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Processo per tre antifascisti torinesi, l’università si schiera

Aggiornamento post udienza:

una condanna è stata annullata e Marco risulta fortunatamente assolto. Permangono invece, benché ridimensionate a prova dell’inconsistenza del castello giudiziario, le condanne a Fabio (4 mesi e 15 giorni dai 12 del I grado) e Davide (6 mesi e 15 giorni, ma senza condizionale, dai 12 del I grado).

Come confermato dall’intervista ad uno degli indagati, non sarà nessuna condanna e nessun tribunale a fermare la lotta antifascista nella nostra città:

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Domani, 6 marzo, alle 12.30, si terrà presso l’aula 49 del Tribunale di Torino l’udienza decisiva del processo d’appello contro Fabio, Marco e Davide, accusati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale in concorso per aver contestato la presenza del FUAN a palazzo nuovo (sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino) il 14 maggio del 2007.

In quella circostanza una decina di fascisti si introdusse oltre i cancelli dell’edificio prima della sua apertura, verso le 6.00 del mattino, sotto lo sguardo compiacente e concorde della digos, per evitare il confronto con gli studenti dell’Università. Quando questi ultimi inziarono ad arrivare in facoltà per seguire corsi e lezioni, tra le 8.00 e le 9.00, il gruppuscolo del FUAN (allora sezione giovanile del partito Alleanza Nazionale, guidato da Gianfranco Fini) stava quindi già distribuendo volantini nell’atrio. Si formò rapidamente un presidio antifascista in Via sant’Ottavio che, aggirando lo schieramento della celere, riuscì a entrare da una porta secondaria e a portarsi nell’atrio. Mentre i fascisti rivolgevano ripetutamente all’indirizzo dei compagni insulti e saluti romani, la celere li fronteggiava, per poi caricarli e scatenare la tipica caccia all’uomo per le aule e le biblioteche, tra gli sguardi attoniti di studenti, professori e lavoratori dell’ateneo. Il bilancio fu di uno studente ferito alla testa (tre punti di sutura) e numerose persone percosse e in stato di choc. I fascisti abbandonarono immediatamente i locali dell’università, mentre un corteo si recava dal Rettore Elio Pellizzetti per chiedere conto dell’accaduto.

Un mese dopo Marco, Fabio e Davide venivano arrestati e posti agli arresti domiciliari in relazione a quegli eventi su iniziativa del PM Tatangelo (già noto per le incarcerazioni di Edo, Sole e Silvano, per le persecuzioni contro gli antifascisti nel 2005 e per molte altre operazioni di stampo politico), e in tutta Italia si diffondeva la campagna per la loro liberazione, mentre migliaia di studentesse e studenti firmavano un appello antifascista nell’atrio di palazzo nuovo. Un ampio numero di docenti, ricercatori e personaggi del mondo politico e culturale si espressero pubblicamente per la loro immediata liberazione, criticando il comportamento tenuto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Ai primi di luglio 2007 il Tribunale del riesame li scarcerò con obblighi di firma, rilevando che l’ordinanza di arresto conteneva numerose contraddizioni. Da un lato due video girati dalla polizia mostravano che tutto ciò che aveva fatto uno degli arrestati era inveire contro gli attivisti di destra e reagire verbalmente al colpo ricevuto a freddo da un celerino, che lo aveva colpito al volto con lo scudo; gli altri due non comparivano in nessuna azione concitata, e nessuno dei tre colpiva gli agenti antisommossa. Dall’altro i teste della polizia, e in particolare della digos, descrivevano la condotta dei tre come violenta e aggressiva. Il giudice che ordinò la scarcerazione fece notare come il video rappresentasse materiale probatorio obiettivo, mentre le testimonianze degli agenti avessero qualità soggettiva, potendo patire l’influenza della condizione ideologica o culturale di chi l’aveva rilasciate.

In primo grado un altro giudice ha però condannato, dopo un processo farsesco, i tre compagni a 10 e 12 mesi di carcere (in un caso senza il beneficio della condizionale), avallando unilateralmente la versione della questura, e ignorando completamente il video. In sede d’appello la difesa degli imputati, coordinata dall’avv. La Macchia, ha chiesto e ottenuto dalla corte l’incidente probatorio sul filmato, con perizie di parte. Tanto la perizia del Tribunale, quanto quella della difesa hanno mostrato analiticamente come non sia possibile attribuire ai tre alcun atto violento durante la manifestazione, né dopo. Domani il PM e la difesa porteranno le proprie definitive ragioni davanti al giudice, che potrebbe già emettere la sentenza. Un appello in solidarietà degli imputati, che riportiamo sotto, è stato firmato da molti docenti, ricercatori e precari dell’Università.

