InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sul pensare-come-al-solito

||||

Contributo di Giovanni Semi su crisi e occasioni da non sprecare (pubblicato in Kritik 3)

Guarda, i delfini in Canal Grande!

Ok, forse era un fake, ma comunque il polpo, la medusa, il cavalluccio marino o i banchi di cefali c’erano, no? E i cinghiali, cervi, caprioli e giraffe che potevamo vedere comunemente per le vie di Rozzano? C’erano anche quelli. E poi i silenzi, l’aria pulita, il dubbio che forse questo modello di sviluppo fosse una fetecchia, che insomma è vero che avevamo sconfitto la fame ma in cambio ci eravamo portati in casa altre sofferenze, sfruttamenti, cose insensate (tipo lavorare tutta una vita per poi, a un certo punto, morire).

Sono stati tre mesi di scoperte abbaglianti, insomma. Alcune decisamente false: gli animali in città ci sono sempre stati, eravamo noi a non vederli, vuoi per indifferenza e vuoi per dolo. Altre scoperte, poi, sono decisamente in malafede: che vivere in Pianura Padana equivalesse a vivere in una camera a gas, beh, lo si sapeva anche prima, così come gli abitanti di Taranto, Marghera, del Sulcis, della Terra dei Fuochi, di Casale Monferrato, di Seveso e migliaia di altre località del Bel Paese sanno che è meglio non mangiare i frutti degli alberi del giardino, bere l’acqua delle falde, o anche solo… respirare.

Comunque, facciamo finta che per tre mesi il velo sia stato squarciato e i nostri territori siano stati visibili anche per quello che sono: malsani, inquinati, pericolosi, da evitare insomma.

E le scoperte ambientali, benché forse siano in questo momento le più importanti e pressanti, non sono le uniche.

Abbiamo ‘scoperto’ che gli imprenditori preferiscono vederci morti che perdere il loro utile. Anche qui, forse avremmo dovuto saperlo anche prima, ma meglio così che niente.

Abbiamo ‘scoperto’ che se proprio bisogna sacrificare qualcuno, beh ci sono dei lavoratori essenziali che hanno meno diritto di noi a mantenere la vita (in cambio, però, gli diamo il reddito eh! Che non si lamentino!).

Abbiamo ‘scoperto’ che questo lavoro essenziale serve a tenerci in vita essenzialmente come consumatori, anche questa è una cosa nota ma insomma… faceva una certa impressione vedere le corse a folle velocità per le strade vuote dei driver e dei rider con cui ci eravamo così fortemente identificati nell’ultimo film di Ken Loach.

Abbiamo ‘scoperto’ che questa cosa del turismo, per quanto bellissima e a vantaggio di tutti (sicuri?), poi non è così solida e vantaggiosa, se nel giro di un paio di giorni ci siamo giocati redditi e lavoro.

Abbiamo ‘scoperto’ che i medici e gli infermieri muoiono più degli altri (eroi!) e che questa cosa della sanità pubblica inefficiente e corrotta ci fa schifo in tempi di vacche grasse, ma quando i giochi si fan duri… beh, meglio che rimanga, tutto sommato.

Abbiamo ‘scoperto’ che sfratti e affitti possono essere un problema! E chi lo avrebbe mai detto? I primi son stati bloccati per decreto e i secondi sono finalmente ricomparsi nel dibattito e c’erano persino dei radicali che han parlato di sciopero dell’affitto…

Abbiamo ‘scoperto’ che il problema degli immigrati che son troppi, ci rubano il lavoro, le donne, le pensioni, il futuro insomma… non era ’sto gran problema, se adesso ci dobbiamo chiedere chi mai raccoglierà le primizie nei campi, chi mai verrà a pulirci la casa o a badare a nonna. Puff! Problema evaporato. Scoperta importante, questa.

Abbiamo ‘scoperto’ che la scuola pubblica era cruciale, nonostante gli anni passati a demonizzare questo o quell’insegnante e a vagheggiare di paesi più avanzati dove a 6 anni i bambini parlano 10 lingue e programmano droni a guida autonoma e con intelligenza artificiale.

Abbiamo ‘scoperto’ che la vita nei borghi forse è più sana, anche se sono gli stessi borghi che quando ci faceva comodo abbiamo prima depredato in epoca industriale e poi lasciato andare quando ‘il circo se n’è andato’.

Abbiamo ‘scoperto’ che lo smartphone non è un lusso per gonzi ma uno strumento cruciale di sopravvivenza (con buona pace della retorica sui rifugiati furbetti che facevano un viaggio di mesi quando non anni per approdare a nord di Frontex e sentirsi dire che erano in realtà dei ricchi mascherati perché c’avevano lo smartphone).

Abbiamo ‘scoperto’ che se metti una cassetta con del cibo dentro, questa si svuota nel giro di poco tempo, che sia in un quartiere povero o in uno apparentemente più ricco.

