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Latina: ancora un tentato omicidio razzista

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A pochi mesi dai fatti di Macerata, con la tentata strage di Luca Traini, un nuovo episodio in cui la mano razzista si arma e spara alla pelle nera si è verificato a Latina, nella frazione di Latina Scalo.

Le indagini sono ancora in corso ma i fatti finora accertati parlano di due ragazzi nigeriani presi a pistolettate da due infami a bordo di un’automobile. I due stavano aspettando l’autobus quando sono stati esplosi verso di loro alcuni colpi da una pistola ad aria compressa. Fortunatamente i ragazzi hanno riportato solo ferite non gravi alla gamba, e non sono in alcun modo in pericolo di vita.

Da inizio anno si sono moltiplicati gli atti di razzismo di strada verso chi ha la pelle nera, molto spesso (come in questo caso) deliberatamente ignorati dai media, molto più solerti a mediatizzare invece una fioriera divelta. Ci riferiamo ovviamente all’omicidio di Idy Diene a Firenze, ma anche ai due casi recenti di Forlì, con un uomo ivoriano e una donna nigeriana colpiti anch’essi da proiettili, senza fortunatamente conseguenze mortali.

Il clima che permette simili atti è quello che ogni giorno è costruito dal governo a copertura della mancanza di alcun progetto credibile che non sia il sostegno all’esigenza di profitto dei ricchi di questo paese.

I fatti dell’Interporto bolognese delle scorse settimane hanno dimostrato come l’obiettivo reale del “governo del cambiamento” sia ricacciare indietro i diritti conquistati negli ultimi anni con la lotta dai lavoratori migranti, spesso con la pelle nera. Per farlo, sdoganare la violenza nei loro confronti, coprire la barbarie con roboanti slogan palesemente razzisti, è un’utile arma.

Come purtroppo l’esperienza statunitense insegna, mentre si allargano le diseguaglianze sociali aumenta anche la pericolosità delle strade per chi nasce con il colore ‘sbagliato’. Il razzismo è allo stesso tempo fondamento ed effetto delle divisioni di classe.

Di conseguenza, ogni episodio come quello di Latina ci ricorda che in corso c’è un conflitto, e che il modo per combatterlo non sta nell’indossare una maglietta rossa quanto nello scendere in piazza al fianco di chi si ribella al fatto che, nel 2018, girare in Italia con la pelle nera possa essere una condanna a morte.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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