Torino, 5 marzo 2012

Appello per Davide, Fabio e Marco

In relazione ai fatti accaduti a Palazzo Nuovo il 14 maggio 2007

 

Vorremmo condividere pubblicamente quanto segue riguardo ai fatti che hanno originato il processo contro Davide Grasso, Fabio Benintende e Marco Orecchio, la cui fase d’appello sta volgendo a termine in questi giorni; quei fatti, accaduti nell’atrio della nostra Università il 14 maggio 2007, hanno portato all’incriminazione, all’arresto e a pesanti condanne in primo grado (tra i 10 e i 12 mesi ciascuno) nei confronti dei sopracitati, all’epoca studenti nella nostra Università (uno di loro ha proseguito con profitto gli studi anche dopo la laurea).

In quella mattinata un gruppo di attivisti di destra scelse l’atrio del nostro luogo di lavoro e di studio per mettere in piedi un’operazione di propaganda politica (a detta di molti studenti, nei giorni seguenti, caratterizzata da riferimenti di tipo fascista). Il reparto celere della questura, di sua iniziativa, invase l’atrio e caricò una piccola manifestazione di studenti che chiedeva che il gruppo di destra abbandonasse i locali della facoltà. Il risultato furono manganellate e calci sferrati dai poliziotti contro studenti e lavoratori dell’Ateneo che stazionavano nell’atrio; alcuni studenti furono inseguiti fin nelle aule di lezione e dentro le biblioteche, nello sconcerto generale. Già allora un nutrito gruppo di docenti di questo ateneo espresse pubblicamente viva perplessità per l’accaduto, rilevando che “studenti in fuga, 
inseguiti e colpiti col manganello, non suggeriscono il protrarsi di una possibile resistenza ai pubblici ufficiali”.

Rispettiamo vigorosamente l’autonomia di giudizio della magistratura, già troppe volte messa in discussione negli ultimi anni. Riteniamo tuttavia doveroso, in qualità di docenti e ricercatori di questo ateneo, che vivono e lavorano nei locali che furono oggetto dei disordini, richiamare i dubbi già allora espressi su un uso della forza così disordinato e sull’effettiva possibilità che il comportamento dei tre imputati costituisse tale pericolo da rendere necessaria quella reazione. Auspichiamo quindi che la sentenza d’appello non assuma carattere punitivo nei confronti dei tre giovani, considerato che unico scopo della giurisdizione è sanzionare i comportamenti che effettivamente, e contro ogni ragionevole dubbio, hanno oltrepassato il perimetro della legge.

Maurizio Ferraris, Docente di Filosofia Teoretica, Università di Torino

Angelo d’Orsi, Docente di Storia del pensiero politico, Università di Torino

Gianni Vattimo, Docente emerito in Filosofia, Università di Torino

Anna Chiarloni, Docente di Lingua e letteratura tedesca, Università di Torino

Pietro Kobau, Docente di Estetica, Università di Torino

Luciano Allegra, Docente di Storia moderna, Università di Torino

Alessandro Ferretti, Ricercatore in Fisica, Università di Torino

Daniela Steila, Docente di Storia della filosofia, Università di Torino

Giuseppe Sergi, Docente di Storia medievale, Università di Torino

Norma De Piccoli, Docente di Psicologia sociale, Università di Torino

Diego Marconi, Docente di Filosofia del linguaggio, Università di Torino

Enrico Pasini, Docente di Storia della filosofia moderna, Università di Torino

Enrico Donaggio, Docente di Filosofia della storia, Università di Torino

Alessandra Algostino, Docente di Diritto costituzionale, Università di Torino

Armando Petrini, Docente di Storia del Teatro, Università di Torino

Mariangiola Dezani, Docente di Informatica, Università di Torino

Tiziana Nazio, Ricercatrice in Sociologia, Università di Torino

Maurizio Tirassa, Docente di Psicologia generale, Università di Torino

Guido Bonino, Docente di Storia della filosofia, Università di Torino

Angela Fedi, Ricercatrice in Psicologia, Università di Torino

Gianfranco Ragona, Ricercatore in Storia del pensiero politico, Università di Torino

Sandro Busso, Assegnista di Ricerca, Università di Torino

Mariateresa Crosta, Ricercatrice INAF-OATo, Università di Torino

Paola Rivetti, Borsista, Università di Torino

Giuliano Torrengo, Assegnista, Università di Torino

Daniela Tagliafico, Assegnista, Università di Torino

Lorena Barale, Dottoranda in Storia medievale e Cultrice della materia, Università di Torino

