InfoAut
Immagine di copertina per il post

Se si arriva a condannare un Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza…

Dalla Cassazione un’altra sentenza raccapricciante, che distorce le basi del diritto e ” inventa ” un reato che non esiste.

di Federico Giusti, da Osservatorio Repressione

In questi anni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro si sono fatti molti passi indietro e una recente Sentenza lo dimostra eloquentemente trasformando le facoltà riconosciute ai rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza in una sorta di obbligo.

Parliamo della Cassazione Penale, Sez. 4, 25 settembre 2023,  sentenza n. 38914 con condanna inflitta al datore di lavoro e a un RLS in seguito ad un infortunio mortale per schiacciamento avvenuto durante la movimentazione di pesanti tubi metallici. L’Rls è stato condannato per non avere sollecitato il datore di lavoro a formare i dipendenti e per non avere informato i responsabili aziendali sui rischi connessi all’utilizzo del carrello elevatore.

Una sentenza per noi aberrante perchè il Rappresentante dei lavoratori non ha alcun potere di veto e sono decine i rappresentanti che in questi anni hanno scritto esposti e lettere per le quali hanno subito ritorsioni dai datori  fino al licenziamento. E in quei, troppi, casi, non ci sembra che la Magistratura abbia dimostrato di stare dalla parte dei lavoratori anche in presenza di codici di comportamento e gli obblighi di fedeltà aziendali.

Il testo unico sulla sicurezza non assegna infatti al Rls alcun ruolo di veto, l’Rls non incide sulle decisioni assunte dai datori, non ha potere contrattuale effettivo e sovente si trova anche isolato rispetto ai sindacati che preferiscono sottoscrivere accordi di secondo livello scambiando aumenti irrisori dei salari con aumento dei ritmi e dei tempi di lavoro, operando senza sicurezza e reali tutele

L’art. 50 D.Lgs. n. 81 del 2008, che ne disciplina le funzioni e i compiti, attribuisce al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza un ruolo di primaria importanza quale soggetto fondamentale che partecipa al processo di gestione della sicurezza dei luoghi di lavoro, costituendo una figura intermedia di raccordo tra datore di lavoro e  lavoratori, con la funzione di facilitare il flusso informativo aziendale in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Ma il Rappresentante non alcun ruolo nella filiera produttiva al contrario del datore e  del Responsabile del servizio prevenzione e protezione e da qui il suo potere effettivo è veramente irrisorio.

Molto è stato detto e scritto sulla carenza di controlli, oggi le ASL mediamente riescono a effettuare controlli di routine (quindi non a seguito di infortuni gravi) solo sul 5% delle aziende del territorio, fatti due conti una azienda può essere oggetto di controllo circa ogni 20 anni.

 Restano quindi insoluti innumerevoli problemi come dimostra la carenza degli organici negli organismi di vigilanza, i controlli effettuati in maniera sporadica nelle piccole e medie aziende e lo scarso potere degli stessi ispettori addetti alla vigilanza che non possono procedere alla sospensione delle attività e alla relativa applicazione dell’apparato sanzionatorio.

Non vi è stato nel tempo un intervento risolutivo per distinguere il preposto “di diritto” (che effettua attività di supervisione e controllo a seguito di delega formale) e il preposto “di fatto” (che effettua le medesime attività senza nessuna delega formale, ma solo perché è più esperto all’interno di una squadra di lavoratori).

Sarebbe  necessario un apparato sanzionatorio verso datore di lavoro e dirigenti che non nominino formalmente i preposti anche “di fatto”, eliminando ambiguità e consentendo ai preposti di essere consci delle proprie responsabilità, anche a seguito del relativo corso di formazione specifico (8 ore oltre a quelle previste per i lavoratori non preposti).

 All’atto pratico un preposto nel settore privato non puo’ interrompere l’attività di un lavoratore e di conseguenza parte dell’attività produttiva (con conseguenti ricadute economiche per l’azienda), avendo ricevuto in precedenza indicazioni opposte da parte di datore di lavoro o dirigenti oppure comportamenti persecutori a interruzione dell’attività del lavoratore avvenuta.

Il legislatore non ha poi attenzionato la condizione di lavoro negli appalti e nei sub appalti, restano fuori i “subappalti a cascata” (e sono tanti, specie in edilizia e agricoltura), dove alla fine della catena si trovano ditte o lavoratori in nero.

I controlli sugli appalti da parte della committenza sono meri atti formali e quasi mai prendono in esame le condizioni di lavoro effettive.

Perfino nella Pubblica amministrazione capita sovente di imbattersi in lavoratori impossibilitati a seguire i corsi di formazione, nel privato la formazione viene erogata da un docente pagato o dipendente dell’azienda. Pertanto, l’azienda ha tutto il potere di chiedere al docente di evitare argomenti “scomodi”.

In molti casi la formazione non viene nemmeno fatta: i lavoratori vengono “cortesemente” invitati a firmare il registro delle presenze di un corso effettivamente “virtuale”.

I corsi di formazione “on line” (nonostante le precisazioni normative) consistono, spesso, in una sequenza di slides, senza alcuna possibilità di interfaccia con un docente.

In genere, l’addestramento (definito dal D.Lgs. 81/08 come il “complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro”) consiste nell’insegnare come utilizzare un macchinario, guidare un carrello elevatore, eseguire varie attività lavorative a solo fini produttivi. Non si tratta quasi mai di spiegare al lavoratore quali sono le procedure e le modalità di prevenzione e protezione dei rischi.

Per assicurare l’adeguatezza e la specificità della formazione nonché l’aggiornamento periodico dei preposti le relative attività formative devono essere svolte interamente con modalità in presenza e devono essere ripetute con cadenza almeno biennale e comunque ogni qualvolta sia reso necessario in ragione dell’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi.

