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Contrapposizioni sociali dalla Valle alle lotte contro lo Sblocca Italia [contributi audio]

 

Esattamente una settimana fa nella cornice della grande occupazione abitativa dell’ Ex_Telecom a Bologna iniziava il festival di quattro giorni dedicato alle “contrapposizioni sociali e alle lotte popolari contro la Crisi e il Governo Renzi”.

Un nome ambizioso per una serie di iniziative che hanno saputo rimettere al centro i grandi nodi e le tematiche con i quali i movimenti, a partire dalle lotte per il diritto all’ abitare, hanno necessariamente di che confrontarsi in questa Estate appena iniziata per riuscire a potenziarsi e consustanziarsi nei mesi a venire.

Da qui l’idea di mettere a confronto anche le lotte cardine del Paese con quelle che stanno nascendo nei territori a seguito dell’accelerazione neo-liberale imposta dal Governo Renzi, come è stato per il dibattito ricco e partecipato della seconda giornata sulle lotte contro le Grandi Opere, a partire dal Movimento No Tav, e lo Sblocca Italia.

Dopo l’introduzione, un compagno di Bagnoli del Laboratorio Iskra ha mostrato come si diano nel territorio flegreo forme interessanti di contrapposizione alla depredazione e alla devastazione ambientale, sulla scia di quella che è stata l’ampia opposizione popolare in Campania contro le biomasse e le discariche. Una lotta che passo dopo passo ne incontra altre e diviene simbiotica con le altre istanze che attraversano il territorio, come quelle per il salario e il reddito (in primis la logistica e la lotta per la casa), connettendo quelle di natura più rurale a quelle strettamente metropolitane . Prendendo spunto da questi processi di territorializzazione, è possibile pensare un rapporto più serrato e continuo tra i movimenti che in questi anni si esprimono nel Paese, e la cui reciprocità non solo nel farsi rete, ma nel fare un passo in avanti per essere punto di riferimento di chi esprime bisogni incompatibili con i processi di ristrutturazione del capitale, diviene necessità .

 

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A seguire,il movimento No Tav ha esposto lo stato attuale della lotta contro il treno ad alta velocità, e la ricchezza che essa è riuscita ad esprimere sapendo riprodurre e trasmettere ben oltre la valle input di organizzazione sociale e valori di natura anti-capitalista capaci di trascendere e al contempo irrobustire l’opposizione complessiva alla singola opera, giungendo alla fase odierna in cui l’ossessiva repressione contro il movimento e le aspre pene comminate, dal carcere alle sanzioni economiche, stanno incontrando una resistenza di massa che tiene e diviene anche sotto questo aspetto esemplare per tante altre lotte territoriali.

 

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Gli interventi successivi, riportando la ricchezza di quelli che li hanno preceduti, hanno posto l’ accento sull’importanza di restare ancorati ai bisogni che nei territori si esprimono, dalla scuola alle periferie, queste ultime viste come aree urbane in cui i processi di trasformazione politica diventano fondamentali nel ridisegnare gli asset e i rapporti di forza tra soggetti sfruttati e nuovi macro-dispositivi di disciplinamento,controllo e impoverimento forzoso: condizioni di ricattabilità che, a partire dalle lotte contro gli sfratti e di riappropriazione e autorigenerazione urbana, possono essere ribaltate alludendo a nuove forme di contropotere territoriale.

 

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