InfoAut
Immagine di copertina per il post

“Que se vayan todos!”, l’attuale verso di Rimbaud

Dentro e oltre il 14 dicembre

C’è un sentimento di preoccupazione e superba censura, un sentimento di sdegno, ancora quasi nascosto o a volte esplicito, che si aggira tra le pagine dei quotidiani, tra corsivi, lettere ed editoriali quando si parla dell’università e degli istituti superiori in lotta contro la riforma Gelmini e il governo Berlusconi. Dal Corsera al Foglio, da Repubblica al Giornale, tra pavidi tifosi di tribuna no-Gelmini, e accaniti coristi della curva Berlusconi, si fa largo l’aristocratica condanna di un moto, di un sommovimento sociale, che si è rifiutato a priori di stare alle grandi regole del gioco. Lassù, sulla torre di Pisa, sulla Mole Antonelliana, sul Colosseo, tra tetti di università e ponti di autostrade non si è in lotta per entrare nello spazio senza tempo della libera concorrenza del mercato, non ci si vuole conquistare una parte tra uguali per giocare al naturale movimento dell’economia neoliberale. Lassù, quell’alta posizione, se l’è conquistata, con un grande balzo la cooperazione espressa dal livello più alto della composizione tecnica e politica della classe in-formazione, e il bel vedere che si apre a quelle altezze ha il sapore di una visione archeologica, dove si ammira il comando che diviene statua, prossimo rudere, contro-parte di cui si può misurare la possibile durata e la conclamata storicizzazione.

I moti e sommovimenti della formazione in lotta descrivono una traiettoria verticale che da dentro la crisi, rifiuta e si rivolta verso l’alto per uscire e battere l’orizzonte senza e anti-storia dell’ideologia neoliberista. E’ la conquista del tempo che muove questa formidabile energia politica antagonista orientata a destituire lo spazio a-temporale dell’eterno sfruttamento neoliberista, è qui che si apre il grande e vero gioco: la riappropriazione del tempo, la ripresa del futuro, dove “We are wining!” è un gerundio che costituisce la premessa e promessa di continuità, il desiderio dell’accelerazione continua in avanti.

In Francia gli studenti e le studentesse delle scuole superiori hanno aperto gli scioperi e le mobilitazioni prendendo non solo parola sulla, ma prendendo posizione contro la riforma delle pensioni, costruendo una barricata costituente, aperta e inclusiva delle tante singolarità rivoltanti del territorio. Il banlieusard dopo decenni di aspra solitudine ha riscoperto il calore del “fare collettivo” nel ritorno delle barricate accese a Nanterre, un ritorno felice che segna la possibilità di sincronizzare un futuro anteriore in un programma di lotta attuale che dal proletariato giovanile attacca la riforma del sistema pensionistico costruendo uno spazio sociale accogliente le istanze di lotta contro la crisi.

Come in Francia anche in Gran Bretagna la formazione in lotta accelera ed anticipa, è in conflitto per rompere lo schema a priori dello spazio a-storico che si vorrebbe richiudere, o meglio sigillare tramite l’agganciamento della formazione al sistema creditizio e finanziario. I figli dei livelli bassi della classe media e del proletariato inglese hanno conquistato il tetto della MillBank Tower e si danno all’assedio dei palazzi del potere per ridare agli sfrutttati ciò che è degli sfruttati: il tempo delle lotte, fuori e contro l’atemporalità della libera concorrenza del mercato.

I blocchi stradali nelle città e nelle autostrade, l’arrivo della formazione in lotta ai terminali degli aeroporti e ai binari delle stazioni ferroviarie della grande giornata del 30 novembre in Italia hanno dato la continuità al discorso aperto dalle mobilitazioni europee, sferrando un colpo incredibile all’ideologie del “post-” nell’affermazione della piena modernità del gesto compiuto che fa prorompere la forma attuale dello sciopero con cui la cooperazione nei suoi livelli più alti si rivolta al comando. Da questo punto di vista il 30 novembre è stata una trasfigurazione antagonista del verso rimbaudiano con cui ci si approssima alla conclusione di “Una stagione all’inferno” quando il poeta raccomanda che “bisogna essere assolutamente moderni”. La formazione in lotta, avanguardia sociale contro la crisi in Italia e in Europa, il 30 novembre ha fatto prorompere l’assoluta modernità della lotta operaia nella forma moderna dello sciopero metropolitano. Ma d’altronde basta saper accostare l’orecchio alle strade attraversate dai cortei e dalle manifestazioni per constatare quanto mai come oggi ciò che la piazza dice è ciò che la piazza fa con risoluta spontaneità:”se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città!”.

Questa presa di posizione della formazione in lotta rompe d’anticipo, da fuori, la gabbia del discorso neoliberale, auto-producendo una narrazione di sè completamente altra quanto radicale, un’alterità dell’immaginazione che rifiuta e batte la figura della vittima con cui il potere ha narrato le solitudini, le disperazioni, i dolori, dei poveri d’oggi, degli sfruttati, dei precari. Ai buchi neri delle passioni tristi, quei maledetti vortici del no-future in cui sono precipitati operai e ricercatori, precari e studenti come vittime capaci al massimo dell’estremismo del suicidio, oggi si oppone in alterità un primo sommovimento felice che può polarizzare nel fare collettivo le singolarità libere dalla condizione della solitudine. Un rifiuto della figura della vittima tramite l’affermazione estremista della riappropriazione del futuro che è già un’allusione al divenire classe, una gioiosa voluttà espressa dagli studenti e dalle studentesse che lottano in Italia come in molti altri paesi europei.

