Bologna, decine di migliaia in piazza assediano Salvini e la Lega
Migliaia di persone sono scese in piazza a Bologna in risposta alla passerella elettorale di Matteo Salvini.
Contro il leader della Lega, giunto in città per lanciare la campagna per le prossime regionali emiliano-romagnole, erano state organizzate mobilitazioni in diverse forme. Le differenti piazze si sono dimostrate in grado di rappresentare l’ostilità diffusa al progetto reazionario leghista.
Da piazza San Francesco è partito il corteo delle realtà antagoniste, dei collettivi e dei centri sociali bolognesi. In testa lo striscione “Bologna Partigiana”. Circa 5000 le persone che hanno puntato verso il Paladozza, sede della kermesse leghista, con l’obiettivo di zittire i latrati d’odio salviniani.
Dopo un breve tratto percorso su via del Pratello, il corteo ha raggiunto il primo blocco poliziesco su via Riva di Reno. Le forze dell’ordine hanno difeso il ducetto padano, a cui era stata costruita intorno una “zona rossa” con grate e reparti celere, rispondendo con gli idranti ai lanci di razzi, fuochi d’artificio e pietre da parte del corteo.
Il fronteggiamento è durato circa mezz’ora, in seguito al quale il corteo si è diretto verso i viali, bloccando la circolazione al grido di “Bologna non si Lega” per poi terminare di nuovo in San Francesco.
Da segnalare come la piazza abbia respinto ogni strumentalizzazione rispetto alle prossime elezioni, ribadendo numerose volte l’ostilità anche alle politiche neoliberiste portate avanti dal Pd in regione di cui ben conoscono le conseguenze in primis occupanti di case e operai della logistica impiegati nel sistema di sfruttamento delle cooperative.
In piazza Maggiore più di diecimila persone hanno invece partecipato ad un flash mob in opposizione al comizio leghista. Obiettivo – raggiunto – era raggiungere un numero superiore a quello degli astanti alla performance di Salvini.
Quest’ultimo dal palco si è lanciato in un campionario delle solite sue bestialità, iniziando dagli attacchi alla sentenza Cucchi per finire con il solito attacco ai centri sociali. Sul palco tanti governatori regionali leghisti, tra cui anche Luca Zaia evidentemente non troppo interessato a quanto avviene in queste ore a Venezia. Ma il Paladozza, zeppo di militanti arrivati dalla Lombardia, non si è comunque riempito.
La realtà è che Bologna ha risposto in massa alla sua provocazione, ribadendo ancora una volta il carattere antifascista e antirazzista che la contraddistingue da sempre. Affermando che al di là di come andrà quella che si annuncia una partita elettorale decisiva per il futuro del governo, è pronta a rifiutare nelle piazze la barbarie leghista.
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