13 MAGGIO, ESPLODE IL BOICOTTAGGIO #NOINVALSI
Nelle settimane passate la campagna NOINVALSI ha dato vita ad assemblee, occupazioni temporanee di uffici legati al mondo dell’istruzione, volantinaggi e collettivi nella stragrande maggioranza delle scuole italiane, una campagna che ha dato vita a percorsi di lotta nelle scuole e nelle città, percorsi che hanno saputo radicarsi e diffondersi in tutti i territori e di cui oggi vediamo i frutti. Striscioni per dire “No” alle prove sono comparsi sui cancelli di moltissime scuole in moltissime città, volantinaggi a Brescia, picchetti a Cosenza, un corteo di studenti si è riversato oggi per le strade di Napoli e in molte città si sono moltiplicati i presidi di studenti e insegnanti mentre, a Milano, il non eletto premier è stato contestato durante una sua visita. Iniziative spontanee ed organizzate si sono date quindi in ogni parte della penisola per dire “No” ai test Invalsi.
Oltre alle molte iniziative svoltesi in varie città, un dato interessante è il rifiuto generale e diffuso di compilare le schede, di farsi valutare sulla base di domande a crocette, di farsi inserire in una classifica che dovrebbe dirci quali sono le scuole di serie B e quali quelle di serie A, una classifica che non tiene conto di differenze sociali e territoriali, che non considera la capacità critica e che ripropone un concetto di meritocrazia assolutamente dannoso e insensato.
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