InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dal ponte di Messina alla pista da bob

La Webuild dovrebbe costruire lo sliding center di Cortina. La controversa multinazionale è coinvolta in numerosi appalti miliardari e altrettanti scandali internazionali

di Elisa Brunelli, da Salto

La notizia è stata data da Repubblica i giorni scorsi: dopo la gara andata deserta per la costruzione del primo lotto della pista olimpica da bob di Cortina, la società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 intende affidare l’appalto alla nota multinazionale italiana Webuild.

L’azienda è nota alle cronache più recenti per aver portato a termine la ricostruzione del ponte Morandi di Genova e perché individuata dal Governo per la realizzazione del discusso maxi progetto del ponte sullo Stretto, i cui costi sono stimati, al momento, a 14,6 miliardi.

Le trattative private condotte dal commissario Luigivalerio Sant’Andrea, è quanto sostiene il quotidiano della famiglia Agnelli, avranno conclusione positiva entro una decina di giorni e la fretta è molta: la procedura ha tempi contingentati e dovrà garantire il rispetto delle tempistiche indicate nel Disciplinare di gara relativo alla realizzazione dello Sliding Centre di Cortina. I lavori dovranno durare un massimo 807 giorni e l’impianto dovrà essere poi consegnato per l’omologazione della pista e i test preolimpici. 

Il timore della popolazione locale contraria all’opera e dei gruppi ambientalisti, che in questi giorni hanno messo in scena l’ennesima protesta, è un ulteriore aumento dei già esorbitanti costi di realizzazione (al momento stimati complessivamente a 124 milioni), dal momento che Simico dovrà negoziare al rialzo una nuova offerta.

Sempre i giorni scorsi, il sindaco di Innsbruck ha rinnovato la disponibilità ad ospitare le gare olimpiche al netto delle dichiarazioni di Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico, che aveva scoraggiato la costruzione di una nuova pista da bob. Proposta immediatamente rispedita al mittente dalla fondazione olimpica che intende a tutti i costi portare a termine l’opera.

Il Presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, e il governatore trentino, Maurizio Fugatti, hanno firmato nel 2019 una lettera di intenti in cui si impegnano a coprire i costi di gestione e il deficit previsti per almeno 15 anni.

Dallo sfruttamento dei lavoratori in Qatar alle inchieste giudiziarie sull’Alta Velocità

La Webuild è stata conosciuta fino al 2020, anno in cui ha cambiato la propria denominazione, come Salini Impregilo Spa, un gruppo multinazionale italiano attivo in oltre 50 paesi nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria. La Webuild si è distinta in particolare nella realizzazione di grandi opere di ingegneria civile come dighe e impianti idroelettrici, ma opere idrauliche, ferrovie, aeroporti e autostrade. L’azienda è inoltre partecipata dallo Stato italiano attraverso la CDP Equity.

Negli anni la Webulid è riuscita ad accaparrarsi appalti dal valore di miliardi di euro, sia in Italia che all’estero, ma la condotta non è sempre stata trasparente. Negli anni, l’azienda guidata oggi da Donato Iacovone, ha incassato numerosi attacchi giudiziari e accuse dalle ong per i diritti umani per le condizioni di lavoro nei cantieri e le conseguenze sui territori e le popolazioni locali interessate dai progetti.

Standard Ethics, un’agenzia di rating indipendente sulla sostenibilità, con sede a Londra, ha assegnato alla Webuild il rating etico di “Very low”.

Un articolo scientifico pubblicato nel 2022 sul Journal of Business Etichs “Counter-reporting sustainability from the bottom up: the case of the construction company WeBuild and dam-related conflicts” ha reso noto le prove sulle ingiustizie socio-ambientali e sulle controversie riguardanti 38 grandi progetti idroelettrici costruiti dalla società nel corso dell’ultimo secolo. Uno di questi è il Gibe III realizzato in Etiopia. Secondo diversi studiosi, media e organizzazioni di giustizia ambientale, la diga ha privato centinaia di migliaia di popolazioni indigene che vivono a valle dei loro mezzi di sussistenza. Pietro Salini, allora amministratore delegato di WeBuild, ha risposto in merito a un giornalista esordendo con “Tutti possono dire cose stupide. Sai cosa? Ci sono cinque milioni di persone che credono che la Terra sia piatta. E votano anche”.

