Torino. Migliaia di lavoratori partecipano al corteo della Fiom aTorino, partito alle 9 dalla stazione di Porta Susa. Quaranta pullman sonoarrivati da tutto il Piemonte. Aprono la manifestazione gli striscioni «Mirafiori, l’accordo della vergogna». Tra le presenze significative quelle dei lavoratori della Bertone, della De Tomaso, della Powertrain. In corteo anche le realtà autorganizzate, i No Tav, gli studenti delle scuole e dell’università, i sindacati di base. Negli interventi finali, la piazza ha lanciato più volte, sommergendo la Cgil quando parlava, la richiesta di “sciopero generale subito”!
Tante le manifestazioni che hanno attraversato il paese quest’oggi, al di fuori di Torino, che era simbolicamente la piazza politicamente significativa, vista la vertenza e lo scontro in atto attorno Mirafiori. In tante città si sono svolti cortei partecipati e presidi simbolici, nella necessità di dar prova di un impegno e di una solidarietà/appoggio nazionale.
Pomigliano. Nella provincia di Napoli si è tenuto un corteo della Fiom, vista la valenza che il centro Fiat è andato ad assumere dal referendum in poi, a Pomigliano, a Torino e altrove. Cassino. Anche dal Lazio è arrivato forte e deciso l’impegno e l’appello per lo “sciopero generale subito”, attraverso un corteo di 7mila persone e la presa di parola della piazza. Un gruppo di operai ha occupato la stazione ferroviaria in solidarietà con gli studenti bloccati da Trenitalia a Colleferro, che a loro volta hanno occupato la viabilità ferroviaria per far pressione per la ripartenza. La Cgil ha sbloccato la situazione. Ancona. Una grande fotografia del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, e di quello della Uil, Luigi Angeletti, con la scritta ”Servi!” e ”Le mosche del capitale” hanno aperto il corteo a cui hanno partecipato tute blu arrivate da tutte le Marche. Manifestazione che si è diretta verso il porto, nella “zona rossa”, bloccandolo! Genova. In migliaia hanno partecipato al corteo, manifestanti che si è contraddistinto per diverse azioni lungo il percorso: lancio di oggetti e cassonetti in fiamme davanti la sede di Confindustria, sacchetti di immondizia contro libreria di estrema destra. Melfi. Presidio sotto la pioggia in un’ ltro dei centri nevralgici dell’attacco Fiat, presenza davanti lo stabilimento di Melfi. Termini. 8mila persone hanno attraversato la manifestazione regionale della Fiom, in un altro dei punti caldi della protesta Fiom. Milano. Davanti la sede della blindatissima Assolombarda gli studenti hanno lanciato peterdi e fumogeni, sanzionando poi la sede Edison, diversi istituti scolastici privati, una sede dell’Università Cattolica ed una sede della Uil. Partecipati i due spezzoni della manifestazione, uno della Fiom e l’altro studentesco. Firenze. Diverse migliaia di persone ha partecipato al corteo. Roma. Studenti medi e Cobas sono partiti da piazza della Repubblica per il corteo romano nel giorno dello sciopero metalmeccanico. Cagliari. Sotto la pioggia 3mila persone hanno partecipato alla manifestazione regionale.
A fine giornata quel che traspare è la volontà e la voglia di sciopero generale, richiesta trasversale delle piazze metalmeccaniche in sciopero. Agita dalle componenti autorganizzate, ma sospinta e fatta propria anche dalla Fiom e dai suoi militanti, e oltre! A guardare alle piazze gremite dove si tenevano i comizi conclusivi delle manifestazioni era palese come il grido “sciopero, sciopero, generale!” non fosse proprio solo dei segmenti sociali più avanzati delle città, ma congruente e confacente in termini politici da una composizione più larga e complessiva. La giornata di sciopero di quest’oggi evidenza ricchezze e limiti di una battaglia che deve trovare nel 28 gennaio solamente uno dei punti di ripartenza, facendo i conti con il reale e smettendo i panni solamente sindacali (…) della vertenza che ha in Mirafiori uno dei suoi punti simbolici e dirimenti. Varrebbe la pena che la Fiom, nuovamente invitata, si ponga un paio di domande sul come ottenere quel che rivendica, sul come compie quella generalizzazione presagita, sul come provare a vincere uno scontro politico e sociale che potenzialmente è cartina di tornasole e opportunità da cogliere per mandare definitivamente in soffitta velleità concertative e per rialnciare in avanti un conflitto sociale urgente, necessario, generale. Comprendere questo livello oggi è quantomai essenziale per chi oggi pratica ed è sindacato in Italia per non trovarsi (…), domani, nella bolgia che, con preoccupazione latente, comincia a vivere la stessa Cgil, contestata in assemblea, fischiata nelle piazze.
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