Chi sulla banchina, chi in passerella, chi si muove. Aggiornamenti sul presidio alla Diciotti.
Dopo tre giorni la nave Diciotti è ancora bloccata al porto di Catania, il presidio permanente che si è formato sin dalla prima sera cresce sempre più di numero. Alcuni brevi aggiornamenti sulla mobilitazione che sta provando a far sentire la sua vicinanza al gruppo di richiedenti asilo imprigionati sulla nave della marina militare.
Il 22 pomeriggio più di 300 persone hanno presidiato il porto, dopo diverse pressioni è stato autorizzato la discesa dei 27 minori non accompagnati imprigionati sulla Diciotti, lo sbarco è iniziato alle 23.30 ed è proseguito fino alle 2 di notte. Il presidio non si smobilita perché ha intenzione di aspettare che tutti le donne e gli uomini vengano liberati. Ieri il gruppo era ancora molto nutrito e, durante la giornata, sono state portate avanti diverse azioni volte a raggiungere la nave della guardia costiera e liberare i migranti. Il presidio si è avvicinato verso la celere cercando di raggiungere la banchina, nel frattempo un gruppo di attivisti ha cercato di raggiungere la nave con un gommone al grido di “freedom, hurrya, libertà”. Ostacolati dalla polizia una prima volta hanno riprovato ad avvicinarsi per fare sentire vicinanza e solidarietà ai prigionieri della Diciotti.
Nella giornata di ieri Forza Nuova, in cerca di un po di pubblicità, ha annunciato un’inizativa spot contro lo sbarco dei migranti e per la chiusura del porto alle ore 19. La zona in cui è stato chiamato il presidio di FN è stata occupata da un gruppo di antifascisti. Alla fine uno sparuto gruppo di 20 fascisti ha raggiunto il porto poco dopo le 19, come sempre scortati dalle forze dell’ordine, provando a raggiungere il luogo del presidio prima di essere bloccatii. Dopo alcune colluttazioni tra forze dell’ordine e antifascisti, questi ultimi hanno approfittato del momento di caos per raggiungere la banchina sopra il molo di ormeggio della Diciotti. Nel frattempo, nello spiazzo del presidio principale, altri attivisti hanno bloccato le camionette della celere sedendosi a terra e frapponendo i loro corpi al passaggio delle forze dell’ordine. Altri, invece, hanno approfittato della confusione per eludere il blocco della polizia e raggiungere la nave passando a salti sulle imbarcazioni adiacenti la banchina e sfruttandole come una via d’accesso. Altri ancora si sono buttati in mare provando ad arrivare a nuoto. La giornata, molto partecipata, si è conclusa quando il presidio si è spostato di fronte la Diciotti per mandare un saluto ai migranti prima che iniziasse la loro terza notte sulla nave prigione.
I solidali hanno annunciato che non smetteranno di presidiare il porto fino a che non toccherà terra anche l’ultimo migrante. Nel frattempo le persone a bordo hanno appena iniziato lo sciopero della fame.
(foto Luigi D’Alife)
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