale, guidato da uomini fuori dal comune.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Molte parole sul Board of Peace, il genocidio continua

Michele Giorgio, Giornalista de Il manifesto e di Pagine Esteri, nel giorno in cui gli occhi in Italia sono tutti puntati sulla Global Sumud Flottilla, racconta come questa iniziativa internazionale e internazionalista accenda speranze sebbene flebili nei Territori.