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#Statesereni: erano, sono e saranno impresentabili

Chissà se su Di Luca si giustificherà dicendo: è la prima volta che vengo smentito dopo aver mentito?

Scherzi a parte, è’ da mesi che, constatandone la sua consistenza come uomo di Governo, ribadiamo anche come agli occhi dei più il premier si faccia lustro della spregiudicatezza delle sue stesse affermazioni, dell’esaltazione di qualunque tema lo faccia trasparire forte e, in qualche modo, maggiormente autorevole. Con questo modus operandi in fin dei conti sta avanzando il suo percorso di riforme obbligate da far arrivare in porto per due principali ragioni: la fiducia del sistema della rappresentanza verso sé stesso e parallelamente quella degli attori finanziari internazionali verso il sistema della rappresentanza italica il cui cono d’ombra viene ristretto ormai alla figura del premier: ciò che egli dice è espunto a espressione di tutto il sistema che lo circonda.

Un compito, questo di Renzi, perlomeno alleggerito dalla comparazione pressoché nulla dettata dall’ inconsistenza e dall’apatia dei Governi “tecnici” che lo hanno preceduto.

Un compito che i (molti) elettori consapevoli hanno sentito come dovuto, come priorità nazionale che porta a lasciar passare ogni aspetto accessorio o formale (ma con riscontri nella realtà materiale che viene ad emergere), in primis quello di una fin troppo evidente esagerazione e perenne autoaffermazione della indiscutibilità del premier, fatta pesare non solo con l’attacco verbale quanto effettivo ai corpi intermedi della società – consumato soprattutto nell’ Autunno scorso – quanto anche con forzare il polso contro i modesti mal di pancia all’interno dello stesso PD, ottenendo un maggior risalto della sua figura.

E’ in questo contesto di sommessa accettazione della tracotanza in primis verbale del premier che questi inciampa proprio laddove ha tanto investito negli ultimi giorni, insistendo sulla “trasparenza” e sulla inconfutabile aurea di “legalità” assoluta (a sua detta assolutamente dimostrata, fino a prova contraria) del suo partito-stampella.

E ora? Nel giochino elettorale in cui trasversalmente, da NCD a FI, passando per l’intonso M5S, si giocherà al tutti contro tutti almeno fino a silenzio imposto, vale la pena di parafrasare Renzi nel dire: #statesereni, tanto sono un po’ tutti #impresentabili quanto lo erano prima.

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