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21 settembre: in ricordo di Zakie Oh!

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Il 21 settembre 2018, Zakie Oh! – un membro della comunità LGBTQIA+ ateniese, sieropositiv*, genderqueer, drag queen, antifascista e attivista per i diritti umani –  viene brutalmente assassinat* da due commercianti Evangelos Dimopoulos e Athanasios Hortarias in Gladstonos Street a Omonia. L’omicidio si è consumato in pieno giorno in nome della difesa della proprietà del commerciante. Complici diretti dell’omicidio sono stati i poliziotti giunti sul posto che hanno contribuito alla violenza e i testimoni indifferenti che guardavano mentre Zakie veniva picchiat*.

Dopo un processo durato quasi quattro anni, tutti i poliziotti sono stati assolti e la corte ha inflitto a Dimopoulos e Hortaria una pena detentiva di 10 anni: al primo è stato concesso lo sconto di pena agli arresti domiciliari e il secondo è stato rilasciato dopo due mesi dalla condanna.

Personalità come Zakie rappresentano “un ostacolo alla “gentrificazione” e alla “riqualificazione” del centro cittadino” recita il testo di introduzione al corteo, queste sono parole d’ordine delle stesse destre che propongono leggi a limitazione del diritto all’aborto, militarizzazione delle città e leggi razziste che assecondano le morti in mare sulle coste greche come su quelle italiane.

Di recente in Grecia vi è stata l’approvazione del disegno di legge di co-custodia che prevede il giudizio definitivo per poter limitare i legami con un genitore violento, la norma ricorda il disegno di legge proposto dal senatore Pillon nel 2018 con l’introduzione dell’alienazione parentale come strumento giuridico. Un sermone anti-aborto da leggere nei luoghi di culto è stato inviato dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa. Tali avvenimenti esulano dai confini greci, è di pochi giorni fa la notizia di un convegno organizzato da «Pro Vita e Famiglia» all’interno del palazzo della Regione Piemonte a Torino. L’evento – per cui sono state revocate le autorizzazioni in seguito alle polemiche – avrebbe visto protagonista la dott.ssa Silvana De Mari, condannata per omofobia per aver definito le associazioni Lgbt “criminali contro l’umanità”.

È evidente il vergognoso attacco che globalmente coinvolge tutte le soggettività non conformi, l’autodeterminazione e le conquiste portate avanti nel tempo:  dalla possibilità di attraversare liberamente le strade al diritto all’aborto e ai consultori per tutt*.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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