InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’eurocrisi nella global crisis

Il gioco del risiko battente bandiera tedesca,  che raffigura la Germania come quella locomotiva europea prepotente ed egoista che trova realizzazione nel  governo tirannico della Merkel contro la potenza mondiale a stelle e striscie, direzionata dal presidente nero e illuminato che si manifesta generoso agli occhi del vecchio continente, assumendo le vesti di europeista sfegatato ed irriducibile, è una rappresentazione sintetica che deve fare i conti con la realtà, con la realtà della crisi.

Laddove invece anche l’eurocrisi nostrana deve essere obbligatoriamente inserita dentro il panorama di una global crisis, di una frattura sistemica della civiltà mondo (come la definirebbe, perfettamente, Luciano Gallino), che evidentemente deve indurre tutti ad una lettura più complessiva e complessificata.

Raffaele Sciortino e Nicola Casale questa mattina su Il Manifesto pubblicano lo scritto che segue, che è sicuramente un altro materiale – fra gli altri – da mettere nella cassetta degli attrezzi sulla crisi, (per noi) per immaginare e costruire una lotta sul debito all’altezza, per un’analisi puntuale contro la crisi.

 

Usa vs Germania, la sinistra colga la posta in gioco

di Nicola Casale e Raffaele Sciortino

 

Tra gli avvertimenti performativi dei soliti noti sul rischio (reale) di disfacimento della moneta unica e della stessa Ue e il delinearsi evidente di una strategia di risposta di Berlino, il dibattito a sinistra stenta a cogliere la posta in gioco. La situazione continua a essere letta a partire dagli equilibri interni e/o dalle pulsioni egemoniche della Germania sull’Europa, specularmente a quanti vedono nel divario incolmabile tra formiche nordiche e cicale mediterranee il peccato originale dell’euro.

In realtà l’eurocrisi è probabilmente un punto di svolta della crisi globale che, nel deterioramento generale della situazione, sta dando luogo ad una guerra finanziaria su più livelli. Una guerra che inizia a palesare profonde fratture anche nel campo occidentale: tra dollaro e euro, tra finanziarizzazione transnazionale garantita dal potere imperiale statunitense e finanziarizzazione in salsa tedesca, tra differenti strategie di scarico dei costi e di possibile uscita dalla crisi. I risvolti geopolitici – altro elemento rimosso dal dibattito – sono importanti, se solo pensiamo al détournement obamiano della primavera araba, dalla Libia alla Siria, che si affianca al riorientamento assertivo di Washington in Asia Orientale, mentre è risaputo che Berlino sempre più guarda verso Russia e Cina.

L’epicentro della crisi in corso restano gli States. L’incredibile iniezione di liquidità di questi anni da parte della Federal Reserve ha evitato il fallimento di un sistema bancario zeppo di cattivi crediti, non è però stata in grado di rilanciare la ripresa produttiva e tanto meno i consumi. Con un indebitamento ancora altissimo a tutti i livelli non c’è ripresa, ma senza stimoli monetari e tassi a zero i guai sarebbero maggiori e la situazione sociale diverrebbe esplosiva. È l’impasse che la Federal Reserve e l’amministrazione Obama continuano a spostare in avanti perseverando nella strategia di ripianare debito con debito e cercando di aprire al mad money fittizio nuovi campi. Ciò è possibile sia per la rendita geopolitica di garanti dell’ordine internazionale sia grazie allo strumento tutt’altro che neutro della moneta: il dollaro permette una monetizzazione del debito scaricata, ecco il punto, sugli altri attori. Oggi la nuova bolla ha come sottostante il rigonfiamento dei debiti statali in particolare in Europa, con conseguente aumento dei tassi e rischio di cortocircuito col sistema bancario, il che oltre a preludere a un nuovo giro di privatizzazioni dei servizi pubblici e del welfare dovrebbe facilitare l’acquisizione/eliminazione selettiva di banche e pezzi dell’apparato produttivo da parte di flussi speculativi che sfruttano l’eurocrisi.

Sotto questa luce si spiega forse l’apparente paradosso che vede Washington più “europeista” e “keynesiana” di Berlino. In realtà la Germania se accettasse questo programma – ma finora non ha mollato, anche a costo della rottura con Londra – dovrebbe con il proprio bilancio garantire i debiti europei vedendo deteriorarsi la propria situazione finanziaria per evitare alla finanza internazionale “default disordinati” e perdite reali (su interessi, derivati e cds). Dietro la querelle della Bce prestatrice di ultima istanza c’è dunque uno scontro geoeconomico e geopolitico: “fare come la Fed” alle condizioni poste da Washington e Wall Street significherebbe per Berlino accettare un’ipoteca sulla produzione propria ed europea a favore di forme di prelievo finanziario sempre più rapaci, in ultima istanza accettare di sobbarcarsi gran parte di quella colossale svalorizzazione di capitale che incombe e che ciascun attore cerca di scaricare su avversari e “alleati”.

