
Violenze nel Carcere di Ivrea, le prove sulla pelle dei detenuti
Di seguito riportiamo alcune considerazioni della consigliera regionale Francesca Frediani, recatasi oggi in visita al Carcere di Ivrea. Una visita che è seguita alla lettera di un detenuto pervenuta a Infoaut, dove venivano denunciati maltrattamenti e pestaggi da parte della Polizia Penitenziaria. Quello che veniva sottolineato nella lettera era come queste violenze fossero state permesse dalla Direttrice e taciute da dottori e educatori, la prova di un sistema dove ogni attore in campo (detenuti/te esclusi) è parte integrante di violenze quotidiane, fisiche o psichiche che siano. Tuttavia le lotte e le denunce dei detenuti continuano, rompendo il silenzio e arrivando all’esterno.
Una prima iniziativa di solidarietà si terrà Sabato 5 Novembre alle ore 10.30 davanti al Carcere di Ivrea con un volantinaggio informativo, la seconda Domenica 13 Novembre alle quindici, con un presidio.
Seguiranno altre news o aggiornamenti riguardo alla situazione all’interno del carcere.
Oggi ho effettuato un sopralluogo presso il carcere di Ivrea in seguito ai fatti denunciati sul sito Infoaut.
Sono stata accolta dalla direttrice e ho avuto modo di parlare con lei di quanto successo. Ha evidenziato alcuni errori contenuti nell’appello apparso su Infoaut. Ha dichiarato di aver autorizzato soltanto l’uso di caschi e scudi, confermando inoltre di aver consegnato, ma senza aver visionato, le registrazioni dei filmati alla Procura.
Ho chiesto poi di poter incontrare i detenuti coinvolti negli avvenimenti del 24-25 ottobre. La direttrice, l’ispettore e alcune guardie mi hanno accompagnata al piano in cui si trovano Grottini, Dolce e un altro ragazzo di cui non ho afferrato il nome (il “ragazzo con le stampelle”). Qui si sono svolti i fatti.
Surco e Pena Arte sono stati recentemente trasferiti, rispettivamente nel carcere di Novara e in quello di Cuneo.
Da parte loro i detenuti hanno affermato di esser stati ammanettati, di aver subito pestaggi e di esser stati sistemati per due ore, senza vestiti, in un locale soprannominato “l’acquario”, situato al primo piano dell’istituto penitenziario. Nel corso del colloquio i detenuti hanno mostrato ecchimosi e contusioni sul volto e sul corpo. I fatti sono stati confermati da altri due detenuti che quella sera erano presenti nella sezione (pur non essendo stati coinvolti direttamente nelle vicende).
Toccherà quindi alla magistratura, vagliando le immagini, ricostruire come sono andate esattamente le cose.
Da parte nostra, contatteremo il garante regionale dei detenuti Mellano per chiedere un suo intervento in un carcere in cui, a quanto pare, i momenti di tensione sono purtroppo sempre più frequenti. Ci aspettiamo massima chiarezza e approfondimento e ovviamente continueremo a seguire l’evolversi della vicenda.
Francesca Frediani
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