#8 marzo: Io decido!
Parallelamente crescono gli attacchi alla libertà di scelta in tema di maternità, sessualità e salute delle donne. In Spagna la proposta di legge Gallardón riafferma l’obiezione di coscienza per tutto il personale medico, limita fortemente la possibilità di interrompere la gravidanza, ne attribuisce la decisione esclusivamente ai medici e rende l’aborto nuovamente reato. In Grecia i tagli alla sanità hanno eliminato l’aborto dalle prestazioni mediche gratuite, a dimostrare ulteriormente come le politiche neoliberiste di risanamento non siano indifferenti al genere. In Italia il Movimento per la Vita si fa strada nei consultori, negli ospedali, nelle scuole mentre il Piemonte continua a distinguersi come punta di diamante di una ristrutturazione della sanità (all’insegna di tagli, introduzione di personale dequalificato e volontario e privatizzazioni) costruita sui corpi e la salute delle donne.
La bocciatura da parte del parlamento europeo della risoluzione Estrela contro la discriminazione sessuale e per i diritti delle donne è solo l’ennesimo conferma di quanto da tempo ci ha insegnato la saggezza delle lotte: gli unici diritti cui l’Unione Europea si dimostra sensibile sono quelli accampati dai grandi interessi della finanza globale e del mercato, garantiti con la spoliazione delle risorse, dei territori, delle nostre vite. Destinatario politico delle nostre rivendicazioni dunque non è l’Europa delle istituzioni, garante formale e distruttore sostanziale dei diritti di tutt*, ma quelle migliaia di donne e uomini che ogni giorno costruiscono – sull’inimicizia contro i poteri che li affamano, respingono, controllano – lo spazio di una solidarietà senza frontiere.
A loro ci rivolgiamo scendendo in piazza oggi, nel giorno emblema di una lotta che vorremmo sempre meno simbolica e sempre più materiale, sempre meno ansiosamente alla ricerca di riconoscimenti formali e parità aritmetiche e sempre più impegnata nei luoghi dove le basi, concrete e tangibili, della nostra autonomia si costruiscono. Nell’opposizione ad ogni forma di controllo violento esercitato sui nostri corpi e sulla nostra scelta adattando le nostre possibilità di vita a modelli precostituiti o alle esigenze del pareggio di bilancio. Nei territori da difendere contro la depredazione delle risorse di qualità per l’esistenza di uomini e donne.
Nelle pratiche di riappropriazione di casa e reddito con le quali ci opponiamo all’immiserimento delle condizioni di vita nostre e delle nostre famiglie, comunque esse siano composte. Nel rifiuto di pagare i costi della crisi, crisi di una modello sociale e produttivo che quando non ci ha escluse, ci ha incluse per sfruttarci meglio. Oggi qui, domani nelle lotte quotidiane.
Dalle h. 19-20.30 sulle libere frequenze di Radio Infoaut e Radio Blackout seguiranno report e approfondimenti da tutte le piazze italiane!
Per un 8 marzo di lotta!
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