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Mare Nostrum: operazioni umanitarie a raffiche di mitra

Ieri sul sito de La Repubblica è apparso un video dello scorso 9 novembre in cui viene documentato lo svolgimento di un’operazione del Mare Nostrum. La nave Aliseo della Marina italiana avvista un peschereccio con diversi migranti a bordo in acque internazionali e dunque lo insegue. Il video immortala una prima serie di raffiche di avvertimento, seguite da almeno altre tre. I proiettili colpiscono l’imbarcazione, ormai non così lontana. Da lì a poco, il natante verrà abbordato e i passeggeri saranno trasferiti sull’unità militare: si tratta di 16 uomini egiziani, i quali una volta giunti arriva verranno tutti arrestati . La seconda parte mostra un video girato il giorno seguente, dove il peschereccio è trainato dalla nave militare ma imbarca acqua a causa dei colpi subiti e poco dopo affonda.

Una volta approdati al porto, il comandante della nave rilascia un’intervista ai giornalisti dove afferma che l’operazione è stata condotta in maniera impeccabile e “l’abbordaggio è stato un successo”. Alla domanda su che fine abbia fatto l’imbarcazione intercettata la replica del comandante non fa una piega: “Purtroppo, per condizioni dovute alle avverse condizioni meteorologiche, la nave è affondata. Stamane.”. C’è da dubitare dato che i video mostrano una giornata di bel tempo.

Ma l’operazione Mare Nostrum non dovrebbe essere un’operazione umanitaria?

L’operazione è stata concepita dal governo Letta in seguito alla morte di 368 persone in una sola notte lo scorso 3 ottobre. Una tragedia che ha denunciato le condizioni e i rischi che devono correre i migranti in fuga dalle persecuzioni, guerre e conflitti politici nei propri paesi e ha fatto vacillare la legittimità delle politiche europee per quanto riguarda i confini della fortezza Europa. Da allora sono stati spesi 45 milioni di euro solo per la Marina italiana in predator (droni), mezzi aerei e navi. Una grande impresa “per proteggere i migranti”, controllare le acque nazionali e non, ma soprattutto finanziare l’industria bellica, la quale ha trovato un terreno molto fertile nel settore del controllo dei confini. Tutto fila liscio finché non arriverà la volta in cui i colpi umanitari di mitra non raggiungeranno qualche immigrato e allora i politici torneranno a versare lacrime di coccodrillo e fare promesse futili.

Il video de La Repubblica:

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