
SIAE. Smartphone e coltelli da cucina
 Una nuova tassa potrebbe abbattersi sull’hitech. A essere colpiti  saranno smartphone, tablet, computer fissi e mobili. Ma anche chiavette  Usb, hard-disk esterni, Tv con funzione di registratore e decoder. In  pratica tutti i dispositivi elettronici che funzionano da archivi  digitali. Un balzello ancora una volta a carico di chi compera un  cellulare o una chiavetta. Andrebbe da 5,20 euro per smartphone e tablet  che acquisteremo, fino a 40 euro per i decoder con memoria interna da  400 GB. Una tassa che peserà maggiormente sui dispositivi low cost.
Una nuova tassa potrebbe abbattersi sull’hitech. A essere colpiti  saranno smartphone, tablet, computer fissi e mobili. Ma anche chiavette  Usb, hard-disk esterni, Tv con funzione di registratore e decoder. In  pratica tutti i dispositivi elettronici che funzionano da archivi  digitali. Un balzello ancora una volta a carico di chi compera un  cellulare o una chiavetta. Andrebbe da 5,20 euro per smartphone e tablet  che acquisteremo, fino a 40 euro per i decoder con memoria interna da  400 GB. Una tassa che peserà maggiormente sui dispositivi low cost.
L’imposta non è nuova. Non tutti lo sanno, ma la paghiamo già.  Nessuno se ne accorge perché gli importi per gli smartphone sono di 90  centesimi e per i tablet non si paga.
 Le cifre sono stabilite dal Decreto del 30 dicembre 2009 che ne  prevedeva il periodico aggiornamento, per adeguarle allo sviluppo delle  tecnologie digitali. Ma perché dobbiamo pagare? Secondo quanto  stabilisce la Siae (Società italiana autori editori): «In cambio della  possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate  dal diritto d’autore». Dunque per fare una copia di contenuti  audio-video di cui siamo già più o meno legittimi proprietari. Per  esempio per portare la compilation di Cd e Dvd su un secondo dispositivo  personale come un lettore Mp3, smartphone o tablet. Ma anche un  programma Tv, un cartone animato e un filmato (anche di YouTube) che  riversiamo su un hard disk esterno. Gli incassi Siae servono dunque per  compensare i mancati introiti degli autori. E ora si richiede un rinnovo  delle cifre per il cosiddetto “equo compenso”.
 La Siae è una società decotta, fallita nei suoi scopi, che nemmeno paga  la maggior parte degli autori, obbligati ad iscriversi. Il governo pare  deciso a sostenerla, estorcendoci dei soldi per il mero fatto che certi  dispositivi ci offrono la possibilità di copiare.
 L’equivalente di arrestare per tentato omicidio chiunque abbia in casa un coltello da cucina.
La posta in gioco, se le cifre restassero quelle proposte, non è da poco. Facciamo due conti. Le stime di acquisto del comparto hitech in Italia per il 2014 parlano di 16 milioni di nuovi smartphone. Più almeno 8 milioni di tablet e circa 10 milioni tra computer (desktop, notebook, ultrabook) e Tv. Quasi tutte le Tv hanno anche una porta Usb, dunque sono soggette alla tassa. Fatta la somma e moltiplicata per un importo medio di almeno 5 euro viene una cifra superiore a 160 milioni di euro. Aggiungendo chiavette Usb, hard-disk e decoder si raggiungono facilmente 200 milioni di euro.
Ne abbiamo parlato con Lorenzo, un compagno che si occupa di comunicazione digitale. Ascolta la diretta:
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