Un 2 ottobre di lotta in tutta Italia: report dei vari cortei
Abbiamo infatti ribadito con forza il nostro “Io non ci sto” a un modello di società che si sta tentando di costruire, una società formata da individui che non ragionano, ma agiscono solamente per andare al lavoro e rimanere obbedienti. Questo è un chiaro progetto che viene evidenziato, ad esempio, dallo sfruttamento e lavoro gratuito per le aziende che rappresenta l’alternanza scuola-lavoro, dalla mercificazione dei saperi che diventano nozioni basilari nelle Invalsi, dall’attenzione alla digitalizzazione mentre si sminuisce e svaluta tutto l’aspetto educativo del rapporto insegnante-studente e in cui vengono investite risorse che dovrebbero essere messe a disposizione di chi vive la scuola e tutti i giorni vede le aule strapiene di alunni, i laboratori assenti o senza materiali, la mancanza di professori, la situazione strutturale grave in cui versano la maggior parte degli edifici scolastici.
Ad Alessandria il corteo ha attraversato le vie del centro cittadino al grido di: “la Buona Scuola siamo noi”. Infatti non è bastata la pioggia a placare l’indignazione dei giovani alessandrini che hanno manifestato determinati. Il corteo si è poi concluso con un’assemblea al centro sociale Crocevia.
A Bologna studenti e studentesse, insieme a professori e con la solidarietà di studenti universitari hanno messo in campo un corteo determinato che ha percorso il centro cittadino. E’ stato attaccato uno striscione sul palazzo presso cui il ministro delle Infrastrutture Del Rio stava tenendo un incontro, ribadendo il dissenso contro il Piano Casa che nega il diritto all’istruzione a molti bambini e bambine, si sono poi diretti verso Unindustria, dove per la terza volta durante il corteo, la celere si è schierata contro gli studenti. All’avvicinarsi del corteo un agente digos ha aggredito i manifestanti tentando di fermarne uno, a quel punto studenti e studentesse hanno reagito non permettendo l’aggressione e sono seguiti alcuni tafferugli. Il corteo è ripartito compatto e determinato ed è passato davanti al Provveditorato, nuovamente presidiato dalle forze dell’ordine a provocare i manifestanti. Si è poi concluso con un’assemblea pubblica che ha rilanciato le mobilitazioni future.
Al pomeriggio si sono poi recati sotto il Provveditorato per proseguire la protesta assieme ai professori, trovandosi ancora la celere schierata, ribadendo la necessità del ritiro immediato dell’art 5 del Piano Casa e della riforma “Buona Scuola”.
A Brescia il contenuto centrale della contestazione è stato specialmente il caro-trasporti: gli abbonamenti per i trasporti pubblici sono diventati una piaga per le famiglie, soprattutto in questo periodo di crisi dove le stesse stentano ad arrivare a fine mese. Infatti la maggioranza degli abbonamenti raggiungono anche gli 800 euro annui per le persone che abitano nell’hinterland bresciano, per avere, oltretutto, trasporti spesso malridotti ed inefficienti. A tal proposito, gli studenti e le studentesse hanno sanzionato un’infopoint di Brescia trasporti appendendo davanti all’ingresso uno striscione che recitava:”No al caro trasporti, mezzi accessibili a tutt*”. Durante il corteo si è anche verificato un momento di tensione con la digos, quando, alla richesta del corteo di passare in pieno centro in corso Zanardelli (da sempre simbolo della Brescia vetrina e del lusso) si è visto un chiaro rifiuto da parte delle autorità. Durante la discussione con i funzionari è stato bloccato il traffico all’altezza di via Gramsci. Il corteo è terminato poi in piazza Rovetta dove, subito dopo, si è tenuta un’assemblea con gli studenti per discutere delle problematiche riguardanti le scuole e per costruire un nuovo percorso di lotta tutti e tutte insieme. Infine si è tenuto un partecipato pranzo sociale al Csa Magazzino47.
