Volti socialisti nelle alte sfere: la caduta di Syriza dallo stato di grazia e l’illusoria via elettorale
Mentre molti segmenti della sinistra radicale statunitense cominciano a piantare le loro bandierine nell’arena elettorale, la recente caduta dallo stato di grazia di Syriza dovrebbe servire come duro monito della promessa non mantenuta della via elettorale al socialismo.
La salita al potere di Syriza ha suscitato un elogio diffuso dalla sinistra internazionale, ha ispirato un rinnovato entusiasmo per le possibilità e la promessa della costruzione di un partito di “sinistra di massa” dentro e fuori gli Stati Uniti. Ad un raduno in Spagna per celebrare la vittoria elettorale di Syriza Pablo Iglesias, segretario del partito anti-austerità spagnolo Podemos, ha dichiarato che “il sole della speranza è sorto sulla Grecia”.
Tuttavia “il sole della speranza” ha cominciato a tramontare sulla Grecia quasi alla stessa velocità con cui era sorto. Poco dopo essere entrata in carica, Syriza, la “coalizione della sinistra radicale”, ha formato una coalizione di governo con il destrorso e anti-immigrati Partito dei greci indipendenti (ANEL), seguita solo pochi mesi più tardi dalla prevedibile resa del governo ad una nuova tornata di dura austerità imposta dai creditori della Grecia.
La caduta precipitosa di Syriza fa eco ad una lunga serie di speranze deluse e promesse non mantenute a nome della sinistra greca in parlamento. Nel 1981, sette anni dopo la caduta della dittatura militare, il Movimento Socialista Panellenico (Pasok) salì al potere con una vittoria schiacciante, attirando il 48% dei voti attraverso gli slogan “Indipendenza nazionale, Sovranità popolare, Emancipazione sociale, Processo democratico”. Sotto la leadership carismatica di Andreas Papandreou, il Pasok stabilì uno stato sociale moderno – aumento dei salari, miglioramento dei diritti sindacali e creazione di un sistema sanitario nazionale. Dopo due mandati consecutivi al governo, però, la popolarità e i caratteri di sinistra del Pasok si ridussero quando esso deliberò una serie di misure di austerità. Oggi, dopo molteplici mandati al potere, il Pasok è l’ombra di sé stesso, ampiamente messo sul banco degli accusati per la crisi economica attuale, il clientelismo rampante e la corruzione politica.
L’inevitabile degenerazione della sinistra quando va al governo è spesso formulata nei termini del tradimento, come narrazione della “svendita” da parte di leader politicamente compromessi e di partiti caduti vittima di forze al di fuori del loro controllo. Ma il problema non è quello che individualmente un politico o un partito abbia svenduto; è quello che essi hanno comprato in un progetto di alchimia politica – la ricerca donchisciottesca per il giusto mix di ingredienti chiave che possano magicamente trasformare lo stato in un veicolo di socialismo.
Tuttavia per quanto rivoluzionario sia il partito, il programma o il politico, non importa per chi si voti, lo stato capitalistico si inserisce sempre. Per mantenere la loro legittimità e il controllo, coloro che prendono il potere statale assumono effettivamente il ruolo di general manager del capitalismo.
La capacità dello stato di svolgere le proprie attività – sia che si tratti di uno stato “socialista”, di una democrazia neoliberale o di una dittatura – dipende dalla salute dell’economia, laddove lo stato trae le sue entrate attraverso la tassazione. In altre parole, lo stato assicura le condizioni ottimali per cui il capitalismo prosperi, proteggendo e preservando la proprietà privata, regolando i flussi di capitale, incentivando alcune imprese rispetto ad altre, e così via.
Per chiunque osi mettere i bastoni tra le ruote a questo ordine sociale, lo stato mantiene anche il monopolio della violenza, sia a livello nazionale che internazionale. Lo spiegamento da parte di Syriza della polizia in assetto antisommossa per reprimere i manifestanti solo un mese dopo essere andata al governo è solo uno dei tanti esempi di come la sinistra usa la violenza di stato per mantenere l’ordine sociale. Come ebbe a dire una volta Mikhail Bakunin “quando le persone vengono picchiate con un bastone, non sono molto più contente se viene chiamato il ‘bastone del Popolo’ ”.
