Nuova occupazione di rifugiati e rifugiate
Con questa nuova occupazione salgano a 4 gli edifici occupati da rifugiati e migranti che decidono di non fidarsi delle istituzione, costruendo percorsi di riappropiazione e trovando in modo autorganizzato soluzioni reali.
Leggi il comunicato distribuito questa mattina:
“I criteri di accoglienza sono finalizzati a rendere autosufficienti gli stranieri ivi ospitati nel più breve tempo possibile. I centri di accoglienza provvedono, ove possibile, ai servizi sociali e culturali idonei a favorire l’autonomia e l’inserimento sociale degli ospiti”
Testo Unico sull’immigrazione, Art. 40 comma 2
Lo Stato italiano ha fagocitato per l’Emergenza Nord Africa un miliardo e 300 milioni di euro, “parcheggiando” nei campi di accoglienza i migranti e assicurando loro esclusivamente servizi primari, senza favorire, come previsto dalla legge, autonomia e integrazione. Il progetto, avviato dallo stato italiano nel gennaio 2011, aveva lo scopo di accogliere i migranti fuggiti dagli orrori della guerra in Libia e provenienti da diversi paesi africani. La politica dell’emergenza ha cristallizato un meccanismo di assistenzialismo, dipendenza e ghettizzazione. Dopo quasi due anni le Prefetture hanno gestito la chiusura dei centri di accoglienza riversando nella strade migliaia di persone.
La casa è il primo pilastro del diritto alla vita e alla dignità.
Oggi i rifugiati autorganizzati di Torino trovano un tetto e sottraggono allo spreco una palazzina del villaggio olimpico “Ex Moi” mai utilizzata, costruita per le olimpiadi del 2006. Il Comitato di solidarietà ai rifugiati e migranti riconosce l’azione dei rifugiati autorganizzati promuovendo una solidarietà partecipata e dal basso. Invita i cittadini e le associazioni ad aiutare i nuovi abitanti, offrendo competenze e beni di prima necessità, e a sostenere il percorso di emancipazione condividendo nel tempo l’esperienza della reciproca conoscenza.
“Abitate una casa ed essa non crollerà.”
Tarkovskj.
Comitato di Solidarietà con Profughi e Migranti
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