Il gioco non è tra speculazione anglosassone e produzione reale tedesca. La finanziarizzazione, a suo modo produttiva in quanto condizione dello sfruttamento/espropriazione, è la forma generale che ha assunto l’accumulazione capitalistica, e tanto Obama che Merkel hanno in progetto politiche di lacrime e sangue. Non a caso Berlino ha salvato le proprie banche e la Bce è disposta a monetizzare indirettamente i debiti sovrani europei, ma non alle condizioni della finanza statunitense-britannica bensì a quelle che Merkel, forse anche a costo di scontare un rallentamento dell’economia tedesca, ha così sintetizzato: erst sparen, dann retten. Prima risparmiare, poi decidere se e cosa salvare o eventualmente uscire dall’euro. Le implicazioni di tutto ciò per una resistenza non nazionalista e un’alternativa sistemica all’economia del debito andrebbero approfondite. Intanto è bene non semplificare.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

eurocrisigermaniaNicola CasaleRaffaele Sciortinostati uniti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Tecnotrumpismo. Dalla Groenlandia al caso DeepSeek

Trump è diventato il referente politico delle Big Tech e non è una congiuntura.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Contro le guerre, per una lotta comune -Incontro con Said Bouamama

Il 18 gennaio 2025 si è tenuto un incontro pubblico al Cecchi Point – organizzato dal collettivo Ujamaa, lo Spazio Popolare Neruda e Infoaut – con Said Bouamama, sociologo e storico militante antirazzista franco-algerino.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump tra guerra e pace

Quali prospettive apre il ritorno del Tycoon alla Casa Bianca? La pace in Ucraina è più vicina oppure il 2025 sarà un nuovo anno di guerra?

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La politica al tramonto (d’Occidente)

Anton Jager; Iperpolitica. Politicizzazione senza politica; Nero Edizioni; Roma 2024; 15€ 158 pp. di Jack Orlando, da Carmilla Tre proiettili alle spalle e Brian Thompson, il CEO della United Healthcare, cade freddato a terra.Non si fa in tempo a avere l’identità dell’attentatore che già inizia il vociare di internet.Sui social si brinda alla morte del capo […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Non c’è una via diversa dallo sperimentare

Intervista a Franco Piperno tratta da Gli operaisti (DeriveApprodi, 2005) da Machina Continuamo con la pubblicazione dei materiali per ricordare Franco Piperno. Qui una sua lunga e dettagliata intervista uscita nel volume Gli operaisti (DeriveApprodi, 2005), curato da Guido Borio, Francesca Pozzi e Gigi Roggero, in cui si parla, tra le altre cose, della sua […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Palantir comincia la guerra civile nella difesa americana

Nei racconti di Tolkien i Palantir sono le pietre veggenti e vedenti presenti nel Signore degli Anelli il cui nome significa “coloro che vedono lontano”. di Nlp da Codice Rosso In linea con il testo “Magical Capitalism”, di Moeran e De Waal Malefyt, che vede il magico delle narrazioni come un potente strumento di valorizzazione del brand […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Alle radici dell’”offerta di jihadismo” – intervista a Saïd Bouamama

Ripubblichiamo questa intervista di qualche anno fa, realizzata qualche mese dopo gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, per fornire un elemento di approfondimento in vista dell’incontro che si terrà a Torino con il militante e sociologo Saïd Bouamama, il quale ha partecipato ai movimenti antirazzisti in Francia e alle lotte legate all’immigrazione. In particolare, il tema qui affrontato risulta molto attuale nell’ottica di affrontare la questione del razzismo e del neocolonialismo a partire dalla materialità delle condizioni dei quartieri popolari nella crisi sociale della nostra epoca.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Autonomia differenziata: rompere la solidarietà per liberare ancora la ferocia del mercato

Quando si parla di Autonomia Differenziata il rischio è quello di credere che dietro questa formulazione si nasconda nient’altro che il secessionismo leghista della prima ora agghindato in chiave “riformista”. In realtà quanto abbiamo di fronte è ben più complesso ed attuale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le capacità diagnostiche dell’IA ed il capitalismo dei big data

Il cammino dell’innovazione tecnologica è sempre più tumultuoso e rapido. Lo sviluppo in ambito di intelligenza artificiale è così veloce che nessun legislatore riesce a imbrigliarlo negli argini delle norme. Stai ancora ragionando sull’impatto di ChatGPT sulla società che è già pronto il successivo salto quantico tecnologico. da Malanova.info In un recente studio del 28 […]

Immagine di copertina per il post
Culture

La terra promessa di Sion non è per i Giusti

“Mi addormentai così, oppresso dal cupo destino che sembrava incombere su di noi. Pensavo a Brigham Young, che nella mia fantasia di bambino aveva assunto le dimensioni di un gigantesco essere malvagio, un diavolo vero e proprio, con tanto di corna e di coda.” (Jack London, Il vagabondo delle stelle – 1915) di Sandro Moiso, […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Tramonto liberale sulla voragine

Qualcosa tramonta, chissà se sarà l’ora di un risveglio?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù. Tamburi di guerra

Su Perù 21 (giornale peruviano, ndt), il 14 gennaio, un editorialista poco noto ha inserito un’“opinione” piuttosto bellicosa. In essa, Héctor Romaña – una penna di pedigree, forse – promuoveva l’intervento militare in Venezuela. di Gustavo Espinoza M., da Resumen Latinoamericano Potrebbe essere letto come il punto di vista di un analista disperato che non […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra globale, una sola egemonia da garantire

Ich kenne Schritte die sehr nützen und werde euch vor Fehltritt schützen Und wer nicht tanzen will am Schluss weiß noch nicht dass er tanzen muss Io conosco passi che sono molto utili  e che vi proteggeranno dai passi falsi  e chi alla fine non vuole ballare  non sa ancora che deve ballare (Amerika – […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni USA: che paese arriva al voto del 5 novembre 2024? Intervista all’americanista Ferruccio Gambino

Usa: martedì 5 novembre 2024 il voto per le presidenziali. Ultimi fuochi di campagna elettorale, con i sondaggi danno la Harris avanti nel voto popolare su scala federale, con il 48,1% contro il 46,7% di Trump.