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Interviste ai lavoratori in lotta dello stabilimento Ferrari di Maranello

Nelle ore successive allo sciopero europeo abbiamo intervistato i compagni, attivisti della cub ed rsu, che stanno portando avanti le lotte all’interno del “prestigioso” stabilimento della Ferrari di Marannello, che in quella giornata hanno proclamato 8 ore di sciopero con un buon successo di partecipazione e che all’interno della giornata di mobilitazione hanno fatto parte dello spezzone antagonista; uno spezzone composto da studenti, lavoratori e precari portando un alta conflittualità all’interno della città.

 

Già prima dell’avvento del modello Marchionne all’interno dello stabilimento le condizioni di lavoro, nonostante il blasone del marchio, non erano delle più ottimali. numerose pressioni sui lavoratori e sulle Rsu, premi non elargiti, dirtti spesso vioati e un contratto che non trovava mai spazi per il rinnovo. Il modello marchionne non ha fatto altro che portare ad un peggioramento delle condizioni di lavoro e all’esclusione della rsu fiom ferrari non firmataria del contratto. Condizioni di lavoro che si traducono in turni massacranti, contornati da 180 ore di straordinari comandati ( oggetto degli scioperi della cub di questi mesi), richiesta che in un anno si traducono a una richiesta di 600000 ore annue pari a 200 posti di lavoro. Nella pratica vuole dire che un lavoratore che tutta la settimana ha il turno della mattina ovvero inizio alle ore 6,00 si ritrova ad essere in fabbrica per altre 8 ore al sabato a partire dalle 6.

 

Chiediamo a un compagno della rsu fiom ferrari, qual è ora il ruolo dell’rsu cgil-fiom in ferrari ma anche della stessa Fiom?

Come abbiamo detto ora la rsu fiom ferrari è fuori e questo oltre a far perdere punti di riferimento ai lavoratori, fa si che non si ha più la possibilità di arrivare proprio agli stessi lavoratori, fattore che di fatto va a smobilitate le lotte, non avendo più la possibilità di confrontarsi con i lavoratori attraverso le assemblee, uno strumento che fino ad ora si era rivelato molto importante per costruire soggettività all’ interno dello stabilimento. La rsu Ferrari è da sempre stata una delle rsu più importanti e combattive all’interno della Fiom ma con l’avvento del modello Marchionne, a parte nei primi periodi dell’attuazione di quel modello, è stata totalmente abbandonata dalla Fiom. La rsu ferrari da sempre ha fatto valere la propria autonomia di rsu, andando anche contro quando è stato necessario al diktat della Fiom, fatto questo che ci fa pensare che quello che sta succedendo alla nostra rsu, faccia parte di un disegno molto chiaro, viste anche le dichiarazioni del segretario della stesa Fiom che ritiene la Ferrari un isola felice visto che si lavora, un disegno che vuole che gli attuali appartenenti ad una rsu che di fatto non c’è più, che escano per far spazio a marionette utilizzabili quando la cgil, attraverso gli accordi del 28 di giugno, rientrerà nella contrattazione.

 

Qual è il ruolo della cub? Come hanno reagito lavoratori, azienda e Fiom a questo nuovo sindacato?

All’interno della Ferrari come organizzazione siamo nuovi e a ora, non essendo anche noi firmatari del modello marchionne, in fabbrica non abbiamo agibilità. Nonostante questo, con un lavoro intenso e costante all’esterno della fabbrica ci siamo fatti conoscere e abbiamo cominciato ad ottenere consensi tra i lavoratori; lo dimostra il fatto che per gli scioperi degli straordinari comandati, oltre alla collaborazione dei compagni dell’rsu della fiom, si sono presentati numeri importati e una partecipazione interessante. A tutto questo si è avuta la conferma con l’indizione delle 8 ore di sciopero per la giornata del 14, otto e non 4 come ha fatto la cgil, registrando un alta adesione.Tutto questo con il silenzio assoluto, al momento, dell’azienda e della Fiom.

Teniamo presente però che non è un isola felicissima, perchè con questo nuovo modello contrattuale è aumentata la paura tra i lavoratori, una paura dovuta ai continui ricatti, alla paura di perdere salario ( lo sciopero porta a perdita di salario di produttività considerato come assenza) e di perdere il posto di lavoro.

