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Torino, la zona rossa dell’inaugurazione accademica

Questa mattina come studenti, borsisti e lavoratori dell’università e del politecnico di Torino abbiamo organizzato una manifestazione per contestare l’inaugurazione dell’anno accademico alla presenza del ministro del lavoro Elsa Fornero, quello della Sanità Renato Balduzzi, i rettori e i baroni dell’università. La cerimonia si è tenuta nel palazzo che ospita il Conservatorio in piazza Bodoni.

Appena arrivati nei pressi del Conservatorio lo scenario che ci si è presentato è stato quello di una zona rossa in piena regola, con tutte le vie d’accesso blindate dalle forze dell’ordine in uno schieramento esagerato.

Dopo un presidio di un paio d’ore, si è deciso di muoversi in corteo per aggirare gli sbarramenti di polizia e entrare in piazza Bodoni. Si è più volte tentato di deviare verso il Conservatorio:  le forze dell’ordine hanno risposto caricando ripetutamente e in maniera violenta, provocando diversi feriti e contusi.

Il corteo non si è fatto intimidire dalle cariche: si è mosso compatto verso il centro città, bloccando il traffico in Via Po e in seguito il ponte della Gran Madre. Dopo un blocco davanti alla Gran Madre, il corteo ha deciso di spostarsi verso l’università, per raccontare agli studenti quanto accaduto.

Mentre ministri e baroni brindavano all’inaugurazione di un anno accademico, dove da inaugurare ci sono solo le macerie dell’università, gli studenti subivano la violenza immotivata delle forze dell’ordine.

Ribadiamo le ragioni che ci hanno portato in piazza: in un’università che va verso la privatizzazione, con una didattica sempre peggiore e inqualificante e il diritto allo studio  mutilato in favore delle speculazioni di impresari e politicanti, non c’è spazio per i bisogni degli studenti.  Il trattamento che ci è stato riservato oggi lo testimonia ancora una volta.

Non ci intimidiscono le violenze gratuite della polizia, nè l’indifferenza delle istituzioni. Continueremo senza indugi la nostra lotta, per un’università a modello di studente, libera e pubblica.

Verdi Quindici Occupata

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