Giovanna Savant, Dottore di ricerca in Studi politici, Università di Torino

Isabella Rossatto, Dottore di ricerca in Studi politici, Università di Torino

Francesca Chiarotto, Dottore di ricerca in Studi politici, Università di Torino

Daniela Marendino, Archivista, Ricercatrice, Università di Torino

Cristina Accornero, Borsista, Università di Torino

Franco Milanesi, Dottore di ricerca in Studi politici, Università di Torino

Alessandro Maurini, Dottorando in Studi politici, Università di Torino

Carola Barbero, Assegnista, Università di Torino

Elena Casetta, Dottore di ricerca in Filosofia, Università di Torino

Daniela Cabiati, Direttrice della biblioteca della Facoltà di Psicologia, Università di Torino

Andrea Guazzotto, Bibliotecario presso la Biblioteca del DAMS, Università di Torino

Chiara Cerruti, Bibliocooperativista presso la Biblioteca di Psicologia, Università di Torino

Rita Martinasso, Bibliocooperativista, Università di Torino

Daniele Grigion, Bibliocooperativista presso la Biblioteca di Biologia, Università di Torino

Gianluca Moro, Addetto Reference Servizio Biblioteche, Università di Torino

 

Gli appelli firmati nel 2007 per la liberazione dei tre arrestati:

 

Il 14 maggio scorso, in occasione di paventati scontri tra studenti e militanti di parti politiche avverse, la polizia, di propria iniziativa, è intervenuta all’interno del Palazzo delle Facoltà  Umanistiche dell’Università  di Torino, non soltanto a separare eventuali contendenti, ma caricando, inseguendo e

percuotendo gli studenti fin negli uffici e locali di biblioteche e dipartimenti. Studenti in fuga,

inseguiti e colpiti col manganello, non suggeriscono il protrarsi di una possibile resistenza ai pubblici ufficiali.

 

Questo ci ha causato un vivo sconcerto e serie perplessità  sugli scopi effettivi di tale condotta.

 

Successivamente, a un certo numero di persone identificate come presenti sono state rivolte le accuse di resistenza e lesioni personali e tre di loro, almeno uno dei quali risulta espressamente non aver compiuto atti di violenza, sonostati sottoposti a custodia cautelare, nella forma degli arresti domiciliari:

misura di cui non si colgono l’inderogabile esigenza o le motivazioni di concreto pericolo.

 

Ci uniamo alla richiesta, formulata da più parti, che gli studenti siano posti in libertà, in attesa di un’equa valutazione giudiziaria delle accuse mosse contro di loro dalla magistratura inquirente.

 

In ordine di adesione:

 

Enrico Pasini

Enrico Donaggio

Rocco Sciarrone

Gianni Vattimo

Maurizio Ferraris

Tiziana Andina

Gianfranco Gianotti

Sergio Bova

Lucio Bertelli

Pietro Kobau

Anna Chiarloni

Gaetano Chiurazzi

Diego Marconi

Brunello Mantelli

Daniela Steila

Carla Bazzanella

Davide Lovisolo

Enrico Maltese

Gianluca Cuozzo

 

 

Appello per la scarcerazione di Davide, Fabio, Marco

 

Ai professori, intellettuali, politici, partigiani, studenti, militanti

e a tutti coloro che sentono i valori dell’Antifascismo e della Resistenza come i propri

Appello per la scarcerazione immediata

degli studenti antifascisti arrestati

 

Alle sei e mezza del mattino del 14 giugno 2007, la digos torinese arrestava tre studenti universitari antifascisti del csoa Askatasuna e del Collettivo Universitario Autonomo, conosciuti all’interno dell’università per la loro militanza antifascista: Davide, Fabio e Marco. Dopo le perquisizioni delle loro case, a tutti veniva notificato il mandato di custodia cautelare ai domiciliari; i reati contestati sono quelli di minacce, resistenza e lesioni.

Gli arresti sono lo strascico giudiziario dei fatti avvenuti la mattina del 14 maggio 2007 all’interno di Palazzo Nuovo, che qui di seguito riassumiamo:

intorno alle 7,30 di quella mattina alcuni militanti del fuan (l’organizzazione degli “studenti” universitari fascisti), sotto l’occhio compiacente e complice delle forze dell’ordine, scavalcarono i cancelli ed entrarono nell’università torinese, piazzandosi nell’atrio con i loro volantini di propaganda politica in attesa dell’apertura regolare della struttura, protetti da vari cordoni di polizia. Aperti ufficialmente alle 8,00 i cancelli la polizia e la digos si prodigavano a impedire l’ingresso agli studenti identificati come antifascisti, costretti ad accedere all’interno di Palazzo Nuovo attraverso un’entrata secondaria non presidiata dalle forze dell’ordine. La presenza fascista e della polizia dentro Palazzo Nuovo mobilitò gli studenti antifascisti a formare spontaneamente un presidio d’opposizione, per chiedere l’uscita dei fascisti e la fine della militarizzazione dell’università. Le provocazioni da parte dei fascisti e delle forze dell’ordine furono innumerevoli, e crearono un clima di tensione crescente che culminò con una violenta carica ai danni del presidio, seguita da una vera e propria caccia all’uomo nell’atrio, nelle aule e persino nelle biblioteche. Diversi studenti e un lavoratore di Palazzo Nuovo furono manganellati e picchiati in vari luoghi dell’ateneo. Dopo l’uscita del fuan dall’università, il presidio antifascista, nonostante le difficoltà incontrate, si mosse in corteo verso il rettorato, per chiedere spiegazioni al rettore Ezio Pellizzetti. Nonostante i gravi fatti avvenuti le risposte fornite furono di circostanza e di rimpallo delle responsabilità.

