194: 40 anni di libera scelta?
Oggi, 40 anni fa, veniva approvata la legge 194: un compromesso in un clima di forte scontro nel Paese. Venne de-penalizzato l’aborto e istituiti i consultori per tutelare e informare sulla salute sessuale e riproduttiva.
Dopo qualche decennio non bisogna dare nulla per scontato. Al diritto all’aborto libero e gratuito nelle strutture del servizio sanitario nazionale si è accompagnato il “diritto” d’obiezione di coscienza che oggi è in media del 70%, raggiungendo il 90% in alcune regioni. Ai consultori sono stati levati i finanziamenti molti sono passati nelle mani dei privati (religiosi), altri sono diventati semplici ambulatori. La contraccezione gratuita è un miraggio e anche quella d’emergenza (pillola del giorno dopo o di cinque giorni dopo) è messa a serio rischio. La nuova circolare ministeriale sui farmaci indispensabili da banco non la prevede, fornendo ai farmacisti un potere spropositato di incidere sulle scelte delle donne.
La possibilità di compiere delle scelte e poterle portare a termine diventa quindi ogni giorno più difficile per le donne, e in particolare per le giovani. Nelle ultime settimane diverse associazioni Pro-Vita di cattolici integralisti, vicine ai fascisti e alla destra, hanno riempito i muri di alcune città di foto raffiguranti feti a dimensioni cubitali scrivendo che l’aborto è la prima causa di femminicidio, che la 194 è una strage di stato.
In molte città la rete Non Una di Meno ha lanciato assemblee e mobilitazioni per il 22 maggio e il 26 maggio. Ribadire la determinazione a scegliere su se stesse e sulla propria vita è più che mai importante.
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