InfoAut
Immagine di copertina per il post

11 novembre cosa faremo?

L’interminabile imbarazzante agonia del governo Berlusconi annuncia e proroga lo scontro vero. Il mammasantissima è stato così occupato a far gli affari suoi che non ha avuto tempo di portare ad esecuzione i diktat della banca centrale europea. Per questo cercano ora di farlo fuori coloro stessi che lo avevano invece sostenuto o tollerato quando le sue colpe erano soltanto quelle di favorire la mafia e l’evasione fiscale, distruggere la scuola pubblica, comprare deputati e senatori, corrompere i giudici e seminare ignoranza e servilismo per mezzo del monopolio mediatico che gli è stato consentito accumulare.

Ora che si rivela incapace di stringere il cappio al collo della società italiana, perché non ha la forza e la credibilità per strangolarci ecco efficienti aguzzini apprestarsi a prendere il suo posto, perché a loro il polso non trema. Incitati da un Presidente inflessibile solo quando si tratta di salvaguardare gli interessi della classe finanziaria globale, i cani latrano tirando sul laccio che li trattiene. Vogliono azzannare gli efficienti adoratori dell’impietosa divinità che si chiama Mercato Ma non c’è più nessun mercato, in verità, solo un campo di battaglia.

Di là l’esercito aggressivo dei predoni accumula bottino – privatizza i servizi, licenzia, aumenta le ore di lavoro straordinario non pagate, nega la pensione a chi l’attende con buon diritto, elimina spese inutili come la scuola e la sanità. Di qua l’esercito disordinato dei lavoratori trasformato in esercito di precari poveri senza speranza, arretra lanciando urla che promettono una vendetta che non verrà, perdendo metro dopo metro i suoi pochi averi, il prodotto dei suoi risparmi e del suo lavoro, la speranza di mandare i figli a scuola.

I sindacati chiamano allo sciopero. Per l’ennesima volta sfileremo portando cartelli che dicono: diritto a questo e diritto a quello. E chi se ne frega dicono ai piani alti del palazzo, tanto del vostro lavoro non abbiamo più bisogno perché vi stiamo sostituendo uno per uno con schiavi che non possono scioperare.

Manifesteremo pacificamente nelle vie della città. E chi se ne frega, visto che delle vostre dimostrazioni abbiamo già perso il conto e hanno cambiato nulla visto che la democrazia non esiste più e voi siete gli unici che ci credono ancora.

Allora daremo fuoco alle auto e assalteremo le banche. E chi se ne frega visto che le automobili che trovate in strada son quelle dei vostri colleghi, e nelle banche non c’è niente di interessante poiché il potere corre sul cavo che collega i computer di tutta la terra.

Si prepara una nuova dimostrazione per l’11 novembre.

Cosa faremo?

Non si sono ancora spente le polemiche del 15 Ottobre tra i violenti bruciatori di camionette e i pacifici democratici alternativi, e già si promettono servizi d’ordine per proteggere i cortei. E’ come dichiarare la guerra interna. Dal momento che siamo impotenti a fermare le rapide incursioni dei predoni finanziari, ci sfogheremo dandoci un po’ di legnate tra di noi.

Quelli buoni saranno poi premiati con un seggio in Parlamento. Ma esisterà ancora il Parlamento fra un anno? E c’è ancora qualcuno che crede davvero che in Parlamento si possa far cosa diversa dal reggere la coda agli aguzzini mentre eseguono il verdetto della classe predatrice?

E i cattivi? I cattivi si leccheranno le ferite perché è loro vocazione lamentarsi. Spaccano qualche vetrina, tirano bombe carta contro un poveraccio come loro, alzano le braccia in segno di eccitazione estrema poi tornano a casa si fanno una sega e si lamentano perché gli altri non li capiscono.

Cosa dovremmo dimostrare l’11 novembre? Non c’è niente da dimostrare e nessuno cui dimostrare qualcosa. Dovremmo invece iniziare l’azione di riconquista di ciò che ci è stato tolto.

Anzitutto dovremmo portare la comunicazione alla maggioranza della popolazione, quelli che non vengono alle dimostrazioni, e vanno al supermercato, al cinema. a teatro a messa, a scuola, alla stazione, in banca, preoccupati e un po’ mesti.

L’11 novembre dovremmo andare nei supermercati nei cinema, nei teatri, nelle chiese, nelle scuole nelle stazioni e nelle banche. Sederci insieme ad altri venti o cento o mille e ascoltare le frasi di una lavoratrice precaria o di un ricercatore che dice le ragioni degli sfruttati. E ogni frase dovremmo ripeterla ad alta voce con altri mille, in un megafono umano che si diffonde, sapendo che in un’altra banca un altro supermercato sta accadendo la stessa cosa.

