La nostra settimana del ricordo prosegue: contestato Cristicchi
Non reputiamo neanche opportuno addentrarci nel merito della visione storica proposta dallo spettacolo, talmente raffazzonata da risultare indigesta anche al più fervente anti-comunista. L’Istria dipinta come italiana da sempre, tanto italiana che anche vecchie canzoni popolari, come dice Cristicchi, la ritraggono come terra dove “anche le pietre parlano italiano”. Peccato che la canzone citata nello spettacolo, addirittura cantata, sia “Di là dall’acqua” della “compagnia dell’anello”, storico gruppo neofascista. Altro che canzoni popolari: Cristicchi ha ripreso un po’ di ideologia patriottica alla Alleanza Nazionale, un po’ di neofascismo, e ci ha costruito sopra uno spettacolo stracolmo di invenzioni storiche, prima fra le quali il forzatissimo legame causa-effetto tra foibe ed esodo, viste come un continuum temporale-politico per cui l’uno discenderebbe dall’altro. Fandonie un tanto al chilo, come abbiamo cercato di spiegare nel tentativo di ricostruzione storica e politica di quelle vicende qualche giorno fa. Buone per qualche discorso pacificatorio alla Napolitano o alla Smeriglio, ma non certo utili a chiarire quegli aspetti della storia decisivi per il nostro paese e per la coscienza delle popolazioni di confine.
Chiudiamo augurandoci che da oggi in poi, dovunque vada, il nazionalista Cristicchi venga accolto come merita, smascherando la sua triste operazione politica e ideologica e ribadendo che la verità storica alberga da altre parti, distanti anni luce dal suo spettacolino superficiale.
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