Bologna, in centinaia in corteo per Atlantide
Dopo lo sgombero effettuato nella mattinata di ieri venerdì 9 ottobre, un corteo molto partecipato si é riversato oggi nel centro città, in una giornata piovosa che comunque non ha fatto desistere centinaia e centinaia di persone solidali dallo stare al fianco degli attivisti e delle attiviste dello spazio sociale. “Atlantide resiste, è ovunque ed è pronto a debordare per la città” lo slogan su cui si è svolta la manifestazione.
La partenza del corteo si è data proprio di fronte al cassero di Porta Santo Stefano, dove per oltre sedici anni é stata scritta una storia importante del movimento di genere bolognese e non solo. Di fronte alla squallida muratura del portone principale é stata lasciata una scritta “Atlantide Ovunque” a sottolineare che lo sgombero non fermerà la storia di chi quel posto lo ha fatto vivere.
Il notevole dispiegamento di celere davanti e dietro il corteo é stato da subito criticato nei numerosi interventi, che hanno anche puntato il dito contro Merola e il doppiogiochismo della sua giunta. Non é stato risparmiato nemmeno il presidente del quartiere Santo Stefano: il centro di quartiere, vicinissimo al cassero omonimo, é stato sanzionato con un attacchinaggio artistico e la scritta “Giorgetti fascista”.
Tralaltro nella giornata di oggi è arrivata la notizia che il gip aveva negato l’istanza di sequestro – avanzata dalla procura cittadina – dei locali dove sorgeva Atlantide, configurando così la decisione presa dalla giunta in chiave tutta politica, all’interno di un balletto tra gruppi di potere giocatosi tutto sulla testa dello spazio di porta Santo Stefano.
Al corteo hanno preso parte tutti i collettivi cittadini, rappresentanti del sindacalismo di base e conflittuale, alcuni attori istituzionali e tante altre persone solidali. Giunti al Cassero di Porta Saragozza, luogo simbolo delle lotte di genere dove nacque il primo centro LGBTQ d’Italia, il corteo é poi proseguito fino a Piazza San Francesco, con la ripromessa che lo spirito di Atlantide farà ancora parlare di sé e che non sarà uno sgombero a fermare un percorso di autodeterminazione, antisessismo e libertà tanto sentito quanto vissuto all’interno della città.
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