InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’ex capo della Digos che ha condotto le indagini contro Aska e No Tav coinvolto nel caso Almasri

L’ex capo della Digos di Torino Carlo Ambra sarebbe coinvolto nel caso del torturatore libico Almasri.

Secondo quanto riporta Il Post:

“Almasri era stato dapprima fermato per un rapido controllo d’ordinanza mentre era in macchina nel centro di Torino insieme ad altri tre amici (due libici e uno statunitense), la mattina del 18 gennaio; poi, dopo ulteriori accertamenti, era stato raggiunto nell’hotel dove alloggiava, in Piazza Massaua, alle 3 e mezza del mattino seguente, e da lì portato negli uffici della DIGOS della Questura di Torino.

Dopo le procedure burocratiche di rito, era stato trasferito nel carcere Lorusso e Cutugno, dove era rimasto fino al pomeriggio del 21 gennaio, quando era stato rimpatriato insieme agli altri suoi amici, con un aereo in dotazione ai servizi segreti italiani con un volo da Torino a Tripoli.”

A far emergere la vicenda sarebbero state due improvvise promozioni: quella di Carlo Ambra e di Stefano Carvelli, un dirigente della Polizia di Stato che lavorava allo SCIP (Servizio per la cooperazione internazionale della Polizia). Ambra è stato promosso all’Ufficio centrale ispettivo a Roma, un importante organo di controllo e coordinamento delle indagini a livello nazionale incardinato nel dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, tre giorni dopo i fatti che riguardano Almasri. Dopo sette anni in forze alla Questura di Torino l’ex capo della Digos ha assunto una nuova qualifica: consigliere ministeriale aggiunto, che nella gerarchia della Polizia è un grado più giù di questore, e dunque piuttosto in alto.

Carlo Ambra e Stefano Carvelli sono collegati proprio dal caso Almasri. Lo SCIP, di cui Carvelli faceva parte prima della promozione, è infatti “la struttura che ha curato la gestione delle comunicazioni tra la Corte penale internazionale, la questura e la DIGOS di Torino. Era stato proprio lo SCIP, il 19 gennaio, a segnalare alla DIGOS che, in seguito a «intese telefoniche» con la Corte, «la persona in oggetto [cioè Almasri, ndr] risulta ricercata in campo internazionale». E per questo lo SCIP sollecitava formalmente la questura a «valutare la sussistenza delle condizioni e l’opportunità di procedere» all’arresto immediato Almasri. Dopo questa comunicazione la DIGOS aveva deciso di andare all’hotel di Almasri e arrestarlo.”

“Carvelli nello SCIP ricopre un ruolo importante: è l’ufficiale di collegamento con il ministero degli Esteri. Fonti del ministero stesso confermano che Carvelli è a capo di una struttura molto importante, che gestisce le comunicazioni e la condivisione di informazioni per casi come quello di Almasri che riguardano la Corte penale internazionale. La Corte, che ha sede nei Paesi Bassi, comunica in via preliminare con il governo italiano attraverso l’ambasciata italiana all’Aja, che fa capo appunto al ministro degli Esteri, ed è da lì che poi le richieste vengono inoltrate a Roma. L’ufficio di collegamento dello SCIP al ministero degli Esteri è una delle strutture che si sono attivate in quei giorni.”

Anche Carvelli è finito a ricoprire un ruolo particolarmente significativo dopo la promozione: andrà a lavorare alla Direzione centrale della Polizia criminale, uno degli organismi più prestigiosi e delicati nelle attività di indagine e di prevenzione della criminalità, oltre che nella cooperazione con le polizie internazionali.

Il timing di queste promozioni ha suscitato sospetti perché sono avvenute entrambe a pochi giorni dal rilascio del generale libico, responsabile tra l’altro di crimini di guerra. È evidente che l’arresto di Almasri ed il processo di fronte alla corte dell’Aja avrebbe potuto gettare imbarazzo sul governo di Giorgia Meloni e anche sui governi precedenti, quindi se alcuni solerti uomini delle forze dell’ordine avessero “chiuso un occhio” sulla fuga del torturatore probabilmente verrebbero premiati ed allontanati dal loro precedente ruolo come già successo spesso nel nostro paese. Sarà questo il caso?

