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9 dicembre: una prima diretta da Torino [aggiornamenti]

Quando sono le 16 del pomeriggio, proviamo a buttare lì qualche altro elemento di osservazione partecipante sulla giornata di mobilitazione di questo 9 dicembre. Lo facciamo dalla sola propsettiva torinese, che è quella che abbiamo visto in prima persona (collettiva) è partecipando a 3 diversi punti di blocco: in p.za Pitagora, in p.za Derna e in p.Za Castello e dintorni. Parliamo inoltre solo della città di Torino perché ci sembra essere stato l’unico contesto in cui le cose si sono svolte un po’ differentemente.

Qui si è espressa una dimensione di eccedenza metropolitana, direttamente innestata, con ben altre esigenze e caratteristiche, sulle istanze degli organizzatori del coordinamento. Fin dalle 5 del mattino i presidi/blocchi di p.za Derna e p.za Pitagora vedevano impegnate tra le 2/300 persone (mai venute meno, con un continuo turn-over). A piazza Derna si è velocemente palesata una differenza di vedute tra la componente adulta e più “politica” (espressione del coordinamento degli organizzatori) e una composizione giovanile di quartieri di periferia e di stadio, mossa all’appuntamento dalle aspettative suscitate da tutte le dichiarazioni e gli appelli girati sui social network e il passa-parola che ha fatto crescere la chiacchiera sulla giornata. Qui si assisteva ai tentativi dei vecchi di pompierare la situazione e spingere più per una pratica di rallentamento e filtraggio perché il blocco sarebbe stato un “reato” che avrebbe rischiato di spingere la celere alla carica e “non vogliamo certo dargli un pretesto” (“oltretutto sono nostri amici e sono qui per proteggerci”): parole che non facevano tanta presa su questi ragazzi… Con questi ragazzi abbiamo poi contributo ad un ulteriore blocco di una 70 di persone più a nord sulla direttrice di c.so GiulioCesare e quindi dell’ingresso/uscita della Torino-Milano con una 50ina. Qualche compagno presente in p.za Pitagora raccontava invece di una dimensione più disorganizzata e schizoide in cui le decisioni sul da farsi mutavano continuamente tra blocco, rallentamento e volantinaggio… ma poco oltre proliferavano altri blocchi spontanei organizzati da gruppi di 20 o 30 persone. Da lì una parte consistente partirà per il centro dove andavano intanto formandosi assembramenti in p.za Castello (Regione) e p.za Palazzo di Città (Comune). Sugli scontri consumatasi tra Equitalia e piazza Castello rimandiamo alla cronaca mattutina che trovate sotto: è qui esplosa la composizione giovanile-metropolitana, in tutte le sue forme e ambiguità (ultras, giovani proletari o in via di proletarizzazione, precari, studenti, soprattutto medi e 2a generazione migrante). Ripetute le cariche e l’intensità dello scontro. Dopo l’intervento pacificatore diegli organizzatori e la scelta della polizia di togliersi i caschi, la piazza si è parzialmente ri-normalizzata ma permanevano dissidi tra una parte più giovane e conflittuale e una più identificantesi nei tricolori. Capitava così di ascoltrare l’inno di Mameli cantato un po’ da tutti, succeduto da un applauditissimo intervento di un senegalese e da molti altri concentrati preponderantemente sull’attacco ai politici individuati come responsabili del peggioramento delle condizioni di vita.

Nel pomeriggio accadeva ancora che una parte di circa 100 manifestanti si recasse nuovamente sotto il Comune tirando pietre verso il palazzo e venendo respinti da una carica di alleggerimento. L’arrivo di 300 rifugiati e occupanti le palazzine dell’ex-Moi per una loro vertenza sulla residenza veniva applaudito dai presenti. I due presidi continuano quindi a svolgersi in contemporanea senza particolari problemi. Altri blocchi spontanei vengono segnalati in giro per la città. In pza Pitagora il presidio torna verso fine pomeriggio a riempirsi di circa 5/600 persone mentre sono ancora in corso (h 19) 5 differenti blocchi in barriera di Milano. Dinamiche simili si sono riprodotte anche nell’area metropolitana (a Nichelino corteo con tir, passando scuola per scuola per coinvolgere gli studenti) e nel pinerolese con ingorghi e blocchi.