I partiti e i politici socialisti non sono immuni o esenti dall’adempiere questo ruolo dello stato. La Grecia non è un anomalia della storia. In realtà, gli annali storici abbondano di forze socialiste che prendono il potere statale – tramite le urne o i proiettili – con grandi speranze e grandi promesse, salvo poi replicare molte delle condizioni cui erano così fermamente contrarie.
Una volta al potere, le forze socialiste sono particolarmente vulnerabili alle forze disciplinanti degli organismi monetari internazionali e alla fuga di capitali (come successo in Grecia e in altri paesi), ad un golpe militare interno, ad un intervento esterno da parte delle potenze imperialiste o a tutto quello di cui sopra. Queste forme di potere solitamente non sono elette e operano in maniera indipendente da chiunque capiti essere al governo.
Eppure, nonostante i limiti evidenti di prendere il potere statale, il richiamo dell’elettoralismo non ha perso il suo lustro sulla sinistra radicale.
Sulla scia di Occupy e nella crescita del movimento Black Lives Matter, un coro crescente di esponenti della sinistra radicale statunitense ha cominciato a intonare la ben nota cantilena dell’elettoralismo, seppur in chiavi differenti. Syriza in Grecia, Podemos in Spagna e l’elezione di Kshama Sawant al Consiglio comunale di Seattle hanno scatenato un nuovo ciclo di chiamate per un indipendente “partito di massa della sinistra” negli Stati Uniti, con l’appello da parte di alcuni ad un accordo tattico con la campagna di Bernie Sanders per le presidenziali.
I sostenitori di “un partito di massa della sinistra” spesso indicano la capacità delle campagne elettorali di spostare il discorso pubblico. Eppure la storia recente dimostra che le nostre risorse sarebbero meglio spese se utilizzate per influenzare i termini del dibattito pubblico attraverso i movimenti sociali. Nel giro di pochi mesi, sia Occupy Wall Street che Black Lives Matter hanno trasformato radicalmente i dibattiti pubblici sul capitalismo, la supremazia bianca e la violenza di stato – qualcosa che decenni di campagne per il terzo partito non sono riuscite a raggiungere.
I promotori delle strategie elettorali sostengono che anche le campagne per il terzo partito possono e dovrebbero essere complementari ai movimenti sociali. Mentre alcune tematiche e movimenti, che altrimenti sarebbero ignorati dai partiti dell’establishment, sono messi in evidenza dai terzi partiti, le richieste di schierare candidature di sinistra tendono a convogliare le limitate risorse dei movimenti sociali in fugaci e in larga parte infruttuosi tentativi di concorrere per le cariche pubbliche. Inoltre quel poco di infrastrutture che viene costruito durante la campagna elettorale, tende a dissiparsi rapidamente il giorno dopo le elezioni.
Per coloro che riescono a vincere, la verità è che la stragrande maggioranza, se non la totalità, dei partiti della sinistra che prendono il potere statale diventano sempre più riformisti, burocratici e infine preoccupati di mantenere la propria posizione di potere, cosa che di solito ha l’effetto di smobilitare, disarmare e sviluppare una relazione di dipendenza con i movimenti sociali, non il rafforzamento di questi ultimi.
Mentre abbiamo bisogno di lottare su più fronti, non tutti i terreni di lotta sono creati uguali. Lo stato è un luogo del potere, mutevole e contestato, che gioca un ruolo critico nella definizione delle condizioni sotto cui tutti noi lottiamo, ma in ultima analisi è una struttura burocratica di governo gerarchico sulla società, non un veicolo di liberazione.
Il triste primato di piazzare “volti socialisti nelle alte sfere” dimostra che non ci sono scorciatoie o soluzione veloci sulla lunga strada della liberazione. Solo costruendo forme di potere dal basso – nelle nostre scuole, posti di lavoro e comunità – possiamo creare gli elementi costitutivi di un mondo nuovo.
Adam Weaver
Enrico Guerrero-Lopez
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.