La società è stata coinvolta anche nello scandalo per la realizzazione delle strutture costruite per ospitare il Campionato mondiale di calcio in Qatar. L’impresa italiana, attiva nella costruzione degli stadi Khalifa International Stadium e Al Bayt Stadium, risulta essere tra le imprese responsabili delle violazioni dei diritti dei lavoratori nei cantieri, in cui si stima la morte di oltre 10 mila lavoratori. Amnesty International ha denunciato numerosi abusi e pratiche di sfruttamento nei confronti dei lavoratori, soprattutto migranti, coinvolti nella costruzione degli stadi. Tra questi, minacce, condizioni di vita allo stremo, ritardi nel pagamento dei salari e alti costi di assunzione.

Ma gli scandali arrivano puntualmente anche in Italia, dove la Webuild è coinvolta nella realizzazione di grandi opere di viabilità, tra cui l’Alta Velocità (compreso il Tunnel del Brennero)  e numerosi collegamenti autostradali.

Nel 2022 si è concluso con 7 condanne il processo per le tangenti per la realizzazione del Terzo Valico, il raddoppio ferroviario tra la Liguria e Milano avviato a seguito di un’inchiesta giudiziaria che ha portato a decine di arresti e sequestri. Nel mirino della procura era finito il sistema con cui venivano smistati gli appalti da parte del Cociv (consorzio formato in origine da Salini-Impregilo, Società condotte d’acqua e Civ), il general contractor individuato dallo Stato per la realizzazione dell’opera, un tracciato di 53 km di cui 37 sotterranei, per un valore superiore ai 6 miliardi.  

I PM avevano chiesto la condanna di 27 imputati per turbativa d’asta e corruzione. A seguito di alcune intercettazioni scottanti era stato rinviato a giudizio anche Pietro Salini, allora ad di WeBuild, poi assolto.

Il nodo del maxi Carosello sciistico

C’è un ulteriore filo nero, o meglio un nome, che collega il destino di Cortina a quelli della società. 
Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano ed ex numero 1 di Impregilo, avrebbe molti interessi nello sviluppare il mega progetto di unione, attraverso un impattante carosello di funivie, dei comprensori sciistici del Sellaronda, che collega le valli tra Alto Adige, Veneto e Trentino con i sette comprensori sciistici di Cortina d’Ampezzo, e il Giro della Grande Guerra, con cime del Civetta, del Pelmo e delle Tofane. Un’ambizione fortemente contrastata dalle organizzazioni ambientaliste per le conseguenze devastante che l’opera causerebbe ai territori.

Ponzellini, soprannominato dai giornali “Il banchiere della Lega”, era finito in tribunale, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e alla corruzione privata. Il processo si è concluso con una condanna a un anno e mezzo di pena per corruzione privata.

Secondo fonti di salto.bz, Ponzellini già proprietario – attraverso la moglie – di alcuni lotti e una villetta ai piedi di Passo Giau, il mese scorso avrebbe ottenuto, attraverso una procedura abbreviata, la concessione di acqua potabile dalle sorgenti del posto, e che servirebbe proprio per sviluppare ulteriori infrastrutture nell’area dell’ex albergo Enrosadira dove, secondo i progetti, dovrà sorgere un nuovo ski terminal.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Se ne è andato Alberto Magnaghi, animatore dei Quaderni del Territorio

Ci ha lasciato ieri Alberto Magnaghi, architetto ed urbanista, tra i fondatori di Potere Operaio a Torino e animatore dei “Quaderni del Territorio”, fondamentale rivista promossa negli anni Settanta da collettivi di architetti, urbanisti e ricercatori di diverse discipline operanti in molte università italiane, impegnati nelle mobilitazioni sociali di quegli anni.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Australia, Referendum “The Voice”: riflessione sul corteo di Sydney a sostegno della voce aborigena all’interno della Costituzione australiana. 

Nonostante il caldo di Sydney sono in migliaia a radunarsi domenica 17 settembre ore 14:00 al Redfern Park, per partecipare alla marcia in sostegno del referendum del 14 ottobre 2023 che promette di dare una voce aborigena all’interno della Costituzione Australiana. L’afflusso delle persone al concentramento è accompagnato dagli interventi dal palco, tra cui la […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Distruttori del Pianeta: come i piani di estrazione di petrolio e gas di 20 paesi rischiano di bloccarci nel caos climatico

Questo nuovo rapporto, intitolato “Distruttori del Pianeta: come i piani di estrazione di petrolio e gas di 20 paesi rischiano di bloccarci nel caos climatico”, viene pubblicato pochi giorni prima del vertice del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, “Climate Ambition Summit”, a New York, dove più di 10.000 persone marceranno per protestare contro l’inazione verso i combustibili fossili.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il rompicapo della ricomposizione dentro le rivolte della banlieue