 

Oggi, nemmeno di fronte alla pesantezza delle conseguenze penali di quella mattina, il rettore ha ritenuto valesse la pena spendere una qualsiasi parola almeno in merito ai provvedimenti che hanno colpito i tre studenti arrestati.

Riteniamo che quanto avvenuto la mattina del 14 maggio e gli arresti del 14 giugno siano fatti di estrema gravità e pericolo: la militarizzazione dell’università, le cariche della polizia e la successiva caccia all’uomo, gli studenti e i lavoratori feriti, e infine l’ordinanza di arresto per Davide, Fabio e Marco richiesta e firmata dalla magistratura torinese sono tutti elementi volti a colpire e intimidire chi a Torino continua a difendere e perseguire i valori dell’antifascismo e della Resistenza, nelle piazze, nei quartieri, sul posto di lavoro, nelle scuole e nelle università. Questura, magistratura e il rettore Pelizzetti sono responsabili, ognuno con precisi coinvolgimenti, di tutto quanto avvenuto.

 

Con questo appello vi invitiamo a firmare la richiesta della scarcerazione immediata di Davide Fabio e Marco, studenti arrestati con un castello accusatorio assolutamente inconsistente e attraverso un uso strumentale e politico della magistratura (è l’ordinanza di arresto stessa a dichiararlo esplicitamente) che di fatto imputa ai tre universitari la partecipazione al presidio e l’attivismo politico svolto quotidianamente all’interno dell’università. Se ce ne fosse bisogno, ciò rappresenta una motivazione in più per chiedere la loro immediata scarcerazione e la vostra firma a supporto di questa richiesta.

 

Torino, 16 giugno 2007

Network antagonista torinese – Csoa Askatasuna – Collettivo Universitario Autonomo – Csa Murazzi

 

Alcuni dei firmatari:

 

– Gianni Vattimo (professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Torino)

– Massimo Zucchetti (professore presso il Politecnico di Torino)

– Angelo D’Orsi (professore ordinario di Storia del Pensiero Politico Contemporaneo presso l’Università di Torino)

– Daniela Alfonzi (senatrice PRC)

– Alberto Burgio (docente di Storia della Filosofia presso l’Università di Bologna, deputato PRC)

– Luigi Saragnese insegnate, assessore alle Risorse educative del comune di Torino PRC)

– Gianluca Vitale (avvocato, aderente all’ASGI, Associazione Studi Giuridici  sull’Immigrazione)

– Lucia Delogu (vice-preside della Facoltà di Scienze Politiche, docente di Diritto Privato presso l’Università di Torino)

– Luciano Allegra (professore ordinario di Storia Moderma presso l’Università di Torino)

– Giuseppe Sergi (professore ordinario di Storia Medievale presso l’università di Torino)

– Pietro Kobau (professore associato di Estetica presso l’Università di Torino)

– Alessandra Algostino (professoressa associata di Diritto Costituzionale e Diritto Comparato presso l’Università di Torino)

– Alfredo Saad-Filho, Senior Lecturer, School of Oriental and African Studies (SOAS), University of London

– Simona Gallo (docente di Sociologia del Lavoro all’Università di Capetown – Sudafrica)

– Matilde Adduci (assegnista di ricerca presso l’Università di Torino)

– Giuseppe Caccia (ricercatore in Scienze Politiche presso l’Università di Torino)

– Chiara Bertone (ricercatrice in Sociologia presso l’Università del Piemonte Orientale)

– Daniela Calleri (docente  presso l’Università di Torino)

– Dario Padovan (docente  presso l’Università di Torino)

– Francesca Geymonat (ricercatrice presso l’Università di Torino)

– Paola Rumore (ricercatrice presso l’Università di Torino)

– Carlo Capello (ricercatore presso l’Università di Torino)

– Mario Ivani (ricercatore presso l’Università di Torino)

– Floriana Gargiulo (ricercatrice presso l’Università di Torino)

– Sergio Tosoni (ricercatore presso l’Università di Torino)

– J.Claude Leveque (ricercatore presso l’Università di Torino)

 

 

 

 

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