InfoAut
Immagine di copertina per il post

Un ironico rivoluzionario

 

Addio compagno Dalmaviva, in alto i cuori!

Addio Marione Dalmaviva, coetaneo di lotte e aspirazioni, ci siamo conosciuti in quel laboratorio fecondo del 1970, dove prenderà corpo l’Autonomia Operaia che diventerà egemonia politica col Movimento 77 e che finì per portarci in galera stante la vendetta dello Stato.

Come non ricordare le battaglie per la tua-nostra liberazione, le tue striscie delle “due celle” contro l’oppressione, divenute un cult.

Ci abbiamo provato, non ci siamo arresi, dispiace la tua prematura dipartita. Non ti scorderemo.

Vincenzo Milliucci

 

È morto Mario Dalmaviva. Ha resistito più di altri: la statistica dei compagni del Processo «7 aprile 1979» che hanno subìto una ingiusta carcerazione preventiva (fino a 5 anni e 4 mesi, come Mario) e sono morti prematuramente per malattia è impressionante: Luciano Ferrari Bravo, Augusto Finzi, Guido Bianchini, Franco Tommei, Emilio Vesce, Sandro Serafini, Giorgio Raiteri, Paolo Pozzi, Gianmario Baietta, Antonio Liverani… insomma, la galera uccide.

Ma la ribellione di Mario all’ingiustizia è cominciata molto tempo fa, nel 1981, con uno sciopero della fame di sessanta giorni, per rivendicare la propria innocenza: il giudice Caselli lo aveva, poco prima del «teorema» del giudice padovano Calogero, prosciolto da tutti i reati torinesi per cui era inquisito. Ma anche per rivendicare la propria estraneità, dal carcere speciale di Fossombrone, al progetto delle Br di rilancio della lotta armata, attraverso le rivolte carcerarie.

Nonostante questa rabbia profonda, Mario è stato un rivoluzionario dolce, sorridente, che ha accompagnato le nostre galere con l’ironia delle sue vignette. Veniva da sociologia di Trento. Un dirigente di successo alla Bolaffi a Roma («facevo il giovin signore che andava a cavallo a villa Borghese al mattino») che, come Francesco (il riferimento oggi è un po’ scontato) si spoglia dei suoi averi, folgorato dal Maggio francese, partendo con una Vespa da Roma per Torino: lo si è visto per molto tempo all’Ospedale delle Molinette occupate a Torino dirigere l’assemblea operai-studenti della Fiat, con un portafoglio gonfio alla mano.
Aveva da poco conosciuto Sergio Bologna a Milano, Vittorio Rieser a Torino, con il quale aveva fondato la Lega studenti–operai, anticipatrice, con gli scioperi alla Lancia, dell’incontro sociale fra università e fabbrica ai cancelli della Fiat; una miscela esplosiva che per molto tempo ha fatto tremare padroni e sindacati, dalle grande vertenze salariali egualitarie, per lo meno fino alla grande insurrezione del 3 luglio 1969. La lotta continua si chiamava il volantino dell’assemblea permanente operai-studenti, densa di «angeli del ciclostile», che sui tre turni raccoglieva le informazioni di lotta dai reparti e le diffondeva alle porte al turno seguente, in un crescendo continuo di mobilitazione.

Quando l’assemblea operai-studenti «di Mario» si esaurisce, i gruppi di Lotta continua e Potere Operaio (cui Mario aderisce) si dividono. Fino agli ultimi spasimi dello scioglimento di Potere Operaio nel 1973, e anche oltre, Marione (così affettuosamente chiamato per la sua imponente, energetica figura), pur essendo con me e pochi altri in minoranza, dopo il convegno «insurrezionalista» del ’71 a Roma, ha militato nel gruppo con lealtà (e forse ingenuità), ritrovandosi così nel gruppo dirigente della presunta «insurrezione armata» del processo 7 aprile ’79.

Ma la vena poetica della sua vita quotidiana, che non dava tregua alle tendenze «seriose» di noi militanti, irrompe dal grigiore stereotipo del carcere, divenendo essenziale forma artistica: nasce la cella nera firmata «Viva», una vignetta che ha accompagnato, rispettando la tragicità dell’evento, ma sublimandolo nella satira, una generazione di carcerati politici.

Il suo «culone» alla finestra di casa a Torino, che commentava il mondo dagli arresti domiciliari dopo il carcere, è stato l’ultimo atto della sua funzione sociale di vignettista. Poi ha mutato, come molti di noi, le forme del suo impegno, occupandosi, questa volta da imprenditore attento al sociale, di editoria lavorando con la moglie Teresa alla casa editrice Vivalda e a riviste come Alp.
Da qualche anno si erano trasferiti a Perinaldo nell’entroterra ligure, seguendo gli odierni flussi spontanei di «ritorno alla montagna», dopo il grande esodo forzato degli anni Cinquanta verso la città fabbrica. «C’è stata, secondo me – confessò in un’intervista del 2001 – , una grande rivoluzione sociale in Italia; non è diventata, come volevamo noi, rivoluzione politica».

 

una vignetta di Mario Dalmaviva (Milano Libri Edizioni e speciale Linus 1984)

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Emilio Quadrelli, un comunista eretico contro la guerra

Non vi può essere alcun dubbio che tutto il percorso intellettuale e politico di Emilio Quadrelli, scomparso nel 2024, si situi interamente nella scia dell’eresia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Le guerre del Nord e il futuro degli equilibri geopolitici ed economici mondiali

A ben guardare, però, lo scontro apertosi ormai da anni, per il controllo delle rotte artiche e delle materie prime custodite dal mare di ghiaccio che corrisponde al nome di Artico ricorda per più di un motivo la saga della corsa all’oro del Grande Nord che l’autore americano narrò oppure utilizzò come sfondo in molti dei suoi romanzi e racconti.

Immagine di copertina per il post
Culture

Imparare a lottare: la mia storia tra operaismo e femminismo

Torna disponibile in una nuova edizione ampliata, nella collana Femminismi di ombre corte,  L’arcano della riproduzione di Leopoldina Fortunati, uno dei testi di riferimento nella teoria femminista marxista italiana — e non solo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Un’Anabasi post-sovietica. Storia del Gruppo Wagner

Gli uomini in mimetica camminano soli o a coppie dentro fitti banchi di nebbia, a malapena si intravedono i campi desolati attorno alla lingua di cemento.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

È solo imperdonabile ignoranza?

Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.