A proposito di mafiosi, eversori e cooperatori capitalisti
La lotta dei lavoratori della Granarolo di Bologna continua. Vogliono che sia riconosciuto il loro diritto al lavoro, e la loro dignità. Lo stanno facendo con determinazione, avendo oramai acquisito un solido convincimento su quali siano le forze che si frappongono al raggiungimento dei loro obiettivi, quali siano i loro nemici, oramai, per buona parte di loro, consapevolmente, di classe.
E’ una lotta che ha superato da tempo il recinto della rivendicazione aziendale, assumendo caratteri e valenze marcatamente politiche.
E’ bene precisare che questo processo non è una novità assoluta, si tratta piuttosto di una costante che si ripropone, pur in forme e con accenti diversi, in buona parte delle lotte che, nel settore della logistica, vedono coinvolti grandi committenti; così è stato infatti per l’Esselunga di Pioltello (MI), per la TNT e l’IKEA di Piacenza.
Questo dato risulta palese con la semplice osservazione di cosa sta ruotando intorno alla ”vertenza” Granarolo, sia in termini di coinvolgimento di soggetti, associazioni, gruppi politici, ma anche per l’ambito in cui si sta svolgendo la lotta che, dai cancelli di Cadriano si trasferisce, di volta in volta, davanti alle sedi istituzionali, nelle strade della città di Bologna, nei centri commerciali di molte città, in tutto il paese.
Ma oltre all’ambito fisico in cui si sta svolgendo, le caratteristiche di questa lotta sono espresse da due altri elementi di rilievo, vale a dire: il fatto che questa dura esperienza stia facendo crescere un gruppo consistente di militanti operai, e che, oggettivamente, imponga alle controparti, istituzionali e padronali, di esporsi in modo esplicito, sovente anche oltre i limiti e le prerogative dei propri ruoli.
E’ recente l’annuncio da parte della questura dell’emissione di centiana di denunce; annuncio -naturalmente (??) effettuato usando i media, giusto per sottolinearne l’importanza ed amplificarne l’effetto ricattatorio ed intimidatorio – nel quale veniva evidenziata la stretta relazione tra le presunte violazioni di legge da parte degli operai immigrati e la loro permanenza nel paradiso italico.
Sono ancor più recenti, nonché ripetute, compiute dai principali responsabili padronali del settore (Monti, Legacoop Emilia Romagna; Calzolari, Granarolo e Legacoop Bologna), le dichiarazioni contro i lavoratori, la nostra organizzazione sindacale, il movimento che sostiene questa lotta.
A questi si associano, in ragione di una evidente ed oggettiva comunanza di interessi, rappresentanti sindacali di rilievo (segretario FILT CGIL per tutti).
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