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La campagna Maker Faire Per chi per le vie della Sapienza

 

Oggi, martedì 13 ottobre, come studenti e studentesse della Sapienza abbiamo deciso di sfilare in corteo per le strade della nostra università per dare voce a tutte e tutti quelli che vivono l’università e la attraversano ogni giorno, che da più di una settimana sono costretti a vivere un disagio costante provocato dall’allestimento della Maker Faire, che verrà inaugurata venerdì 16 ottobre. Questa fiera, come abbiamo ribadito tante volte, è il frutto di una decisione della governance universitaria che ancora una volta,come tante altre in passato, ha scavalcato completamente i pareri e i bisogni della comunità studentesca, dei docenti,dei ricercatori e dei lavoratori. La scelta di ospitare questa grande fiera all’interno dello spazio pubblico della sapienza risulta quindi completamente calata dall’alto.

 

Il modello di innovazione e di lavoro che propaganda la Maker Faire ci parla di un maker geniale che con la propria idea crea una piccola start up e la vende alla grande azienda e così soddisfa i propri bisogni economici e di realizzazione professionale. In poche parole il paradigma del “merito” che ci vendono da anni nelle università, che giustifica solo un esclusione sempre più grande dal welfare studentesco e dal mondo del lavoro. Ma la realtà ci parla di un 45% di disoccupazione giovanile e di una ricerca che sta morendo. Quindi è ancora più grave che nell’università pubblica in macerie si proponga un modello di conoscenza che è direttamente impresa e non di ricerca scientifica libera e condivisa, e un falso modello per uscire da precarietà e disoccupazione che spinge solo alla competizione.

È la prima volta nella storia che gli spazi di quest’Ateneo vengono affittati nella loro totalità alle multinazionali della tecnologia (Microsoft,Intel,Eni, Google) e la prima volta che fanno pagare gli studenti per accedervi; tutto questo con l’aggravante di aver mandato in ferie forzate i lavoratori della Sapienza e aver invaso da settimane la città universitaria con un gigantesco cantiere che rende impossibile circolare liberamente. Oggi dunque, come annunciato, abbiamo portato avanti una giornata di mobilitazione rivendicando accesso libero e gratuito allo spazio universitario nei giorni della fiera, trasparenza riguardo l’entità dei fondi che la Sapienza otterrà per quest’evento e come intenda investirli e la garanzia che un evento così pensato e costruito non si ripeta mai più all’università.

Durante il corteo siamo passati alla mensa di via De Lollis denunciando la chiusura e il licenziamento dei lavoratori delle mense di Ingegneria ed Economia, emblema dei veri problemi che affliggono l’università; abbiamo poi sanzionato con le scritte della campagna i tendoni della fiera. Il corteo è terminato sotto il Rettorato dove ad accoglierci c’era un assurdo dispiegamento di forze dell’ordine con casco e manganello mentre il Rettore invitato ad incontrarci non si è fatto vivo.
L’unica risposta è stato l’annuncio della riduzione del biglietto a 2€, per gli studenti della Sapienza il venerdì pomeriggio. Noi non vogliamo l’elemosina: il problema non è il prezzo ma il fatto stesso di dover pagare per entrare! Il silenzio assordante del Magnifico e della dirigenza dell’università ci legittima ancor più a portare avanti questa campagna.

Venerdì 16 ottobre alle 14.00 saremo a Piazzale Aldo Moro per pretendere, come scritto sullo striscione di oggi, il “libero ingresso nella nostra università”.

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