Questo è quello che abbiamo visto a Torino… e siamo ben consapevoli che questa dimensione è stata più unica che rara. Ci sembra però raccontare una storia un po’ diversa da quella che pretendono di leggervi tanti compagni e siti “di movimento”, che hanno anche sapientemente fatto ricostruzioni ad hoc basate su 4 commenti via facebook, senza alcun inviato in piazza o basandosi sulle impressioni di uno scienziato borderline con forti manie di protagonismo… accodandosi di fatto alle riscostruzioni del partito di Repubblica, all’organo stampa dell’anpi (Nuovasocietà).. l’eterna sinistra mai paga delle proprie sconfitte e che mostra una distanza abissale e siderale dalla realtà dell’odierna composizione di classe (anche proletaria).

Hanno fatto eccezione Radio Blackout, con una diretta continua e composita nei punti di vista e Radio onda d’Urto….

Il commento-bilancio di un nostro redattore ai microfoni di Radio Onda d’Urto:

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*****************

La mattina

La giornata di mobilitazione prevista per oggi e di cui tanto si è parlato in questi giorni sta vedendo diverse manifestazioni in varie città, tra cui Torino che per il momento conta di una numerosa partecipazione. Alcuni blocchi sono iniziati già nelle prime ore del mattino. I tre punti di concentramento previsti (centro città e nelle zone periferiche nord e sud) si stanno spostando per le strade, bloccando di fatto la città. Moltissimi e quasi totale la partecipazione dei negozianti alla giornata di mobilitazione, chiusi e recante il cartello di adesione alla mobilitazione sulle saracinesche. In queste ore si stanno verificando blocchi sparsi in più punti tra cui corso potenza e corso giulio all’altezza dell’iveco, lo stesso corteo sta in questo momento bloccando l’entrata della Torino- Milano.

Per quanto riguarda invece il punto di concentramento di piazza Pitagora (torino sud), si sono verificati diversi blocchi nelle vie limitrofe, mentre i partecipanti si stanno organizzando per raggiungere piazza castello, nel centro, dove si trova il gruppo più numeroso. Centinaia di persone, dopo aver bloccato i binari del treno, si sono diretti verso la sede di Equitalia, dove si c’è stato un primo lancio di lacrimogeni. Nonostante questi, il corteo non si è dato per vinto ed è proseguito verso il Palazzo della Regione dopo essersi spostato per le vie del centro. Le centinaia di persone, intenzionate ad entrare dentro la Regione, sono state caricate dalle forze di polizia schierate e si è verificato un fitto lancio di lacrimogeni nella piazza. Moltissima gente che però non ha abbandonato la piazza e continua ad essere lì presente e determinata nell’individuare i responsabili delle condizioni in cui versa la maggior parte della popolazione.

Una diretta da piazza Pitagora (Radio BlackOut)

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Timidi blocchi anche in altri punti della città. A Porta Palazzo, piazza che ospita lo storico mercato torinese e dove quest’oggi non è presente neanche una bancarella, numerosi migranti hanno bloccato i pullman nelle vie limitrofe. Successivamente il corteo della zona si è spostato sotto il Comune di Torino dove le centinaia di persone sono ora in presidio.

La composizione della piazza è molto eterogenea, molti i disoccupati, precari, giovani, studenti, migranti, mercatari e componenti ultras che esprimono un malessere generalizzato. Nonostante la presenza di Maurizio Marrone del partito Fratelli d’Italia in una delle piazze, che probabilmente cercava consensi per le sue finalità elettorali, a caratterizzare la giornata di oggi e i vari blocchi che si stanno effettuando, è la determinazione di vari settori popolari della cittadinanza torinese e in qualche modo la spontaneità della piazza che in questo momento sta esprimendo una rabbia che è fuori dalla gestione di qualsiasi organizzazione.

 

Il video degli scontri in piazza Castello

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