Davide Delogu è sotto tortura
Se il carcere è un abominio che punisce il detenuto per la sua condotta deviante, quella che sta subendo Davide in questi mesi, e che in passato ha già subito per brevi periodi, non si dovrebbe stentare a chiamarla tortura.
Davide Delogu, anarchico cagliaritano condannato per rapina e tentato omicidio, in questi anni si è distinto per la tenacia nel proseguire le lotte all’interno delle strutture carcerarie che lo detenevano, su infoaut abbiamo più volte dato risalto alla sua vicenda per dare risalto alla sua lotta dentro le mura del carcere. Trasferito dalla Sardegna in Sicilia, con diversi spostamenti nelle strutture di quest’ultima, è stato prima di tutto allontanato dalla sua terra ma soprattutto dai suoi cari e dai suoi compagni, cercando in questo modo di fiaccarne la resistenza. Per lo statuto speciale della Regione Sardegna i detenuti sardi dovrebbero “giovare” della territorialità della pena, una misura che se non viene rispettata diventa una doppia condanna, per Davide in primis che non ha la possibilità di vedere il suo avvocato ma che si deve appoggiare a un secondo legale, in secondo luogo per chi vuole avere colloqui con lui che sarà costretto a viaggi interminabili e un dispendio notevole di risorse economiche. Il trasferimento lontano dalle carceri sarde era già avvenuto precedentemente per altri detenuti politici, in particolare ricordiamo quelli della operazione Arcadia militanti di A Manca pro S’Indipendentzia e non ultimo Bruno Bellomonte, assolto dopo aver scontato anni di detenzione cautelare.
Davide è adesso nuovamente sotto regime di 14 bis, da due mesi per un totale di 6 mesi, all’indomani del tentativo fallito di evasione del 1° Maggio. Il 14 bis è un regime speciale di sorveglianza particolare che prevede la detenzione in isolamento. Davide in questo momento si trova in cella liscia e sotterranea, senza tv e senza radio. Dispone di due ore di aria al giorno in un’altra cella. Non può vedere la luce del sole né altri detenuti. La corrispondenza è censurata. Nonostante il reclamo inoltrato dai legali l’amministrazione carceraria non risponde e non modifica le condizioni di detenzione.
I compagni di Davide sono venuti a sapere dopo molto tempo dell’inizio del 14 bis, nonostante questo da subito è partita una chiamata alla solidarietà diffusa, recepita già da alcune città in particolare da Cagliari. Nel capoluogo sardo, oltre ad una campagna muraria, la campagna è iniziata con un presidio sotto il tribunale cagliaritano, prevede per venerdì 28 un presidio alle 15 davanti alla sede del più venduto quotidiano isolano, L’Unione Sarda, con il tentativo di dare risalto alla sua vicenda.
E’ stata inoltre iniziato un bombardamento di lettere alla struttura carceraria che invitiamo a seguire inviando la posta a Davide Delogu – Contrada Piano Ippolito, 1, 96011 Augusta (Siracusa).
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