Abbiamo ‘scoperto’, ma questa è durata pochissimo davvero come scoperta, che nelle carceri si sta male al punto che appena arriva una pandemia ci si rivolta e si muore a decine.

Le scoperte potrebbero continuare per altre due pagine, mi sa. In tanti, anche solo per una frazione di secondo, hanno assaporato quel momento in cui pensare-come-al-solito non è più possibile. Buona parte di queste scoperte erano ampiamente disponibili anche prima, visibili, udibili, percepibili insomma, ma sono infinite le ragioni per le quali il pensare-come-al-solito funziona e pure maledettamente bene.

Risposte ve le dà la sociologia della conoscenza almeno da Mannheim in su e passando necessariamente per Schütz, così come l’economia, la psicologia, e molte altre discipline che hanno tentato scientificamente di dirci come mai vediamo solo quello che vogliamo vedere e ci mettiamo nelle condizioni di nasconderci tutto il resto. Ci sono poi le letture più politiche, da Marx a Fisher passando per Foucault e infiniti altri autori e autrici, che offrono mille valide spiegazioni per questo problema, che sia il mantenimento dell’ordine, delle disuguaglianze, della Società o di tutto quello che vi sembri utile mantenere (e nascondere).

Quello che a me colpisce, nel profondo, e provoca rammarico, frustrazione, dolore e anche depressione, è la così corta durata di questi momenti di scoperta e l’avanzare compatto, violento e disumano del pensare-come-al-solito.

Ma come? Ci eravamo accorti che la città, liberata dalle auto ma anche dallo sciamare di orde di turisti in coda per un trancio di pizza o un gelato al pistacchio di Bronte, era diversa ma anche più vivibile, più ‘nostra’, più accessibile, più… bella (eh, la Bellezza ci salverà, ci dicono da anni anche se non si capiva cosa mai intendessero), e adesso ‘per salvare la nostra economia’ dobbiamo riempire di tavolini, strutture temporanee ma fisse come i dehors, le nostre piazze e strade?

Ma come? A quelli che denunciavano che il problema di queste economie era anzitutto lo sfruttamento dei lavoratori, le condizioni di lavoro inaccettabili, in una galassia di furbetti e criminali che ‘ ti pago fuori busta’, ‘ti pago il mese prossimo’, ‘ti pagherò appena posso’, per non parlare di quelli che usavano deliberatamente la violenza fisica e psicologica nei confronti dei loro dipendenti, beh a chi si oppone a tutto questo vengono applicati daspo e altre invenzioni minnitiane e salviniane e #ciaone?

Ma come? A quelli che denunciavano che la vergogna è il carcere, è Frontex, è l’operato degli Stati e non quello degli individui (e comunque non di quelli più deboli), di nuovo denunce, daspo, carcerazioni intimidatorie.

Ma come? Per anni ci è stato propinato il mantra del ‘non c’è alternativa’, ‘ce lo chiede l’Europa’, ‘ma il Mercato mica si può regolare’, e adesso si può regolare tutto e il contrario di tutto, salvo le disuguaglianze, salvo lo sfruttamento, salvo le ragioni per cui ‘il miglior sistema possibile’ si regga sul fatto che le persone siano strafatte di qualsiasi sostanza disponibile pur di tirare avanti?

Tutto come al solito. Il capitalismo fa schifo, sì, ma è il miglior sistema possibile. L’ambiente è in crisi, sì, ma dobbiamo far ripartire l’economia. Gli uomini son tutti uguali, sì, ma… ah no, questo non lo si può nemmeno più dire, forse nemmeno più pensare.

Tre mesi. Tanto è durata l’epifania, che forse è persino un record, potremmo addirittura rallegrarci, ma alla fine l’amaro risale in gola, e non è tanto dovuto alle polveri sottili che tornano dalle ferie, quanto alla consapevolezza che stiamo bruciando una delle poche, probabilmente tardive, occasioni che avevamo per cambiare rotta.

P.S. Se vi avanzano degli euro, aiutate il Padrone di Merda a difendersi. Non sono i primi ad averne bisogno, non saranno gli ultimi, ma è bene restare uniti finché si può.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

CORONAVIRUSECOLOGIAFASE 2FASE DUE

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Conflitto sociale, repressione, media: ancora il caso Askatasuna

Richieste di risarcimenti stratosferici, interventi a gamba tesa di vertici giudiziari, aggressioni mediatiche a catena: la criminalizzazione del conflitto sociale si arricchisce di nuove pagine.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Marx nell’Antropocene

Un convegno a Venezia dall’approccio interdisciplinare invita a ripensare le possibili traiettorie di convergenza tra marxismo ed ecologia.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Islam politico e religione: reazione o possibilità emancipatrice? 