Frutto di una lunga ricerca sul campo, Atanasio Bugliari Goggia ha scritto, per i tipi di Ombrecorte, due importanti volumi sulle lotte e le organizzazioni politiche di banlieue.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Exor, la Juventus e la nuova strategia finanziaria degli Agnelli

Al comando delle partecipazioni Agnelli è in corso un cambiamento di ruoli, almeno parziale, che sembrerebbe motivato dalla volontà di John Elkann in primis di rendere più semplice lo spostamento della holding Exor verso nuovi orizzonti di investimento. Quali? Sanità privata e (ancor più) finanza speculativa.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il gran bazar della guerra

Così come non sono stati i malumori dei contribuenti americani a chiudere una guerra di vent’anni in Afghanistan, così probabilmente non saranno le decine di miliardi già bruciati in diciotto mesi di guerra a riportare la pace in Ucraina.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cultura del rispetto o patriarcato militarista? La scuola con l’elmetto del governo Meloni 

Alla fine dello scorso giugno, il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha annunciato di voler riformare alcune leggi in materia di valutazione del voto di condotta e delle misure di sospensione nelle scuole secondarie con l’obiettivo, a suo dire, di “ripristinare la cultura del rispetto, di contribuire ad affermare l’autorevolezza dei docenti e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’ovovia a Trieste: i primi passi di una grande opera e il fronte dei boschi che si ribella

da Burjana Vogliamo dare il nostro contributo sugli avvenimenti degli ultimi giorni intorno alla questione della cabinovia metropolitana di Trieste, progetto finanziato con i fondi del PNRR per la mobilità sostenibile che intende costruire un impianto a fune che colleghi la zona del Porto Vecchio in prossimità del centro città con l’altopiano del Carso in […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Gli spettri del debito cinese

In questa estate infuocata, una possibile tempesta (non solo meteorologica) potrebbe abbattersi sul sistema finanziario globale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Concluso il Venice Climate Camp: sguardo verso le Olimpiadi Invernali Milano – Cortina 2026

Si è concluso il Climate Venice Camp, con l’assemblea pubblica di ieri mattina centrata anche sulle prossime Olimpiadi 2026 a Milano – Cortina.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Marcia dei Sollevamenti della Terra 2023, territori in secessione da Leporandia

Mentre si innesca la battaglia contro l’ennesimo mostro di cemento, un invito alla discussione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’Emilia-Romagna cancella la Valutazione ambientale strategica: il cemento governa

All’Emilia-Romagna non sono bastati gli argini dei fiumi spazzati via dall’alluvione. La Giunta Bonaccini ha voluto con le sue mani abbattere altri argini, gli unici rimasti a frapporsi tra le ragioni della natura e del suolo e gli artigli del cemento: quelli cioè della Valutazione ambientale strategica (Vas).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gran Bretagna: cemento “a scadenza”

La chiamano già la “crisi del cemento”. Nel Regno Unito sono già state chiuse 150 scuole perché rischiano di crollare, ma ma la lista degli edifici scolastici a rischio in tutta la Gran Bretagna sale di ora in ora e potrebbe comprendere anche case di cura, ospedali, ambulatori medici e uffici.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamatelo maltempo

Nelle ultime settimane l’Alta Valle di Susa è stata scenario di diversi eventi di dissesto idrogeologico causati dalle abbondanti piogge che in breve tempo sono cadute su terreni secchi e aridi provocando esondazioni e grosse frane.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Al Lido di Venezia dall’8 al 10 settembre torna il Venice Climate Camp!

Nell’articolo info su programma, prenotazioni, modalità di partecipazione e collaborazione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il “magna-magna” del Ponte è iniziato

Un’antica convenzione italiana tramandata oralmente di generazione in generazione, vuole che le peggiori nefandezze contro la popolazione siano portate avanti dai governi ad agosto, quando la gente è in vacanza.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Fermare il cemento, difendere l’acqua”. La Critical Mass del Climate Social Camp

Ieri il Climate Social Camp si è preso le strade della città partendo dal parco con due cortei, uno in bici e uno a piedi, cortei che si sono poi congiunti sotto la Regione Piemonte, sanzionandola in quanto simbolo di una governance che assume sempre la posizione di chi devasta e svende i nostri territori, intaccando il nostro diritto ad una vita degna.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gli interessi militari dietro al ponte sullo stretto di Messina

Anche la Nato preme per costruire il ponte sullo Stretto, l’infrastruttura servirà a collegare le basi di Sigonella e Napoli.