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Ennesima alluvione, solite responsabilità

A ogni ondata di maltempo, si succedono impietose le notizie di gente che da un momento all’altro si trova a perdere tutto: casa, auto.. a volte la vita. Dopo Genova e il basso Piemonte, gli squilibri ambientali si scaricano questa volta in Toscana, mentre la capitale è all’erta da giorni, aspettando il pieno d’acqua per il pomeriggio di oggi.

Quelli del “non strumentalizziamo” liquidano la cosa fatalisticamente, alludendo alle insondabili peripezie del meteo. Da un po’ di anni sappiamo invece che non tutto è figlio del caso, che c’è una reponsabilità diretta nel modello di sviluppo che si sostiene e persegue: un modello di cementificazione selvaggia e scarsa attenzione per la sicurezza ambientale, declinazione all’italiana dell’infausto modello ultra-liberale che si è imposto su scala mondiale con le seguenze che tutti abbiamo sotto gli occhi: impoverimento, crisi e guerra.

Ricordiamocelo, ora che il Parlamento si appresta ad approvare il decreto “Sblocca-Italia”, con tutto il previsto codazzo di autotrizzazioni a procedere per nuove costruzioni immobiliari  e grandi opere inutili.

Impariamo a riconoscere quale progetto c’è dietro le dichiarazioni nauseanti dei rappresentanti del Partito Democratico ogni volta che sbraitano, dal talk-show di turno, “il nostro paese ha bisogno di infrastrutture”. Chiediamoci cosa vuol dire questo in un paese ampiamente antropizzato, con la stessa popolazione della Francia in un territorio due volte e mezzo più piccolo…

Di fronte a tanta insopportabile cecità, brillano per lungimiranza e semplicità le parole dei colpiti di turno dall’ennesima “calamità naturale”:

“Abbiamo segnalato la perdita nel muro a luglio e prima ancora. L’ho segnalata al Comune, alla Provincia…li martoriavo. Ma nessuno ha bussato alla mia porta, nessuno ha chiesto. Adesso abbiamo bisogno di aiuto” (un’alluvionata a Repubblica.it).

 

Pubblichiamo qui di seguito una nota dei compagn* della Casa Rossa Occupata di Massa, che assieme a migliaia di altr* cittadin*, hanno convocato una mobilitazione per sabato mattina, per richiedere le dimissioni dell’Amministrazione Comunale di Carrara.

Ancora acqua, ancora fango, ancora disperazione. E, come in una stanca rappresentazione in cui ognuno riveste il proprio ruolo, le solite prese di posizione. Ora a Carrara, prima a Spezia, a Massa e un po’ in tutta Italia.
I sindaci cercheranno le consuete giustificazioni, le opposizioni proveranno a cavalcare la protesta, i presidenti della regione fingeranno di indignarsi, scoprendo disfunzioni e cattive gestioni. Teatrini, nulla più.

In mezzo a tutto questo le persone e la loro impotenza.

Non sappiamo, anche se lo immaginiamo, quali possano essere le soluzioni di fronte a fenomeni atmosferici sempre più estremi. Ma siccome non siamo sciacalli, non crediamo sia giusto lucrare sul dolore di chi ha perso tutto.

Però una cosa su tutte la sappiamo: anche nei confronti delle emergenze ambientali e atmosferiche le classi dirigenti di questo paese mostrano la loro incapacità e la loro noncuranza verso la gente comune. Di fronte a questo l’unica strada che ci sentiamo di suggerire e di adottare è quella di promuovere l’autorganizzazione di tutti i cittadini, che possa decidere autonomamente sulle sorti del proprio territorio. Sulle proprie montagne, ad esempio, o sui propri litorali. Beni di tutti, su cui lucrano pochi.

Come in Val Susa un’intera comunità ha provato a sfidare i poteri per imporre il proprio diritto a decidere, così dev’essere fatto dovunque.
Solo allora, finalmente, potremmo provare a prenderci cura dei nostri territori e provare quantomeno ad arginare la violenza della natura.

 

Alle ore 11:00 di sabato 8 novembre: MANIFESTAZIONE PACIFICA davanti al Comune di Carrara per chiedere le dimissioni di tutta la giunta comunale.

(qui l’appuntamento facebook)

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