Questa accelerazione liberogena provocata dalle occupazioni delle scuole e degli atenei, dai blocchi metropolitani, questa energia politica non a caso ha scelto di riconoscersi e salutare le sommosse argentine del 2001, riscrivendo nelle strade e nelle piazze italiane il “Que se vayan todos” di quelle giornate formidabili di lotte contro la crisi provocata dalle elites della Casa Rosata. Oggi in Italia, come tempo fa in Argentina, c’è forte ed esplicito il rifiuto della politica della rappresentanza. Qui non si tratta di anti-politica o anti-berlusconismo tanto caro a certi comici, scrittori, politici e giornalisti, anzi il “Que se vayan todos” supera e critica questi fenomeni considerati come prodotti passivi del sistema e della sua riproduzione in crisi. Tra battiti di mani e corse per strade i cortei affermano con lo slogan “Non ci rappresenta nessuno” la bellezza della politica che viene, che arriva altra e fuori dal sistema della rappresentanza. La bellezza della politica è lì e non, come qualcuno si ostina a dire tra primarie e comizi, nell’urna elettorale, poichè nel fondo di quella scatola si scorge il volto osceno del Leviatano ormai deturpato dalla sua stessa crisi. “Mandarli tutti a casa! e che non ne resti più nessuno!” è quindi la bella affermazione cosciente, che emerge in prima istanza dalle lotte del sapere e per la difesa dei beni comuni, dell’impossibilità della mediazione e della indisponibilità alla riforma di un capitalismo necrogeno e distruttivo che non si ferma nella sua corsa violenta e brutale davanti a nessun “alto là” dai toni socialdemocratici o riformatori.

A ragione quindi si insiste sulla possibilità di fare degli atenei occupati, dei presidi territoriali in difesa dei beni comuni dei primi spazi di sperimentazione costituente dell’alterità, proprio come i piqueteros che tornando dalla piazza della Casa Rosata, iniziarono ad autogestire le proprie fabbriche, le proprie università e a sperimentare una gestione autonoma e libera dei propri territori, quartieri e città fuori e contro la crisi. Ma per seguire questa traiettoria diagonale alla crisi, che soggettivamente prefigura e propizia un passaggio dell’energia politica destituente in potenza costituente, per accumulare la forze e la gioia del fare autonomia, oltre a godere della grande scoperta “che nessuno basta a se stesso”, c’è da scoprire le possibili sincronie dei tempi della politica alla temporalità delle lotte, rimisurando e verificando l’adeguatezza della nozione ideologica dei cicli dei movimenti sociali, mettendo da parte le lancette della politica della rappresentanza. D’altronde dopo il 30 novembre il presente dei movimenti non è più così remoto, e sincronizzare i molteplici scioperi metropolitani è la tendenza che si dirige già oltre il 14 dicembre, verso il futuro che ai movimenti appartiene.

Fulvio Massarelli

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

gelminiprecarietàrappresentanzastudenti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La guerra su Gaza ha privato 800 mila studenti del “diritto all’istruzione”, afferma l’Ufficio dei media di Gaza

Gaza. Almeno 800 mila studenti sono stati privati dell’istruzione a causa del protrarsi dell’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza, durata mesi, ha dichiarato sabato l’Ufficio dei media di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La polizia odia i/le giovani

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un inasprimento della violenza poliziesca e delle intimidazioni nei loro confronti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Conferenza stampa sui fatti di ieri a Torino in occasione della contestazione ai ministri del G7 Ambiente e Energia

La militarizzazione della città deve essere denunciata a fronte della violenza delle cariche della polizia e Torino come laboratorio della violenza è qualcosa di ben noto.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cronaca e riflessioni sulla mobilitazione per la Palestina a Pisa

In questi mesi Pisa, come molte altre città d’Italia, ha visto e continua a vedere un’intensa e articolata mobilitazione per la libertà della Palestina e per lo stop al genocidio. Dallo scorso autunno, sin dall’intensificarsi dell’offensiva israeliana sulla Palestina e la ripresa dei bombardamenti su Gaza dopo il 7 ottobre, giovani e studentǝ della città […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Genova: protestano studenti e studentesse dell’istituto Pertini-Diaz: “Non vogliamo poliziotti a far lezione qui” 

“Fuori la polizia dalla Diaz”, questo lo striscione comparso martedì mattina, e subito rimosso, sui cancelli dell’istituto Pertini – Diaz a Genova, la scuola dove nel 2001 avvennero i pestaggi polizieschi contro i manifestanti del G8.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Roma: manganellate della polizia sugli studenti a Montecitorio

Le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa hanno caricato gli studenti dei collettivi degli istituti occupati che tentavano di raggiungere Palazzo Chigi. Fermi e identificazioni

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Bologna: ecco che rumore fa la dignità!

Condividiamo di seguito i comunicati di PLAT e del CUA Bologna sulle giornate di lotta che hanno seguito lo sgombero del Condominio Sociale e dello Studentato Glitchousing.