Sequestrato il libretto postale. A ottant’anni in carcere, continuano gli abusi contro Tepepa
Dal 18 Aprile di quest’anno Ennio Senigaglia, conosciuto come Tepepa, si trova costretto a vivere i suoi ottant’anni al blocco C delle Vallette dopo che la Procura Torinese ha fatto ricorso in cassazione chiedendone la detenzione con l’accusa di evasione: Ennio infatti era stato arrestato a novembre del 2016 mentre beveva un caffè nel cortile interno del palazzo in cui risiedeva essendo costretto agli arresti domiciliari.
Della sua storia abbiamo già scritto, lanciando a fine maggio una campagna per sostenere la liberazione di una persona la cui età evidentemente dovrebbe essere considerata elemento ostativo alla reclusione.
In questi giorni abbiamo ricevuto una lettera in cui Ennio ci comunica l’ennesima forma di rappresaglia istituzionale da lui subita: gli è stato posto sotto sequestro il libretto postale del conto in cui viene depositata la sua pensione rendendogli impossibile non solo le spese necessarie per la sopravvivenza in carcere e l’accesso alle visite mediche a pagamento, ma anche il versamento dell’affitto della sua casa. Alla magistratura di Stato non è quindi apparso sufficiente recluderlo in carcere a ottant’anni, ma ha voluto deprivarlo di qualsiasi forma di sostentamento, sottoponendolo al rischio di trovarsi senza una casa una volta uscito dal carcere: questo è il Loro “giusto” prezzo da pagare per chi, come Tepepa, non ha mai rinnegato il suo passato e non si è mai piegato sotto i colpi della repressione.
Questa è la lettera che Ennio ha spedito esprimendo la volontà di renderla pubblica:
“Bisogna far sapere che la situazione qui al blocco C è sempre peggio: in un mese sono avvenuti due suicidi per colpa delle condizioni disumane della detenzione che tenta di schiacciare in continuazione la nostra dignità. La maggior parte delle celle è ormai senza coperte sui letti e infestata da topi e scarafaggi. Per accedere alle cure mediche, alle visite e alle terapie è necessario pagare: se chiedi un farmaco perché stai male spesso ti viene negato.
Alla mia età avrei bisogno di molte cure mediche ma nonostante le numerose domandine che ho fatto per vedere il medico ancora nulla si è mosso. Le docce fanno schifo, sono sporche e infestate da funghi: appena un detenuto alza la testa e dice qualcosa viene messo in isolamento senza alcun motivo.
Vi scrivo questo perché è importante che l’opinione pubblica sappia quello che accade qui dentro.
Come se non bastasse stare in queste condizioni a ottant’anni, mi hanno anche sequestrato il libretto postale su cui viene versata la pensione.
Il 12 settembre si terrà la camera di consiglio per chiedere il dissequestro del libretto postale e di altri miei oggetti personali…
Grazie a tutti per le cartoline che sono arrivate.”
Il 15 settembre Francesca Frediani, consigliere regionale, ha fatto visita a Tepepa: le è sembrato molto sofferente visto l’evidente peggioramento delle sue condizioni di salute ed estremamente preoccupato per il fatto di non poter provvedere al pagamento dell’affitto della casa
In attesa che la Camera di Consiglio si esprima su questo ennesimo abuso di Stato, non smettiamo di far sentire la nostra solidarietà: nel mese di ottobre ci ritroveremo in presidio davanti al carcere per far arrivare la nostra voce a Ennio e a tutte le persone recluse.
Tepepa libero!
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