Carlo Ambra nella sua lunga permanenza alla Questura torinese si è prodigato in una campagna di persecuzione nei confronti dei movimenti sociali. Campagna che è culminata con due inchieste per reati associativi: la prima, l’operazione Scintilla, che portò allo sgombero dell’Asilo Occupato e che si è conclusa con la caduta anche in appello del reato associativo e la seconda contro il movimento No Tav, l’Askatasuna e lo Spazio Popolare Neruda che lunedì 31 marzo andrà a sentenza. Sono state già lungamente sottolineate le anomalie che hanno caratterizzato l’inchiesta contro i No Tav, l’Askatasuna e lo Spazio Popolare Neruda, le strane fughe di notizie che hanno accompagnato lo svolgimento del processo e la particolare convergenza d’interessi tra Procura, Questura, Telt e destra nazionale e locale.

Ambra ha utilizzato ogni mezzo a sua disposizione per tentare di tacitare il dissenso sociale in città con arresti, sequestri, sgomberi e perquisizioni. La sua parentesi come capo della Digos di Torino è stata caratterizzata da una strategia poliziesca e mediatica volta a screditare i movimenti sociali sempre in stretta sinergia con la destra torinese. Se la vicenda che lo vede coinvolto nel caso Almasri si rivelasse vera emergerebbero ulteriori dubbi sul suo operato alla Questura di Torino e sulle inchieste anomale che ha guidato in questi anni.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La Procura (sconfitta),si vendica sugli studenti!

Riprendiamo qui di seguito il comunicato degli studenti e delle studentesse torinesi che continuano a battersi per chiedere giustizia per Ramy e per un futuro migliore per tutti e tutte.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Askatasuna: L’associazione a resistere non si arresta

Riprendiamo una serie di interviste fatte in seguito alla sentenza del processo Sovrano: Radio onda d’urto a Vincenzo:Crollata la montatura giudiziaria-poliziesca che ha cercato di criminalizzare le lotte sociali e l’opposizione alla grande opera inutile e dannosa del TAV con l’accusa di associazione a delinquere, l’associazione a resistere in un comunicato ribadisce che “Non si […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cade l’accusa per associazione a delinquere: una vittoria per le lotte sociali del Paese!

Riprendiamo il comunicato di associazione a resistere: Oggi il Tribunale di Torino ha pronunciato la sentenza in primo grado per il processo “Sovrano”: tutti e tutte assolti per il capo di associazione a delinquere! Le pene per i reati singoli sono stati ridimensionati. Un passaggio epocale per le lotte di tutto il Paese. Questo non […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il processo contro Askatasuna e No Tav “riguarda tutti”. Sotto accusa il diritto al dissenso. Lunedì la sentenza

Lunedì 31 di marzo è una giornata importante per le persone che si rivedono nelle lotte e nei movimenti nati attorno alla storia dei centri sociali in Italia

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Iniziati i lavori per la rotonda a San Didero

Questa mattina sono iniziati i lavori per la costruzione della rotonda di accesso al futuro autoporto di San Didero. Telt, per l’ennesima volta, non si è fatta scappare l’occasione per portare in Valsusa ulteriori disagi, soprattutto alla circolazione sulla statale. Con l’aiuto dei solerti operai e delle onnipresenti forze dell’ordine, la circolazione procede tutt’ora a […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sentenza Processo Sovrano: presidio al Tribunale di Torino di Associazione a Resistere

Lunedì 31 marzo ci sarà la sentenza del Processo Sovrano che vede 28 imputati di cui 16 accusati di associazione a delinquere, compagni e compagne che da decenni si spendono nelle lotte e partecipano alle esperienze politiche e sociali di Askatasuna, Movimento No Tav e Spazio Popolare Neruda. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]