Sul 12M in Spagna: Escrache al sistema!
Il crollo del sistema di potere incarnato da Zapatero e dalla sua soft governance era alle origini del 15M 2011; oggi lo scenario post-democratico di cui già si parlava nelle prime assemblee di Sol è una realtà diffusa in Spagna, e in tutto il sistema politico europeo (e non solo!) si è effettuato evidentemente quello svuotamento sostanziale delle istituzioni rappresentative che chiamiamo crisi della rappresentanza e della democrazia formale evocato nei primi slogan degli indignados. In questo quadro si è tornati in piazza in tutta la penisola iberica, facendo il punto rispetto alla situazione del movimento iberico, contemporaneamente attaccato da dichiarazioni del governo che ricordavano che “il diritto di riunione ha dei limiti” (chiaro riferimento alla pratica delle acampadas).
“Escrache al sistema!” la parola d’ordine di questa giornata che continuerà con azioni e mobilitazioni nei prossimi giorni, soprattutto nel 15M a venire. Minori i numeri rispetto allo scorso anniversario e, ovviamente, rispetto al 15 maggio 2011; se questo sembra essere il segno da un lato senza dubbio dell’aggravarsi della crisi e dell’attacco ai tempi di vita ( e di lotta!) che questa comporta, dall’altro lato però va anche analizzato l’essere ormai vera e propria istituzione di quei percorsi di lotta che il 15 maggio 2011 e nelle assemblee seguenti sono nati almeno a livello d’ispirazione. Le lotte su scuola, sanità, trasporti, questione abitativa si sono mostrate infatti ovunque in tutta la loro vitalità.
A Madrid tre punti di concentramento sono poi andati a convergere su Puerta del Sol, dove una grande assemblea nella piazza diventata il simbolo globale della traiettoria politica del movimento degli indignadoso ha chiuso una giornata che, nell’unanime attacco alle politiche del governo Rajoy, ha visto le differenti maree (verde dell’istruzione, bianca della sanità etc etc) andare a comporre un quadro unico di rifiuto dell’impoverimento generalizzato imposto dalla Troika.
A Barcellona la manifestazione è stata caratterizzata soprattutto dalla lotta dei collettivi e dei singoli aderenti alla PAH, la Piattaforma Antisfratti, (che ha portato all’occupazione di un nuovo edificio a scopo socioabitativo nel centro del capoluogo catalano), ma anche da mondo della formazione e lavoratori della sanità. Il verde della lotta per la casa emergeva da ogni istantanea di una piazza Catalunya di nuovo al centro delle mobilitazioni catalane.
Più di venti città spagnole, del nord e del sud del paese sono scese inoltre in piazza ieri. Siviglia, Bilbao, Valencia per citarne alcune, si sono espresse con forza contro i tagli, la corruzione e l’assoluta irrappresentatività della classe politica in toto, che ha come risultato la svendita dei diritti, dei servizi e in generale del presente e del futuro di una generazione che ha dimostrato però essere ancora determinata a sovvertire un presente di austerità in un futuro di democrazia e diritti sociali reali.
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