A Cremona il corteo è partito davanti al liceo scientifico Aselli, dove la preside aveva nei giorni scorsi impedito a dei militanti del CAS di distribuire un giornalino da loro prodotto e minacciandoli di sospensione nel caso in cui li avessero lasciati nelle classi, non concedendo agli studenti nessuna possibilità di un’informazione alternativa all’interno della scuola.Si è notato subito come la questione del preside-manager fosse una di quelle più sentite per gli studenti di tutte le scuole che non accettano di avere all’interno del proprio istituto una figura di questo tipo che ha il totale potere decisionale e amministrativo e nella maggior parte dei casi fa i propri interessi. Un altro dei problemi che è molto sentito è quello dell’edilizia scolastica, dopo che nella primavera scorsa cadde un pezzo di intonaco di una scuola media rischiando di uccidere dei ragazzi giovanissimi, riguardo ciò non sono stati presi provvedimenti e studenti e studentesse sono costretti ancora a frequentare istituti pericolanti che mettono a rischio la vita di chiunque vi entri o vi si avvicini. Il corteo è poi terminato con un’assemblea in Piazza Roma.
A Cosenza il corteo fortemente variegato ed altrettanto combattivo è partito da piazza Loreto alle ore 10 circa, ha attraversato la città bloccando le principali arterie stradali della città, fermandosi durante uno dei vari step sotto la sede di Confindustria Cosenza, per esprimere il suo dissenso al modello lavorativo e scolastico di cui questa è principale ispiratrice. Si sono susseguiti quindi interventi d’analisi politica, il corteo si è poi concluso in un’assemblea pubblica.
A Firenze un migliaio tra studenti medi e universitari sono scesi in piazza. Dopo aver appeso uno striscione alla sede del rettorato “No all’Università azienda”, i manifestanti hanno lasciato del concime davanti alla sede del consiglio regionale e a quella del centro per l’impiego, che si trova proprio di fronte alla Regione Toscana, urlando “No alla scuola azienda”. “No ai tirocini non retribuiti”. Al museo del Novecento, altri fumogeni e altro striscione: “Studia, lavora, crepa. Riprendiamoci le nostre vite. Occupa con noi”. Inoltre davanti al Tribunale minorile vengono lanciate cinque uova. “Non ci avrete mai come volete voi”.
A Lecce il corteo è avanzato per le strade principali della città, passando davanti a palazzi del potere come Tribunale, Prefettura e Comune, “protetti” dalle forze dell’ordine. Tornati nella piazza di partenza i manifestanti hanno deciso di occupare momentaneamente uno spazio all’interno dell’ateneo, per creare socialità e aggregazione con musica e cibo. Ancora una volta si è visto un dispiegamento di forze dell’ordine esagerato: camionette, volanti di carabinieri, polizia e digos che ha presidiato l’esterno della struttura per un’oretta, fermando ed identificando ragazzi nei paraggi. Gli studenti non si sono fatti spaventare e hanno proseguito la manifestazione.
A Pisa sono scesi in piazza contro la “Buona Scuola” denunciando gli organi responsabili di questa riforma. Il PD, Il Provveditorato e la Provincia, sono i luoghi che hanno voluto segnalare come nemici; il primo perché è il partito che ha imposto questa riforma ignorando le proteste di tutte le centinaia di migliaia di persone che lavorano all’interno della scuola e che a questa riforma si sono opposte, il secondo perché rappresenta l’organo che in città amministra e cerca di applicare all’interno degli istituti le riforme che il governo promuove e il terzo perché non si può accettare di studiare in scuole fatiscenti che già dal primo giorno di scuola hanno iniziato a cadere su stesse a rischio e pericolo di studenti e studentesse. Inoltre è stata sanzionata anche la biglietteria della ctt, volendo denunciare il problema della privatizzazione dell’azienda di trasporti che ha aumentato i prezzi, ma per nulla migliorato il servizio scadente.
