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Stalingrad 365, How to do. Gli studenti medi incontrano il movimento No Tav

E noi come student* med* abbiamo spesso attraversato questo movimento, in maniera pienamente organica, solamente in maniera collaterale o anche in modo solidaristico. Dentro questo il network Studaut ha seguito da vicino le vicende di quest’estate e dal contatto reale con i moltissimi volti del movimento sono nate alcune riflessioni di raccordo tra il No Tav e quello studentesco. Da un lato riconoscendo come molte parole d’ordine sul reale siano profondamente comuni e vicine, specialmente guardando all’autunno prossimo “in divenire” e alla recente manovra finanziaria, dall’altro andando a leggere (seppur nella differente composizione e identità) cosa noi student* in lotta abbiamo da “imparare” da quest’esperienza.

Molto di più di un “No”

No Tav, un no chiaro ed evidente, semplice e palese che però significa anche moltissime altre cose. Innanzi tutto dire No all’alta velocità significa riuscire ad immaginare un nuovo modello di sviluppo più a misura di uomo e meno a misura del grande capitale e del mercato (e già dentro questo c’è moltissimo!). Dire No alla Tav significa dire No ad uno sperpero di soldi che potrebbero benissimo essere invece investiti nella scuola italiana (dall’edilizia scolastica, all’offerta formativa, al welfare studentesco ecc… ecc…).

Dire No alla Tav è sostanzialmente dire No al debito e alla politica della finanziarizzazione utilizzata come ricetta per uscire dalla crisi sulle nostre spalle. Significa far pagare la crisi a chi l’ha provocata e non a chi già con molte difficoltà riesce appena ad arrivare alla fine del mese. Significa dentro questo rompere anche la tendenza che intende la scuola come un’azienda fabbrica-precarietà, come un posto dove riciclare profitto, dividendo sempre di più tra chi si può permettere un istituto di serie A, magari privato e chi invece è destinato a un istituto di serie B. Vuol dire rompere con la tendenza a rendere produttiva anche la fase dell’apprendimento attraverso gli stages, gli anni di lavoro sostitutivi all’obbligo scolastico, e le altre mille modalità di sfruttamento non retribuito che si stanno facendo strada nelle nostre scuole.

Una comunità che respira

“Uno dei grandi nodi irrisolti […] del ciclo di lotta alla Riforma Gelmini è stata l’incapacità soggettiva di costruire una narrazione collettiva che andasse oltre al vertenzialismo (sempre fondamentale, ma a volte riduttivo) e radicasse invece il tentativo di costruire spazi, luoghi e saperi sistematicamente contro e oltre in una dinamica radicalmente comunitaria e sempre meno individualista.

Uscire da una certa ritualità per rimettere in gioco livelli più articolati è a nostro parere diventato un elemento di necessità per non perdere pezzi per strada e per rinvigorire e potenziare il movimento.” (Presto capirete le virgolette!!!)

In questo senso il movimento No Tav ci può insegnare moltissimo, l’esperienza di autorganizzazione, di autogestione della “Libera Repubblica della Maddalena” traccia già un segno potente e interessante, e già tutta per intero una costruzione forte di alterità, e come questo molti altri saperi e pratiche sedimentati.

Insomma la carne sul fuoco è moltissima, e pensiamo sia importante parlarne tutti insieme e condividere le esperienze che ci portiamo dietro.

Stalingrado in ogni città!

[…] Città, Stalingrado, non possiamo

giungere alle tue mura, siamo lontani.

Siamo i messicani, siamo gli araucani,

siamo i patagoni, siamo i guaranì,

siamo gli uruguaiani, siamo i cileni,

siamo milioni d’uomini.

E abbiamo altra gente, per fortuna, nella famiglia,

ma non siamo ancora venuti a difenderti, madre.

Città, città di fuoco, resisti finchè un giorno

arriveremo, indiani naufraghi, a toccare le tue muraglie

con un bacio di figli che speravano di tornare.[…]

(Canto d’amore a Stalingrado, Pablo Neruda)

 

Programma

Ore 16: Tavola rotonda su comunità e movimento (intervengono la redazione di Studaut, il Kollettivo Studenti Autorganizzati Torino e alcuni studenti della Val Susa)

Ore 17.30: Momento assembleare verso un autunno di lotte studentesche “in divenire”

Venite numerosi!

 

Studaut network

Per info scrivete a studaut@gmail.com e su www.studaut.it

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