Questo lo prevede il testo unico ma stiamo parlando di posti di lavoro reali o di semplici intenti mai realizzati?

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Sfruttamentodi redazioneTag correlati:

cassazionemorti di lavoroSICUREZZA SUL LAVORO

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

“Restiamo umani”. Lavoratori e lavoratrici AvioAero dicono No al riarmo ed al genocidio

Nel silenzio assordante del governo italiano e dell’Unione Europea assistiamo quotidianamente al massacro in diretta streaming del popolo palestinese. Nessuna parola di condanna per chi sta commettendo crimini contro l’umanità! In un momento così complicato, l’Europa ed in primis l’Italia, al posto di occuparsi ed utilizzare risorse per aumentare e migliorare servizi collegati all’istruzione, alla […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Panama: Quasi 200 detenuti e un morto dopo una brutale repressione

l governo di José Raúl Mulino impone lo stato d’emergenza, sospende i diritti costituzionali e silenzia le proteste sociali.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

“Senza il contratto, il Paese si blocca”

La lotta dei metalmeccanici per il rinnovo contrattuale non sembra affievolirsi ma anzi dimostra forza e determinazione. Sommando le 8 ore di ieri si arriva a 40 ore di sciopero da quando, più di un anno fa, è saltato il tavolo di trattativa con FEDERMECCANICA, non si vedeva una lotta così aspra dal 1997. Oltre […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Re-industrializzazione e guerra, a Torino gli operai prendono parola

Un confronto a tema re-industrializzazione e riconversione bellica è in programma per questa sera, giovedì 12 giugno, a Torino.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

La logistica tra legalità e illegalità

La crescita della logistica è impressionante, nel 2024 in Italia siamo intorno a un miliardo di pacchi consegnati. Un fattore di inquinamento e di consumo di suolo per gli hub. In Amazon e nelle “coop spurie” si lavora in condizioni di sfruttamento, ma crescono conflitti e sindacati di base di Marco Veruggio e Sergio Fontegher […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Pavia: logistica lombarda in crisi, caricati i lavoratori Geodis

Un nuovo attacco all’occupazione nella logistica lombarda. Ai magazzini della GEODIS di Marzano, Pavia, i lavoratori e lavoratrici in presidio sono stati caricati dalle forze di polizia nella giornata di martedì, 10 giugno 2025. Erano in protesta da una settimana davanti ai cancelli del magazzino della logistica per difendere il posto di lavoro quando un plotone di polizia ha tentato di sgomberare […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

L’AI, i lavoratori e i rapporti di potere

Dopo l’ondata di attenzione e infatuazione mediatica che ha accompagnato il lancio di ChatGPT e di molti altri strumenti di intelligenza artificiale generativa, dopo che per molti mesi si è parlato di vantaggi per la produttività, o di sostituzione del lavoro (soprattutto delle mansioni noiose e ripetitive) con l’AI, siamo arrivati a un punto dove […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Torino cambia lavoro – Tra deindustrializzazione e riconversione

Gli operai prendono parola: il lavoro cambia, la città si interroga

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Quattro giornate di sciopero nel distretto tessile di Prato. Un primo bilancio degli Strikedays

In quattro giorni, scioperi e picchetti in ventotto fabbriche dello sfruttamento e ventiquattro accordi 8×5 già firmati.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Tre morti sul lavoro in poche ore: “strage senza fine” o indifferenza senza vergogna?

C’è di più: dall’analisi di 800 infortuni mortali in 20 anni, è risultato che un terzo degli incidenti si sarebbe potuto evitare grazie all’intervento di un operatore di vigilanza e ispezione. In edilizia, almeno la metà.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Dall’India a Monza: il capitalismo è fondato sulle stragi di operai

Moustafa Kamel Hesham Gaber, un giovane di 21 anni proveniente dall’Egitto, è morto a Monza trascinato da un nastrotrasportatore di una azienda – la Corioni – che compatta rifiuti.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Crollo di Firenze: la destra diventa europeista quando si tratta di deregolamentare il lavoro

Cinque operai morti e tre feriti, questo è il tragico bilancio del crollo avvenuto venerdì 16 febbraio nel cantiere del supermercato Esselunga in via Mariti, a Firenze, morti che si aggiungono alla lunga lista di una strage silenziosa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Pennivendoli a “mano armata”. Sulla mediatizzazione delle motivazioni della Cassazione sul caso Askatasuna

Passato il Santo Natale, riesplode la canea mediatica contro il centro sociale Askatasuna e il movimento Notav.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Faenza: lo scontro tra i due treni riapre la questione sicurezza, vissuta ancora “Come costo e non come risorsa”

Un tamponamento a bassa velocità fra un Frecciarossa e un regionale, che stavano andando nella stessa direzione, ha provocato tanta paura e diciassette feriti lievi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Omicidio Cucchi: La Cassazione ha annullato le condanne per falso di un maresciallo e un carabiniere

La Corte di Cassazione ha annullato le condanne per falso di un maresciallo e un carabiniere nel secondo processo per la morte di Stefano Cucchi

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: associazione a delinquere siete voi, ops l’avevamo già detto!

Breve ritorno sul processo per “associazione a delinquere” che coinvolge numerosi compagni e compagne che partecipano ai percorsi di lotta nella città di Torino e in Val di Susa.

Immagine di copertina per il post
Culture

Contro l’etica e la disciplina del lavoro che uccide

Sandro Busso, Lavorare meno. Se otto ore vi sembran poche, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2023, pp. 190, 14 euro. di Sandro Moiso, da Carmilla La recensione di questa indagine di Sandro Busso, edita dal Gruppo Abele, arriva per esclusiva colpa del recensore un po’ in ritardo, ma d’altra parte non vi potrebbe essere momento migliore […]