L’esercito israeliano ha ucciso 94 docenti universitari, insieme a centinaia di insegnanti e migliaia di studenti, come parte della sua Guerra Genocida contro i palestinesi nella Striscia di Gaza
La giornalista Paola Caridi, studiosa di Hamas e profonda conoscitrice della questione palestinese, il 16 gennaio ha tenuto una affollata conferenza a Bergamo presso la Fondazione Serughetti La Porta.
Nel campo profughi laboratorio della sinistra palestinese si vive l’angoscia per le bombe che piovono su Gaza e la preoccupazione per le incursioni dell’esercito israeliano
Dal 7 ottobre ci sono state proteste in tutta l’India a sostegno dei palestinesi e di Israele, con risposte molto diverse da parte delle autorità. Gli attivisti solidali con la Palestina hanno dovuto affrontare una brutale repressione, mentre gli alleati di Israele hanno avuto mano libera.
L’innovatore newyorkese Paul Biggar ha fatto luce sul silenzio dell’industria tecnologica sulle atrocità commesse da Israele contro i civili palestinesi a Gaza e su come questo incoraggi lo Stato israeliano a proseguire impunemente le sue azioni disumane.
Lo stato coloniale, che sta commettendo attualmente una pulizia etnica contro il popolo palestinese, sarà comunque presente alla cerimonia di apertura.
In centinaia provano a bloccare il padiglione israeliano, cariche della polizia con fermi e feriti.
L’Autorità Uama presso il ministero degli Esteri nega ad Altreconomia l’accesso civico alle informazioni sull’export effettivo dall’inizio dei bombardamenti su Gaza. Tra le “ragioni” opposte il “nocumento al sistema di difesa nazionale” e la tutela della “confidenzialità” con Tel Aviv. Una tesi che contraddice le uscite del ministro Crosetto
Mercoledì la NBC ha citato funzionari statunitensi secondo i quali le divisioni tra l’amministrazione Biden e il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “si sono solo accentuate dopo la visita del [Segretario di Stato] Blinken in Israele”.
Tra gennaio 2020 e agosto 2023 banche, fondi pensione e assicurazioni hanno intrattenuto rapporti con oltre 50 imprese coinvolte negli insediamenti illegali in Cisgiordania, con prestiti o sottoscrizioni per oltre 160 miliardi di dollari. Nella classifica anche Unicredit e Intesa Sanpaolo. Il report di “Don’t buy into occupation”