Torino: trauma per quelli del Pdl, le ‘donne parlanti’ esistono!
In Italia si vive un po’ la stessa cosa. Si demonizza l’uomo e si lascia intatta una cultura che può sfornare un suo successore nel giro di due secondi.
Tante donne questo lo sanno e non a caso le iniziative del 13 febbraio saranno attraversate da masse critiche, di ombrelli rossi o meno, che diranno esattamente che è tutto il sistema di potere che va rimesso in discussione e non soltanto un uomo.
Tante donne hanno semplicemente voglia di mostrare quelli che sono i loro veri problemi, assai diversi da quelli di cui si parla anche in questi giorni. Problemi concreti, che riguardano l’assenza di prospettive, la precarietà, la perdita di un diritto importante come quello allo studio.
E’ un dibattito ricco, vario, fatto di dettagli, ciascuna a ritagliarsi uno spazio differente, perchè le diversità sono importanti e nessuna sente l’esigenza di appiattire tutto in un impasto ipocritamente omogeneo. Le donne scendono in piazza con tutta la loro complessità, senza sacrificare niente, perchè non è più il momento di sacrificare qualcosa in nome di una “unità” fasulla. Le sorellanze si esercitano chiarendo fino in fondo innanzitutto le differenze. Poi cercando punti in comune. Senza timori. Perchè ciascuna di noi non vuole più rinunciare a niente, strette come stiamo nei nostri minuscoli spazi di libertà, ritagliati a fatica, dove vogliamo essere esattamente quello che siamo. Perchè ne abbiamo diritto, perchè le peculiarità vanno tutte comprese. Perchè quella che chiamano tendenza alla frammentazione sembra più essere una forma di claustrofobia politica giacchè è davvero difficile accettare qualunque forma di mediazione dove ci si aspetta di trovare ossigeno per tutte e si trova invece ancora difficoltà ad affrontare serenamente il conflitto.
La piazza di domenica sarà tanta e varia e non lo dico perchè sono amante della varietà perchè sarei molto più portata a disertare le piazze in cui le concite de gregorio vanno a braccetto con le giulie bongiorno, sempre se politicamente parlando tra le due ci sia qualche differenza, il che è tutto da dimostrare.
Fatto sta che c’è un pezzo di piazza da rivendicare. Noi lo faremo assieme ad altre donne, uomini, sex workers, disertori del patriarcato, in tante città italiane sostenendo posizioni precise assieme al comitato per i diritti delle prostitute e altre specificheranno meglio altri aspetti che le riguardano.
A Torino, per esempio, le studentesse universitarie, hanno dato vita ad un gruppo di donne autodeterminate per un 13 febbraio di lotta. La loro rivoluzione è già cominciata.
Hanno occupato la sede del pdl torinese. In basso potete leggere il volantino dell’azione. In quella sede volevano parlare a giornalisti dei loro problemi di donne, ragazze, studentesse, precarie, persone.
Quelli del pdl evidentemente non gradiscono le femmine parlanti. Le vogliono mute, quasi finte, senza capacità di rivendicazione alcuna, in special modo se tali rivendicazioni sono fatte per poter un giorno raggiungere livelli di autonomia invece che posizioni di subordinazione ai doni altrui.
Al pdl non piacciono evidentemente le donne che hanno voglia di lavorare, di studiare, di dire quello che pensano. Credo che a loro non piacciano proprio le donne che pensano in generale.
Figurarsi a vedere arrivare uno stuolo di donne armate di cartelli e di un pericolosissimo striscione, a segnalare in maniera chiara una idea. Quale trauma deve essere stato per questi rappresentanti di partito che affittano il pubblico di donne per comizi e congressi dalle agenzie di casting affiliate mediaset. Quale orribile incubo deve essere stato per loro aver visto delle ragazze in carne e ossa la cui bocca emetteva suoni ai quali questa gente non è abituata. Si chiama voce e produce parole. Comunicano i pensieri. Bisogna pur dirglielo prima o poi che il mondo è fatto anche di donne parlanti. Sarà un terribile shock per loro sapere che non tutte restano zitte tutto il giorno per azionare le corde vocali soltanto quando c’è da canticchiare “menomale che silvio c’è”. Tuttavia è bene che siano informati.
Ecco. Le ragazze torinesi sono andate ad informarli circa la loro esistenza e indovinate un po’? Questi sensibilissimi umani, uno del quale, mi dicono, addestrato nella palestra del Fuan, le hanno buttate fuori, spintonate, se la sono presa anche con i giornalisti, stavano per farle ruzzolare dalle scale. Infine la polizia le ha caricate, si sono scaraventati in cinque per braccare una di loro, poi un’altra e un’altra ancora, e ne hanno fermate cinque non si capisce con quale accusa.
Si si, sappiamo che per un nonnulla rischi di beccarti l’oltraggio a pubblico ufficiale anche se per sbaglio pesti il callo al poliziotto mentre lui ti salta addosso. In ogni caso c’è stato un presidio sotto la questura. Le ragazze sono state rilasciate anche se pesano su di loro delle accuse assurde. La telecamera di una compagna di Infout è stata sequestrata e con questo si può dire che l’annuncio della manifestazione del 13 è stato dato.
Che la rivoluzione abbia inizio!
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