“Non disturberemo chi vuole fare” e la minaccia di sgombero dell’ex-GKN
Da oggi la fabbrica ex-GKN di Campi Bisenzio è a rischio di sgombero. Venerdì con una mail è stato annunciato ad i lavoratori dalla “nuova” proprietà che oggi sarebbero arrivati i camion per procedere allo svuotamento dello stabilimento.
Come spiega il Collettivo di Fabbrica GKN Borgoromeo e la sua QF che dovrebbe essere la nuova proprietà probabilmente sono solo una copertura per l’azienda Melrose:
Melrose non aveva mai osato tanto. E probabilmente è ancora Melrose che comanda e che viene a completare la delocalizzazione. Questa forzatura avviene perché l’azienda non ha in mano nulla. Non ha la cassa integrazione approvata dall’Inps, non ha nessun piano industriale, non ha brevetti, non ha consorzi, veri o presunti, non ha accordi commerciali, non ha probabilmente una linea di credito approvata dalle Banche per gli investimenti, non ha credibilità, ha venduto fumo e chiacchiere per dieci mesi, ha disatteso l’accordo quadro e può quindi usare solo la forza della provocazione, in spregio ad un intero territorio.
Il governo dei “patrioti” intanto tace, poco importa che una multinazionale straniera stia probabilmente di fatto dismettendo una parte dell’italianissimo patrimonio industriale con la complicità dell’imprenditoria parassitaria nostrana. Anzi mette a disposizione la propria mano armata con camionette di polizia e macchine di Digos già da questa mattina presenti intorno alla fabbrica. D’altronde quando la Meloni affermava che “non disturberemo chi vuole fare” la manfrina era già chiara. Qui non si tratta di rilanciare la potenza industriale italiana, ma di garantire rendite e profitti ai padroni nostrani o “stranieri” poco importa.
“Siamo alla vendita del ferro a rottame. Altro che piano industriale. Le aziende appaltatrici che verranno a fare questa operazione di smantellamento devono sapere di essere state tirate nel mezzo a una vera e propria provocazione di natura sociale” dicono ancora gli operai GKN e invitano a resistere al loro fianco. Per oggi probabilmente la controparte sta prendendo le misure di fronte alla risposta di centinaia di persone che già sono in presidio davanti alla fabbrica, ma sarà necessario nei prossimi giorni tenere le orecchie aperte e prepararsi ad eventuali chiamate oltre che portare solidarietà a partire dai propri territori.
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