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Sciopero dell’università: contro tagli, precarietà e guerra

Per avere un lavoro stabile nell’università allo stato attuale è richiesto ad ogni lavorator di sopportare tra i 15 e i 20 anni di precarietà lavorativa che costringe ad una vita precaria a 360 gradi.

da Radio Blackout

L’università attuale si sorregge su questo meccanismo di sfruttamento del lavoro: “Precarietà significa assenza di garanzie contrattuali, assenza di orario di lavoro, subordinazione della conoscenza, della ricerca e della formazione agli interessi del mercato e della guerra, in nome dei quali si legittima proprio l’ulteriore precarizzazione del lavoro in università garantita da questa proposta di riforma.” Si legge dal comunicato delle Assemblee Precarie.

Lunedí 12 Maggio, infatti, è stato indetto, uno sciopero universitario nazionale, con l’appoggio delle sigle sindacali (Flc-Cgil, Usi, Cub, Usb, Cobas, Adl Cobas, Clap). L’eliminazione della Riforma Bernini, la condanna di un sistema lavorativo fallace e nocivo, così come la complicità di questo modello universitario con un progetto governativo bellicista, che sottreae fondi a istruzione e ricerca, sono le parole chiave di questa mobilitazione.

E’ già arrivata la condanna del Mur, Ministero dell’Università e della Ricerca, verso questa mobilitazione definendo la collaborazione con i sindacati “dannosa per il paese”. Non di meno ci saranno mobilitazioni in molte città d’Italia tra cui Roma, Firenze, Pisa, Napoli, Bologna, Padova e Milano.

A Torino la giornata inizierà dalle 7:30 con i blocchi al Castello del Valentino, preseguirà con un pranzo condiviso, il corteo cittadino alle 14:30 per concludersi con un assemblea in rettorato alle 17:oo.

Ne parliamo con Jek dell’Assemblea Precaria Universitaria Torinese:

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