Dovremmo entrare nel supermercato prendere ciò che ci occorre poi recarci alla cassa, e alla cassiera con cortesia dire: signorina legga questo foglio. E sul foglio c’è scritto il mio nome cognome indirizzo e c’è scritto TESSERA DEL PANE. E sotto c’è scritto: “siccome non ho più i mezzi per sostenere me e la mia famiglia la prego di accettare questo documento come garanzia del fatto che pagherò non appena la Banca centrale europea avrà erogato un reddito di cittadinanza a tutti coloro che ne hanno bisogno.”

Dovremmo andare nei ristoranti di lusso, mangiare come dio comanda e alla fine lasciare cinque euro sul tavolo e una tessera del pane con nome cognome indirizzo e promessa di pagherò quando avrò un reddito che me lo consenta.

Dovremmo andare alle inaugurazioni dell’Anno accademico e alle riunioni del consiglio comunale e del consiglio di amministrazione della banca e dell’azienda e dichiarare che fin quando non si sottrarranno all’ordine di sterminio che proviene dalla banca centrale gli impediamo di agire, di legiferare, di contribuire al crimine.

Dovremmo aprire la porta di un edificio vuoto di proprietà vaticana o di una compagnia di assicurazione e renderlo accessibile alla massa crescente di coloro che non hanno casa.

Dovremmo occupare le strade metterci dei grandi tavoli e organizzare mense popolari, dove ciascuno paga il pasto con quello che può sborsare. Mangiare insieme costa meno e permette di riattivare i circuiti anchilosati dell’acting out solidale.

Noi non vogliamo la guerra, eppure ce l’hanno dichiarata. Non combatteremo la loro guerra perché la perderemmo. Vivremo come è giusto vivere da esseri umani, da eguali e da liberi. E se leggi partiti e parlamenti vorranno piegarci al ricatto infame dei predoni, noi disobbediremo alle leggi ai partiti e ai parlamenti. Stanno provando a trasformarci in schiavi, a toglierci la dignità e la coscienza. Ed è bene saperlo: sono pronti ad uccidere se gli schiavi smettono di lamentarsi e si ribellano in modo intelligente e solidale. Uccideranno, perché il dio Mercato per loro è più importante della vita umana.

Noi disprezziamo il superomismo nazistoide di tutti quei Giavazzi che incitano ad accettare il rischio economico e la competizione, ma dovremo imparare umilmente a correre il rischio di morire se a rischio è la nostra dignità di esseri umani e di lavoratori. Perché chi crede che sia meglio vivere da schiavo che correre il rischio di morire vivrà da schiavo e morirà da schiavo.

Da Uninomade

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

11.11.1111novembreche fareoccupy everywhere

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’autunno braudeliano dell’America

Riprendiamo dal sito Phenomenalword questo interessante contributo sulle antinomie della Trumpeconomics a cura di Di Benjamin Braun (Assistant Professor of Political Economy, LSE), Cédric  Durand (Professor of Political Economy, University of Geneva).  Fazioni del capitale nella seconda amministrazione Trump. Secondo lo storico Fernand  Braudel, il declino egemonico è storicamente accompagnato dalla finanziarizzazione. Di fronte a una […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

TRUMP II: La guerra commerciale si fa globale. 

Riprendiamo e traduciamo il contribuito che i compagni di Chuang hanno dato al neonato progetto editoriale “Heatwave”.  Buona lettura. In questo primo contributo al nuovo progetto Heatwave, rispondiamo alle domande di questo collettivo sull’impatto globale delle ultime ondate di dazi americani. La panoramica completa di questa inchiesta può essere letta sul loro sito web, insieme […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“I padroni del mondo:come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia”

Venerdì 6 giugno presso il CSOA Askatasuna alle ore 19.30 si terrà insieme all’autore Alessandro Volpi la presentazione del libro “I padroni del mondo: come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia” (Laterza, 2024).  D’accordo con l’autore pubblichiamo l’introduzione del libro. Mappe. Esiste un legame evidente fra l’idea che serva una continua […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il posto di Hamas (e di chi chi seguirà o precede) in Palestina

Qualche precisazione sul ruolo del movimento, all’interno di una più ampia cornice di lotta anticoloniale di Lorenzo Forlani, da lorenzoforlani.substack.com Mi sembra sia arrivato il momento, o forse non ha mai smesso di esserlo. Vogliamo parlare di Hamas? E parliamo di Hamas, una volta per tutte, tentando di scrollarci di dosso paranoie, tensioni mai sopite, […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Note preliminari sul «sistema degli Stati»

È generalmente noto che Karl Marx, nel piano del Capitale, prevedesse una sezione dedicata allo Stato – sezione di cui non scrisse nemmeno una bozza.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (1° parte)

Il processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, conclusosi il 31 marzo scorso, costituisce il tassello principale di un’articolata strategia volta a contrastare il conflitto sociale a Torino e in Val di Susa

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Russia: i segreti della resilienza economica

Abbiamo tradotto il testo di Mylène Gaulard, docente di economia presso Università Pierre Mendes France – Grenoble 2, apparso originariamente su Hors-serie in quanto intende mettere a nudo l’enorme distanza tra la narrazione dominante occidentale (e principalmente europea) sul conflitto in Ucraina e la realtà materiale dei rapporti di forza economici e geopolitici che si stanno ridefinendo su scala globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump 2.0: una svolta epocale?

