Pelosi antirazzismi
Ci sono alcuni fatti di cronaca che assumono una rilevanza enorme rispetto a quella che dovrebbero avere, e la assumono in base a quali sono i soggetti coinvolti.
Fatti di razzismo a tutti i livelli accadono giornalmente in Italia, lobotomizzata dall’influenza devastante di 20 anni di egemonia culturale berlusconian-leghista di Mediaset, e dal traino esercitato verso le altre emittenti e sull’offerta politica delle principali forze della Seconda Repubblica. Eppure ci voleva la presenza del Milan per riportare all’ordine del giorno quello che è un qualcosa di normale non solo negli stadi, ma in tutta la società.
Inanzitutto vanno sgombrate le retoriche dello stadio come solito covo di incivili, razzisti e così via, da sostituire con un appello alle necessità di smettere di vedere nelle curve dei buchi neri, ma anzi riaffermando la necessità di attraversarle politicamente in quanto luoghi centrali di produzione di comportamenti sociali.
Inoltre, il rifiuto di continuare a giocare da parte del Milan, sembra essere stato approcciato dalle “istituzioni” in maniera un pochettino pelosa.. Viene da pensare che se la partita in questione fosse stata un posticipo di serie A le esigenze delle paytv avrebbero difficilmente permesso una reazione di questo tipo..
..ma era Milan- Pro Patria amichevole del 3 gennaio; quindi si può dare il contentino a tutti quei soggetti che a parole osteggiano ogni forma di razzismo mentre plaudono per la liberazione di due assassini a caccia di pescatori indiani come i marò.
O che applaudono le forze dell’ordine quando reprimono le istanze di rabbia di quei migranti che da Rosarno qualche tempo fa all’Ikea delle ultime settimane escono dall’immagine ad hoc costruita di agnellini ricattati dalla Bossi-Fini e rompono attivamente quel muro di omertà e subordinazione economica che è il vero obiettivo delle retoriche e delle pratiche razziste.
La dirigenza della Pro Patria ha pensato inoltre, per rifarsi l’immagine, di aprire lo stadio gratuitamente domenica prossima alle persone di colore..altro non facendo che rafforzare una diversità basata sul colore della pelle, e non sui comportamenti. Non è il colore della pelle a discriminare le qualità di una persona, ma il suo cervello..forse andrebbe ribadito, anche se solo a pensare di doverlo ancora scrivere viene un po’ d’ansia..
Bene allora Boateng, bene quello che è successo ieri, ma il velo dell’ipocrisia sulle discriminazioni razziali in questo paese rimane ancora. E senza dubbio non fa più male un buu di un permesso di soggiorno non rinnovato o di una testa aperta dalle manganellate.
Aspettiamo a questo punto che Boateng e tutto il Milano per coerenza si scaglino contro la legge Bossi-Fini. Chissà cosa ne penserebbe il milanista Maroni..
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