Torino, studenti occupano il Cda Edisu e respingono il bando
Dopo il via libera del consiglio regionale, infatti, per oggi pomeriggio era prevista l’approvazione definitiva del bando tramite il Cda dell’Edisu, l’ente regionale per il diritto allo studio da cui gli studenti sono stati ormai da tempo estromessi da qualsiasi decisione sul proprio futuro universitario: nel tardo pomeriggio un centinaio di loro hanno fatto irruzione nella sede dell’ente, interrompendo il Cda e reclamando a gran voce che il bando proposto la scorsa settimana non venisse approvato.
Il blitz è stato causa di grande nervosismo per Umberto Trabucco, il presidente dell’Edisu di emanazione leghista, che prima si è lanciato in una serie di insulti e intimidazioni nei confronti degli studenti presenti, arrivando ad affermare che non avessero alcun diritto di presenziare all’incontro, e poi, constatando l’inesistente effetto suscitato tra gli autori dell’irruzione, ha preteso che all’interno del Cda rimanesse solo una piccola delegazione. Una proposta che è stata ovviamente respinta dagli studenti, che non solo hanno presidiato tutti insieme la seduta del Consiglio fino alla fine, ma hanno anche ottenuto che il bando venisse scartato e che al suo posto venissero riconfermati i criteri utilizzati durante l’ultimo anno che non considerano la media dei voti come elemento determinante per l’accesso alla borsa.
Una vittoria parziale, certo, dal momento che il problema di fondo resta quello della progressiva riduzione dei fondi destinati al diritto allo studio, ma il risultato di oggi, arrivato dopo una settimana di mobilitazione permanente, segna comunque un risultato importante contro chi una volta di più avrebbe voluto approvare sulla testa degli studenti il colpo di grazia definitivo al diritto allo studio. Ora la battaglia si sposterà dunque verso l’autunno per premere sul bilancio regionale e per un rifinanziamento dei fondi destinati alle borse.
Usciti dalla sede dell’Edisu gli studenti si sono riuniti in assemblea in una vicina piazza per poi tornare a muoversi in corteo selvaggio e rilanciare su nuove assemblee all’interno delle residenze per decidere come proseguire la mobilitazione.
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