Università di Torino: occupata la presidenza di Lettere e Filosofia!
Il consiglio di facoltà di lettere e filosofia in data 9 maggio ha votato un calendario accademico che prevede la riduzione del numero di appelli d’esame da 7 a 5, rispettivamente distribuiti in 5 e 3 sessioni.
Oggi, 11 maggio 2011, un gruppo di studentesse e di studenti di lettere e filosofia ha occupato la presidenza di lettere e filosofia e richiesto al Preside di facoltà Massobrio un incontro urgente. Questi non ha voluto concedere l’incontro.
Il presidio ha dunque deciso di mantenere l’occupazione della presidenza e da qui scrivere un appello per sensibilizzare tutti gli studenti e i docenti della facoltà sull’avvenuto, e per fare una serie di richieste al consiglio di facoltà e agli organi competenti:
Di spiegare pubblicamente le ragioni della scelta di un calendario con soli 5 appelli;
Di tornare ad un calendario accademico con 8 appelli d’esame, come previsto tra l’altro dai regolamenti di facoltà e di ateneo (vedi allegato);
Che la prossima commissione didattica si svolga a porte aperte, ovvero che sia permesso agli studenti di parteciparvi;
Che siano pubblicate e comunicate le date dei consigli di facoltà ed i rispettivi ordini del giorno, oltre ai loro verbali (in tempi brevi: gli ultimi verbali pubblicati sul sito di facoltà risalgono a più di due anni fa!);
Facciamo notare come la riduzione degli appelli comporti diversi disagi per la vita degli studenti, e non solo. Una riduzione delle sessioni d’esame comporta un sovraffollamento degli appelli, a danno sia degli studenti che dei docenti.
Data l’immensa mole di esami (o di moduli di esame integrati che di fatto riguardano tutt’altri programmi), un minor numero di appelli non incrementa la qualità dello studio: noi studenti infatti ci vedremmo costretti a preparare in un arco di tempo troppo breve numerosi esami contemporaneamente, spesso inerenti discipline non affini. Questo si traduce inevitabilmente nel sacrificio della qualità a favore di uno studio approssimativo e frettoloso volto ad accumulare i crediti necessari a restare “in corso”. Gli studenti faranno sicuramente più fatica a sostenere 60 crediti all’anno, con l’immediata conseguenza di allungare i tempi di conseguimento della laurea: questo significherebbe per tutti gli studenti il pagamento di ulteriori esose tasse universitarie per gli anni di ritardo, e per i borsisti vedere compromesso il loro diritto allo studio.
A complicare ulteriormente la situazione, quest’anno vi sarà ancora la convivenza di due differenti ordinamenti ordinari (il “nuovissimo” ed il “nuovo” ordinamento): questi ultimi in particolare hanno ancora percorsi didattici articolati per la gran parte in esami da 5 CFU, e per sostenere 12 esami all’anno dovrebbero sostenerne (e passarne) ben 4 ogni sessione d’esame!
Quest’anno inoltre diversi corsi sono stati attivati nel secondo semestre, rendendo di fatto inutilizzabili le sessioni invernali.
Crediamo infine che un miglioramento della qualità della didattica debba passare innanzitutto da un ripensamento delle modalità di articolazione dei corsi a fronte di un confronto con gli studenti, e non con un mero “taglio” degli appelli.
Assemblea di Facoltà di Lettere e Filosofia
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