 

Questi scioperi stanno avendo seguito anche all’interno degli altri stabilimenti fiat di Modena?

Al momento no, le stesse condizioni che sono in Ferrari sono presenti anche all’interno degli altri stabilimenti, lo possiamo considerare puro schiavismo, lavoro e basta e il continuo ricatto di delocalizzazione degli stabilimenti, uno su tutti quello della Maserati, al centro della riorganizzazione del lavoro del progetto marchionne è proprio una delle armi usata dalla dirigenza per tenere sotto pressione i lavoratori.

 

La politica e i media che ruolo giocano in tutto questo?

Rispetto a quello che succede in Ferrari e nel gruppo Fiat in generale non interessa ne a media ne alla politica. Sugli scioperi e le mobilitazioni in Ferrari non se ne parla – diciamo noi mai guai toccare un simbolo come la ferrari! – nessuno dei comunicati che sono andati a proclamare lo sciopero o che ne narravano la riuscita sono stati pubblicati o menzionati.

Rispetto alla politica il discorso è equivalente, si alzano del voci dei governanti solo quando c’è il forte timore di perdere un marchio prestigioso per la provincia, attenzione ripetiamo “ di perdere un marchio prestigioso” e non delle problematiche che ricadrebbero sui lavoratori e tutto l’indotto e il sociale. L’altro aspetto che avanza, in vista delle prossime elezioni politiche e la discesa in campo del padrone della Ferrari Montezemolo, dopo anni di promesse – ci dice un compagno dell’rsu fiom – sembra che siano in arrivo il premio aggiuntivo al premio di produzione, puntuale come un treno! Che dire, soldi in cambio di voti?!

 

Come redazione, facciamo una aggiunta a quanto scritto perchè la notizia ci è arrivata solo dopo l’intervista, una notizia importante per dare continuità alle lotte all’interno degli stabilimenti della Fiat, ovvero che anche in Cnh (e qui sotto riportiamo il comunicato) è stato proclamanto lo sciopero.

 

Settimana di agitazione per la Cub di Modena – Lo sciopero degli straordinari comandati si estende dalla Ferrari alla Fiat-Cnh

Venerdì 30 sciopero nazionale

Comunicato della Cub (Confederazione Unitaria di Base) di Modena:

Per la Cub (Confederazione Unitaria di Base) di Modena sarà una settimana calda, in particolare negli stabilimenti Fiat di Modena. Mentre Marchionne mette in cassa integrazione gli operai a Pomigliano, Cassino, Mirafiori e chiude fabbriche (dalla Fiat Cnh di Imola alla Irisbus), negli stabilimenti Fiat di Modena gli operai quasi tutte le settimane vengono obbligati a svolgere ore di straordinario obbligatorio (il nuovo contratto Fiat ne prevede fino a 180 all’anno). E’ una vera e propria truffa: la Fiat continua a ricevere finanziamenti pubblici (nella forma della cassa integrazione) e poi obbliga gli operai a fare ore di straordinario! Si tratta di ore, tra l’altro, che gravano pesantemente sulle spalle degli operai Fiat, che a Modena lavorano su turni pesantissimi.

Per dire no al contratto Fiat e alla politica di Marchionne, la Cub (che sta rafforzando la sua presenza in particolare tra i metalmeccanici di Modena) da gennaio 2012 sta proclamando lo sciopero di tutto lo straordinario comandato

allo stabilimento Ferrari di Maranello (che fa parte del gruppo Fiat: questa settimana all’agitazione sindacale della Cub si è unita anche la Fiom). Lo sciopero si sta estendendo anche agli altri stabilimenti del gruppo Fiat a Modena: sabato 24 novembre e sabato 1° dicembre la Cub ha proclamato lo sciopero dello straordinario comandato anche allo stabilimento Fiat Cnh di Modena.

Inoltre, per dire no alla legge di stabilità e ai tagli del governo Monti, è previsto per venerdì 30 novembre uno sciopero nazionale (vedi la proclamazione sul sito www.cub.it). La Cub di Modena – che già ha proclamato lo sciopero generale dell’intera giornata il 14 novembre – sostiene anche questa giornata di lotta e sarà presente con una propria delegazione alla manifestazione di Milano del 30 novembre.

Confederazione Unitaria di Base – Modena

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