Un confronto sulla percezione che sulle due sponde dell’Atlantico si ha della crisi in corso è importante, ma deve scontare uno choc cognitivo dovuto alla difficoltà di mettere a fuoco una svolta forse epocale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il futuro sacrificato sull’altare del debito

Nel profondo Maine, ora governato da un aggressivo rappresentate del Tea Party, ci sono almeno una ventina di Occupy. Tra questi, l’occupazione della University of Southern Maine, in cui insegna ed è politicamente attivo Jason Read. Il suo importante libro The Micropolitics of Capital (uscito nel 2003), che ha al proprio centro la questione della […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

31 marzo – Tutt* a Milano per occupare Piazza Affari

Ma le rivolte e i movimenti di piazza (primavera araba, indignados, occupy, notav..etc) che sono sorti negli ultimi due anni, danno nuova speranza e mettono alla prova in modo nuovo quanti e quante sono convinti che si può a fare a meno di un mondo le cui regole sono dettate dal capitale e dalle banche.  […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Il nostro ‘Occupy’

Due cose ha dimostrato il movimento notav nella giornata di ieri. 1) Che è  capace di generalizzarsi e riprodursi a ogni latitudine, innescando un effetto-contagio che eccede il territorio valsusino e le ragioni di una lotta ventennale per fungere da punto di riferimento (in assenza di altro) di molteplici istanze, tutte però accomunate dal bisogno […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Occupy West Coast Ports

Come riferiscono i media Usa, la protesta, avviata ieri, si è estesa da San Diego a Anchorage, provocando in alcuni casi il blocco totale delle attività, come ad Oakland, o causando disagi minori, come a Seattle. La polizia ha effettuato una serie di arresti, ma non si sono registrati scontri di rilievo con i manifestanti. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

”Occupiamo le nostre case”

Occupy Wall Street nelle periferie povere di New York lotta a fianco delle famiglie sfrattate dalle case sequestrate dalle banche. [Ripubblichiamo qui quest’ottimo reportage di  Michele Primi, da New York (per Peace Reporter). Belle e significative anche le poche foto che accompagnano il servizio. Restituiscono il clima in qui si stanno costituendo queste prime iniziative […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

‘La banca di Fiorani è diventata la piazza sociale del quartiere!’

Più di cento persone hanno risposto all’appello di #occupy pisa, soggetto che da settimane ha liberato i due stabili di via la Pergola, e del comitato “Vicini di casa” per trasformare questa domenica in un importante momento di confronto nel quartiere. La giornata è iniziata con un pranzo in cui ognuno ha contribuito portando qualcosa […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“La banca di Fiorani è diventata la piazza sociale del quartiere!”

Più di cento persone hanno risposto all’appello di #occupy pisa, soggetto che da settimane ha liberato i due stabili di via la Pergola, e del comitato “Vicini di casa” per trasformare questa domenica in un importante momento di confronto nel quartiere. La giornata è iniziata con un pranzo in cui ognuno ha contribuito portando qualcosa […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

#Occupypisa, via la Pergola work in progress

Gli appuntamenti assembleari che si svolgono tutti i giorni alle 15 sono momenti importanti di scambio, di confronto, di discussione e di proposta da parte di tutti coloro che decidono di attraversare questo spazio e viverlo attivamente.La ricchezza che sta emergendo sulla progettualità di via la Pergola, sta trovando in questi incontri delle prime risposte […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

#Occupypisa, via la Pergola work in progress

Gli appuntamenti assembleari che si svolgono tutti i giorni alle 15 sono momenti importanti di scambio, di confronto, di discussione e di proposta da parte di tutti coloro che decidono di attraversare questo spazio e viverlo attivamente.La ricchezza che sta emergendo sulla progettualità di via la Pergola, sta trovando in questi incontri delle prime risposte […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

#OccupyTorino III (la Vendetta): Tutti in Municipio… #OccupyFassino!!!

Lunedì 28.11.11, presso il Palazzo di Città, sede del Comune di Torino, si terrà un consiglio comunale aperto alla cittadinanza sulla questione FIAT. L’assemblea #OccupyTorino del 17.11.11 di via dell’Arsenale invita tutti i torinesi a mettere la casta di fronte al popolo. Mentre settori sempre più consistenti dell’indotto chiudono e i sindacati (con la parziale […]