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#15f a Palermo: che brucino i partiti!

Sulla piattaforma lanciata dal network StudAut, gli studenti si sono dati appuntamento alle ore 9.00 di fronte al Teatro Massimo per perpetrare le pratiche che li hanno visti protagonisti durante l’autunno passato e per urlare alla città il proprio disgusto verso i politicanti in cerca di nuova legittimità.

In contemporanea con le altre principali città italiane il rifiuto del sistema di rappresentanza ha preso così la centralità che le lotte e il sentire diffuso gli attribuiscono. Dopo anni in cui i diversi schieramenti partitici hanno reso evidente la loro sudditanza agli interessi del capitale globale e la loro perfetta sintonia e interscambiabilità sui temi sociali e su quelli della governance, gli studenti hanno voluto rendere palese la loro consapevolezza circa l’inconsistenza delle parole spese durante la campagna elettorale.

Il corteo, aperto dallo striscione “PD…PDL…Monti…stessa scuola-azienda”, ha attraversato il centro cittadino paralizzandone ancora una volta le arterie principali e puntando al palazzo del municipio. In testa al corteo stava un fantoccio a tre teste, un cerbero simboleggiante la tirannia che le diverse forze partitiche hanno esercitato, indistintamente, sulla vita degli studenti e dell’intera popolazione. Non è stato difficile per gli studenti individuare la continuità di politiche e posizioni di tutto l’arco parlamentare nel disinvestimento e nella privatizzazione di scuole e università. Da Fioroni a Profumo, passando per la Gelmini, il presente e il futuro degli studenti è stato sempre più compromesso. Nessun ministro dell’istruzione è stato considerato degno delle rivendicazioni e della forza politica che le lotte studentesche hanno dimostrato di poter esercitare in questi anni: “Non ci rappresenta nessuno!” è stato l’urlo più ripetuto dai manifestanti che hanno ribadito la propria autonomia da tutti i partiti che ora si presentano alle elezioni.

Le politiche di questi ultimi vent’anni non lasciano spazio a nessun millantatore di novità, non c’è credibilità in chi prova a porsi come alternativa all’esistente attraverso il gioco delle urne. A Palermo l’alternativa è nella lotta, dunque, e giunto dinanzi a Palazzo delle Aquile il fantoccio e il carrello di partiti che gli stanno appresso è stato dato alle fiamme tra le urla degli studenti e delle studentesse e l’approvazione dei passanti.

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