Il paradosso di una legge che fa il contrario di quel che dice
Formulata a partire dalla Legge Mancino, che dal 1990 punisce dichiarazioni e retoriche che incitano all’odio verso le minoranze etniche e religiose, la Legge ha però incorporato un emedamento, proposto dall’onorevole Gregorio Gitti di Scelta Civica, che recita così:
“Non costituiscono discriminazione aggravata dall’antisemitismo le opinioni assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attivita’ di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”.
Si dà così lo strano paradosso di una legge che di fatto tutela quelli che dovrebbe punire, perché di fatto permetterà l’impunità ai vari leghisti, neo-fascisti e cattolici integralisti che non perdono occasione di lanciare i loro strali contro omosessuali, trans e quanti non rientrano nella loro concezione di “normale comportamento sessuale”.
L’applicazione di questo emendamento, che con molta probabilità troverà una veloce approvazione in Senato, rischia tra l’altro di mettre in discussione lo stesso impianto della LeggeMancino, aumentando la liceità delle dichiarazioni razzistiche, dal momento che pure queste sono “opinioni assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attivita’ di natura politica”…
Campione di questa mediazione al ribasso, il deputato (omosessuale) del Pd Ivan Scalfarotto, che si è detto commosso per i complimenti ricevuti dal segretario del suo partito, l’ex-sindacalista Epifani, per l’accordo trovato su quello che si annuncia come un monstrum giuridico tra i peggiori dei tanti prodotti dal Palamento italiano.
Su questi temi, abbiamo fatto una chiacchierata con Maurizio, attivista del circolo glbtq Maurice di Torino:
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da: radioblackout
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