A Potenza il corteo ha attraversato la maggior parte del centro cittadino per giungere davanti al municipio davanti al quale si è tenuto sit-in e si è parlato della Buona scuola e si sono alternati vari interventi dei partecipanti.
A Ravenna il corteo, attraversando le strade del centro città, è arrivato davanti alla stazione dove è stato affrontato il tema del caro trasporti che da anni affligge gli studenti e le loro famiglie, costretti a pagare cifre esorbitanti per un servizio scadente tra autobus in ritardo e sovraffollati. Dopodiché si è diretto verso varie scuole tra cui ragioneria e classico sotto le quali ha urlato un ennesimo NO forte e deciso alla buona scuola, in solidarietà anche agli insegnanti ( presenti con una delegazione) che iniziano a soffrire i primi effetti della riforma. Oltre al tema nazionale si è soffermato anche sui problemi interni alle varie scuole come edilizia scolastica scadente e presidi sceriffo totalmente avulsi dai problemi reali degli studenti. Il percorso del corteo ha raggiunto anche la sede dell’università dov’è stato ricordato che a breve anche questa parte della formazione sarà investita dall’opera distruttiva del governo Renzi. Poi i manifestanti sono passati sotto il palazzo della provincia e hanno colto l’occasione di ribadire l’inutilità di questo palazzo ormai riconosciuto come simbolo dello spreco dei soldi pubblici. Infine il corteo è confluito in Piazza San Francesco, luogo che per alcuni è l’emblema del degrado cittadino ma che torna a vivere ogni qual volta i giovani e gli studenti si organizzano per portare le loro iniziative e rivendicazioni sotto forma di riappropriazione degli spazi! Si sono dunque fermati nella piazza per un pranzo sociale e un momento assembleare che è servito per scambiarsi opinioni riguardo alla giornata di lotta.
A Roma il corteo è partito da Piramide e, malgrado le diverse pressioni dalle forze dell’ordine che hanno tentato di impedirne i percorsi decisi, è riuscito a muoversi e a raggiungere l’obbiettivo, cioé il Ministero dell’Istruzione, dove è avvenuto un sanzionamento. Nonostante vari tentativi di intimidazione da parte delle forze dell’ordine, con telefonate da parte della questura a presidi e professori, nonostante la pioggia e le stazioni delle metro chiuse, studenti e studentesse sono scesi in piazza forti e determinati. Hanno manifestato per le vie del centro, sfidando il divieto del prefetto Gabrielli, toccando tutte le tematiche che li coinvolgono, dalla “Buona Scuola” al necessità di accogliere e aiutare i migranti. Alcune scuole, mentre raggiungevano a piedi piazzale Ostiense, hanno incontrato un gruppo di trenta fascisti di Lotta Studentesca con i quali è avvenuto un scontro verbale mentre le forze dell’ordine, come loro solito, difendevano il gruppo neofascista.
A Torino nonostante la pioggia, centinaia di studenti medi ed universitari si sono concentrati in piazza Arbarello. Il corteo è partito determinato verso le vie del centro e prima di arrivare in piazza Castello ha sanzionato la Mondadori, chiaro simbolo del Carolibri. Ogni anno infatti le famiglie sono costrette a pagare centinaia di euro per materiale scolastico che deve essere acquistato nuovo tutti gli anni poichè le edizioni continuano a cambiare. Il corteo ha poi proseguito giungendo vicino alla Rai. Qui i manifestanti hanno trovato schierate le forze dell’ordine che hanno impedito l’avvicinamento. Hanno quindi percorso corso San Maurizio e concluso il corteo dentro l’università, dove si è svolta una numerosissima assemblea. Ogni studente ha espresso le problematiche del proprio istituto e della scuola in generale.
Oggi è stata un’importante giornata di lotta e non ci fermeremo: ribadiamo con forza che ci troverete ancora nelle piazze, nelle strade e nelle scuole in lotta finché continuerà l’attacco alle nostre vite!
tratto da StudAut
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.