Torino, studenti del Colombatto in strada contro freddo e ratti nelle aule
Gli studenti e le studentesse dell’Istituto Professionale Colombatto di Torino questa mattina hanno disertato le aule della succursale in segno di protesta contro le condizioni inaccettabili in cui versa l’edificio. Riunitisi in assemblea all’esterno della scuola hanno chiesto interventi immediati per porre fine a questa situazione. Di seguito riportiamo il comunicato del Collettivo Colombatto:
Oggi noi studenti dell’I.P.S.S.E.O.A. “Colombatto” ci siamo rifiutati di entrare nelle aule della succursale perché la situazione che persiste in alcune classi (freddo e presenza di ratti) non permette più il normale e necessario svolgimento delle lezioni.
Alle 8 ci siamo radunati e trovati in assemblea davanti all’ingresso della sede secondaria discutendo della situazione che ora mai persiste da più di un mese, è subito sopraggiunto un docente a rassicurarci riguardo la questione. Noi studenti abbiamo continuato a presidiare l’ingresso in attesa dell’arrivo della preside con la quale abbiamo subito concordato un incontro, la discussione ha evidenziato la volontà della dirigenza di trovare una soluzione rapida effettuando nuovi interventi e ricontattando nuovamente chi di dovere.
La cattiva gestione e manutenzione degli edifici scolastici, da parte della città metropolitana (proprietaria dello stabile) ha portato alla situazione che siamo costretti a vivere in questi giorni; inoltre assistiamo da anni a politiche scellerate che non fanno altro che tagliare fondi e finanziamenti alla scuola pubblica ultimo esempio la “buona scuola”, le scuole in Italia cadono a pezzi, metà di queste sono state costruite prima della normativa antisismica e che, di anno in anno, sono sempre più esposte a crolli, allagamenti e incidenti di vario genere. È per questo che consideriamo non sufficiente la risoluzione dei governi che si sono avvicendati in questi anni.
Un esempio per tutti nonché uno dei “cavalli di battaglia” del governo Renzi è il piano sull’edilizia scolastica il quale doveva prevedere ingenti investimenti per rimettere a norma le scuole sia dal punto di vista strutturale sia sul piano dell’innovazione. Gli studenti italiani ad un anno di distanza da annunci vari possono osservare il fallimento della manovra e a cadere è l’impalcatura mediatica del governo. La scuola pubblica non ha bisogno di interventi di facciata ma di misure reali e consistenti.
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