A gennaio 2025 a Torino è stata organizzata una auto-formazione con Said Bouamama, storico militante algerino che abita in Francia e con cui avevamo già avuto modo di confrontarci in passato. Le pagine che seguono sono la trascrizione (e traduzione) di una parte di quel momento e quindi restituiscono il flusso del discorso direttamente dalle sue parole.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Tecnotrumpismo. Dalla Groenlandia al caso DeepSeek

Trump è diventato il referente politico delle Big Tech e non è una congiuntura.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Contro le guerre, per una lotta comune -Incontro con Said Bouamama

Il 18 gennaio 2025 si è tenuto un incontro pubblico al Cecchi Point – organizzato dal collettivo Ujamaa, lo Spazio Popolare Neruda e Infoaut – con Said Bouamama, sociologo e storico militante antirazzista franco-algerino.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump tra guerra e pace

Quali prospettive apre il ritorno del Tycoon alla Casa Bianca? La pace in Ucraina è più vicina oppure il 2025 sarà un nuovo anno di guerra?

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La politica al tramonto (d’Occidente)

Anton Jager; Iperpolitica. Politicizzazione senza politica; Nero Edizioni; Roma 2024; 15€ 158 pp. di Jack Orlando, da Carmilla Tre proiettili alle spalle e Brian Thompson, il CEO della United Healthcare, cade freddato a terra.Non si fa in tempo a avere l’identità dell’attentatore che già inizia il vociare di internet.Sui social si brinda alla morte del capo […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Non c’è una via diversa dallo sperimentare

Intervista a Franco Piperno tratta da Gli operaisti (DeriveApprodi, 2005) da Machina Continuamo con la pubblicazione dei materiali per ricordare Franco Piperno. Qui una sua lunga e dettagliata intervista uscita nel volume Gli operaisti (DeriveApprodi, 2005), curato da Guido Borio, Francesca Pozzi e Gigi Roggero, in cui si parla, tra le altre cose, della sua […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

NO ALLA SERVITÙ ENERGETICA: CONVEGNO NAZIONALE DI CONFLUENZA

Il Convegno No alla Servitù Energetica anche su Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Confluenza

CONTROVENTO – ALLA SCOPERTA DELLA SPECULAZIONE ENERGETICA IN SARDEGNA

Verso il Convegno No alla Servitù Energetica pubblichiamo le puntate del podcast Controvento, realizzato da Radio Onda d’Urto durante il viaggio inchiesta insieme a Confluenza, del quale abbiamo fatto una restituzione qui.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Al Meisino i cantieri non rispettano neanche gli alberi monumentali

In vista del presidio davanti al Tribunale di Torino in occasione dell’udienza sul ricorso presentato da cittadini e associazioni a tutela della riserva naturale del Meisino pubblichiamo questo comunicato stampa in merito all’andamento dei lavori e degli impatti dei cantieri sul territorio. A seguire l’indizione del presidio di giovedì 27 marzo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: 39 avvisi di garanzia per abitanti e attivisti a difesa del parco, “questa è un’intimidazione senza mezzi termini”

Erano un centinaio le persone riunite in conferenza stampa lunedì 17 marzo all’interno del cortile Campus Einaudi di Torino. Studenti, lavoratori, associazioni, ambientalisti, abitanti del quartiere e alcune delle 39 persone che hanno ricevuto, pochi giorni prima, altrettanti avvisi di garanzia dalla Questura torinese.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Transizione energetica a scopo di profitto: la sfida dei territori

Verso il Convegno No alla Servitù Energetica che si terrà a Livorno il 29 e 30 marzo ripubblichiamo un articolo di Fabio Balocco apparso sul Fatto Quotidiano.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il piano energetico nazionale: sveliamo il mito della transizione ecologica 

A seguito di una interessante chiacchierata con Elena Gerebizza di ReCommon, associazione  che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società, in Italia, in Europa e nel mondo, e che introdurrà la seconda sessione del Convegno “No alla servitù energetica” a Livorno il 29 e 30 marzo, a partire dall’esigenza di tracciare un quadro del piano energetico nazionale, riportiamo qui una restituzione in vista della discussione collettiva. 

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Colpirne 39 per diseducare una città: conferenza stampa del Comitato Salviamo il Meisino

Ripubblichiamo il comunicato stampa di Salviamo il Meisino che convoca una presa di parola pubblica a seguito degli avvisi di garanzia notificati a 39 persone per LUNEDÌ 17 MARZO 2025 alle ORE 18.00 presso il CAMPUS EINAUDI – Torino.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Risorse rinnovabili: risorse illimitate? Audio dell’incontro al Politecnico

Riportiamo la registrazione dell’incontro “Risorse rinnovabili: risorse illimitate? Per una transizione energetica a misura dei territori” tenutosi il 25 febbraio al Politecnico di Torino. 

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Agrivoltaico: industria “green” che specula sulla crisi del settore agricolo

A partire da una chiacchierata con Marco, agricoltore della Val di Cornia e attivista del Comitato Terre di Val di Cornia che fa parte della coalizione TESS – Transizione Senza Speculazione, abbiamo tracciato alcuni punti chiave del ragionamento sul tema dell’agrivoltaico in vista del Convegno nazionale “No alla servitù energetica” contro la speculazione energetica che si terrà a Livorno il 29 e 30 marzo.